Rassegna stampa

Arezzo crea una rete tra i poli dell’oreficeria

AREZZO
Una rete dei distretti orafi per rilanciare il Made in Italy. Parte da Arezzo l’avventura di “Gioiello Italiano”, il nuovo marchio che nasce da una iniziativa di Assicor, l’associazione delle Camere di Commercio delle province orafe per garantire una promozione unitaria.
L’iniziativa è stata lanciata in chiusura della trentesima edizione di OroArezzo, la mostra orafa del distretto aretino. Ora le tre 3 province (Arezzo, Vicenza e Alessandria) di riferimento del settore dovranno definire i dettagli. «I dati che abbiamo a disposizione – commenta Giovanni Tricca, neo presidente della Camera di commercio, nonché del Centro promozioni e servizi, società organizzatrice della rassegna – confermano l’assoluta necessità di rifiutare logiche di frazionamento e di particolarismo. L’incontro va in questa direzione. È chiaro a tutti che se non si riesce a fare sistema, a fronte di una crisi complessa, difficilmente potremo sperare in un futuro meno problematico».
Intanto, la fiera aretina ha chiuso i battenti ieri con un bilancio in linea con le attese, dopo gli andamenti decisamente negativi degli appuntamenti che avevano preceduto OroArezzo. A tenere a galla la produzione orafa aretina sono sempre di più i paesi arabi. Se, infatti, i numeri della crisi per la provincia orafa leader a livello nazionale non assumono toni drammatici è proprio grazie alle performance che le aziende “Made in Arezzo” sono riuscite a conseguire nei paesi medio-orientali nel 2008.
Già da tempo, i paesi arabi sono il primo cliente del distretto toscano e nel 2008 hanno aumentato i loro acquisti del 31%, con un picco del più 43,1% nell’ultimo trimestre dell’anno, proprio nel bel mezzo della crisi finanziaria che ha rischiato di travolgere le economia mondiali. Anche su scala nazionale gli Emirati Arabi hanno dato un contributo determinante, con un incremento del 23,8 per cento, facendo segnare addirittura un +50,6% nell’ultimo trimestre. Un dato incoraggiante, non fosse che a questo corrisponde l’ormai inarrestabile discesa degli acquisti da parte degli Stati Uniti, con un meno 36,9% nel 2008, che diventa –43,5% nell’ultimo trimestre dell’anno 2008. Nel complesso, il valore delle vendite all’estero dei gioielli italiani è calato nel 2008 dell’8,3 per cento.
Migliore l’andamento nel distretto aretino, che nel 2008 ha fatto segnare una sostanziale tenuta del valore delle esportazioni di gioielleria e oreficeria, fermo a quota 1 miliardo e 425 milioni di euro (+0,2%), mentre gli altri due principali distretti produttivi (Alessandria e Vicenza) hanno denunciato, rispettivamente, diminuzioni del 16,2 e del 13,6 per cento. «La delicatezza del momento – spiega Giovanni Tricca, – ci ha spinti a intensificare gli sforzi per presentare agli operatori orafi italiani e internazionali un’edizione di OroArezzo di livello qualitativamente elevato. Alla fine, siamo riusciti a contenere l’inevitabile flessione, determinata dal momento delicatissimo per il comparto orafo mondiale». Nei quattro giorni di mostra, migliaia di operatori nazionali e stranieri hanno visitato la rassegna, e sui risultati, in termini di ordinativi, si intravede qualche luce.

LA TENDENZA

 


+0,2%
Export nel 2008
L’anno scorso le vendite all’estero del distretto orafo aretino hanno registrato una sostanziale tenuta, facendo meglio del dato medio italiano. Oggi le esportazioni del polo toscano rappresentano circa un terzo di tutto l’export italiano.
1.413
Aziende attive
In provincia di Arezzo nel settore orafo le imprese sono nella grande maggioranza artigiane (circa un migliaio) e occupano in tutto 9.700 addetti sparsi in diversi insediamenti produttivi a partire da quello del capoluogo.
25,3%
Incidenza sul manifatturiero
Le aziende orafe rappresentano circa un quarto di tutte le imprese della provincia attive nel settore manifatturiero.

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