Rassegna stampa

Art Basel è pronta al decollo

Malgrado la crisi economica, Art Basel – la fiera d’arte contemporanea di Basilea – continua a signoreggiare insuperata tra i momenti dedicati all’arte del nostro tempo. E, come avviene ormai dal 1970, anche in questo mese di giugno si appresta ad accogliere i maratoneti globali dell’arte contemporanea. La passata edizione era stata frequentata da 61mila persone tra collezionisti, mercanti, artisti, curatori e appassionati. Quest’anno non dovrebbe essere da meno. Tra il 15 giugno (giorno della sempre ambitissima preview) e il 20 giugno vi si ammireranno opere di oltre 2mila artisti, dai grandi nomi dell’arte moderna fino agli emergenti delle ultime generazioni. A presentarli saranno 300 gallerie d’Europa, Nord America, America Latina, Asia e Africa. Il tutto esposto nell’edificio della Messe, epicentro di Art Basel, ora parzialmente rinnovato in attesa di cambiamenti più radicali che interesseranno tutta la fiera nel 2013, quando Herzog e de Meuron avranno completato l’ampliamento dell’edificio.
Art Basel si articola in diverse sezioni: quella centrale, «Art Galleries»; e poi «Art Statements», settore dedicato a stand con allestimenti personali da parte di gallerie emergenti di ogni parte del mondo. «Art Unlimited», lanciato nel 2000 e oggi atteso come momento tra i più interessanti della fiera, consiste in uno spazio dedicato a installazioni di dimensione e di carattere museale, selezionate dall’Art Basel Committee: vi si vedono opere rilevanti, destinate a confluire in grandi collezioni istituzionali o private.
Ci sono inoltre iniziative come «Art Edition», coi maggiori editori di settore che espongono il risultato della loro collaborazione con artisti; e, all’esterno dell’edificio, incontreremo «Art Public», consistente in una serie di installazioni di artisti internazionali collocate all’aperto nell’area circostante la fiera, tra la piazza e l’Isteinerstrasse: queste opere rappresentano una sorta di trait d’union tra la fiera e la città.
Altri momenti pubblici sono «Art Salon», con forum e tavole di discussione aperte al pubblico, «Art Film», in cui è tra l’altro invitata Shirin Neshat che presenterà il film Women Without Men, vincitore a Venezia nel 2009 del Leone d’Argento per la miglior regia. E poi ancora avremo le «Art Basel Conversations», prestigiosissimo ciclo di incontri che quest’anno include nella prima giornata – mercoledì 16 giugno – un artist talk con Paul McCarthy e Massimiliano Gioni.
Quest’anno i direttori hanno anche introdotto tre nuove sezioni: «Art Features», ovvero venti progetti di approccio curatoriale aventi come protagonisti artisti già “storici”; «Off Press», evento che è incentrato sulla presenza di piccoli editori e strutture indipendenti, e «Art Parcours», nuovo programma di appuntamenti dislocati in tutta la città, ideati da Jens Hoffman. Da queste nuove sezioni ci possiamo aspettare qualche preziosità.
L’Italia, da sempre molto presente ad Art Basel, partecipa nell’area centrale della fiera con le gallerie Massimo Minini di Brescia, Continua di San Gimignano, Alfonso Artiaco e Raucci-Santamaria di Napoli, Massimo De Carlo, Gió Marconi, Zero, A arte Invernizzi, Christian Stein e Tega di Milano, Magazzino d’Arte Moderna di Roma, Galleria dello Scudo e Studio la Città di Verona, Galleria Franco Noero, Giorgio Persano e Tucci Russo di Torino.
Le gallerie italiane sono protagoniste anche nelle altre sezioni: ad «Art Feature», ad esempio, Francesca Kaufman propone un’installazione di Lily van der Stokker, mentre Monica De Cardenas propone Markus Raetz; ad «Art Unlimited» sono presenti Continua con Michelangelo Pistoletto, De Carlo con Massimo Bartolini, Stein con Jack Pierson e Giò Marconi con Rosa Barba; Marconi è anche presente con l’installazione esterna di una star, Nathalie Djurberg. Ad «Art Statements» da Roma arriva Monitor con un progetto scultoreo di Francesco Arena, da Napoli la T294 presenta un progetto di Patrizio Di Massimo e ad «Art Public» espone un’installazione di Alberto Tadiello.
Basilea è un indicatore fondamentale per tutto il sistema dell’arte. Oltrepassato lo scoglio dell’anno scorso, quando invalidò i peggiori pronostici attestandosi su risultati positivi malgrado la crisi e la latitanza degli americani, ora si avvia a testa alta verso questa nuova edizione. È vero, gli anni della liquidità e dello shopping sfrenato sono per ora alle spalle, ma come nota Mark Spiegler, negli ultimi due anni «abbiamo visto le gallerie concentrate sulle loro presentazioni e sulla qualità del lavoro che portano». Meno nomi e opere appariscenti, dunque; la ricetta è: più attenzione agli artisti rilevanti e alle opere di qualità. Tutto lascia ben sperare, insomma. E chissà che anche le presenze statunitensi, l’anno scorso poco performative, quest’anno grazie al dollaro più forte non recuperino un po’ di energia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
www.artbasel.com

Da vedere in città

Beyeler & Kunstmuseum

Fondazione Beyeler, fino al 29 agosto, «Felix Gonzalez-Torres. Specific Objects without Specific Form». Americano di origine cubana vissuto tra il 1957 e il 1996, Gonzalez-Torres è tra i maggiori artisti della sua generazione.
Schaulager, fino al 3 ottobre, il teatrale Matthew Barney con Prayer Sheet with the Wound and the Nail. In mostra il ciclo «Drawing Restraint» a cui Barney lavora dal 1987.
Kunstmuseum, fino all’8 agosto, una visione d’insieme della produzione di «Gabriel Orozco»: un’opera basata sull’idea della dislocazione e sulla capacità di cogliere la forza espressiva dell’effimero e dell’apparentemente insignificante.

Newsletter