
Art Osaka, mercato molto locale dove scoprire nuovi talenti
Si è tenuta dal 9 all’11 luglio in Giappone l’ottava edizione di Art Osaka, una fiera per l’arte contemporanea dal carattere marcatamente locale ma intenzionata ad attrarre il collezionismo internazionale su un mercato finora stagnante. Hanno partecipato 44 gallerie giapponesi, 2 coreane e una da Taiwan. Locali anche gli artisti e i collezionisti. Secondo i dati forniti dalla fiera i visitatori sono stati 3.500 in tre giorni, 200 in più rispetto agli anni passati.
«Il mercato dell’arte in Giappone è ancora esiguo – dice Noriko Miyamoto dell’ufficio organizzativo –, ma il nostro scopo è scoprire una nuova generazione di collezionisti locali e avvicinare gli stranieri all’alta qualità dell’arte giapponese attuale».
Malgrado ciò secondo Baron Osuna della galleria Super Window Project lo sforzo curatoriale degli espositori non è sufficiente nonostante il contesto curioso in cui si svolge la fiera costituito dalle camere di un albergo. «È necessario uno spirito più visionario» esorta Baron Osuna. La sua galleria ha presentato il giovane Soshi Matsunobe (1988) che sarà esposto anche ad Artissima a Torino, dove la galleria sarà una new entry. Il suo linguaggio è legato al Minimalismo e all’Arte Concettuale: «Il mio programma non risponde al gusto “giapponese”; è radicale e intellettuale, non c’è niente di decorativo, di ‘kawai’ (il gusto per ciò che è ‘carino’ che si è diffuso nella cultura popolare dagli anni ’80, ndr)». La scelta di essere presente ad Art Osaka è derivata dal dover contribuire alla crescita del mercato locale, sebbene la partecipazione non sia stata rilevante in termini di vendite.
Neanche la galleria Toki-No-Wasuremono di Tokyo ha venduto, ma è rimasta soddisfatta dell’interesse suscitato dalle bambole di Hiroko Igeta (prezzi intorno a 1,5 milioni di Yen, circa 13mila euro). Altri stand interessanti sono stati quello della Gallery Hosokawa di Osaka con Yumiko Morisue (1982); di Radi-um von Röntgenwerke di Tokyo con Hideki Kuwajima; e della coreana Gallery Shilla con Nayoungim & Gregory Maass. I prezzi andavano da 10mila a 1,5 milioni di Yen (da 100 a 13mila ), ma la maggior parte delle vendite si è aggirata intorno ai 100mila Yen (900 ). Il concetto di fiera d’arte in Giappone è relativamente nuovo e il collezionismo è ancora lento e conservatore. Tuttavia secondo il «Financial Times» la reticenza del Giappone rispetto all’arte contemporanea si sta trasformando in un’occasione di acquisto per i collezionisti più attenti.
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