
Apre l’Expo sull’educazione e sul lavoro
Un docente universitario, il presidente di un’associazione di categoria, un manager delle risorse umane e un professore di scuola media: in un Paese avanzato queste figure non vivono mondi separati, ma devono operare in continuo dialogo e sviluppare politiche e linee d’azione comuni. Istruzione, formazione professionale, università e lavoro sono infatti quattro realtà sempre più intrecciate e comunicanti, che convergono sullo scopo comune di innalzare la qualità del “capitale umano” e che negli ultimi anni stanno vivendo in tutta Europa una fase di riforme profonde.
In mostra a Milano. Proprio dall’idea unitaria che attraversa i quattro campi nasce il primo “Expo dell’educazione e del lavoro”, che da domani a venerdì prossimo riunirà alla Fiera di Milano gli attori istituzionali (Stato, Regioni ed Enti locali) e i soggetti privati che operano in questi settori, con un programma che accompagna il momento espositivo a un fitto calendario di convegni e conferenze al più alto livello.
Per comprendere impostazione e ambizioni dell’iniziativa è sufficiente scorrere i relatori del convegno inaugurale di domani, dedicato a “Educazione, istruzione, lavoro: la questione del capitale umano”, che vedrà discutere i ministri dell’Istruzione Letizia Moratti e del Welfare Roberto Maroni con ricercatori come Antonino Zichichi, manager del calibro di Silvio Scaglia (presidente e amministratore delegato di Fastweb) e Massimo Sarmi (ad di Poste italiane) e una vasta platea di amministratori locali, dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni al sindaco di Milano Gabriele Albertini. Dall’incontro tra questi soggetti, portatori di interessi e punti di vista articolati, l’Expo intende far nascere l’idea di “filiera” che, sull’esempio di molti comparti produttivi, unisca tutti gli attori interessati in una policy comune e in azioni convergenti.
Una visione europea. L’accento posto sul tema del capitale umano, che va sviluppato con una serie di azioni coordinate che abbracciano sia la formazione che i servizi al lavoro, discende direttamente dagli indirizzi programmatici stabiliti dall’Unione europea. L’obiettivo, ambizioso, fissato a Lisbona (Consiglio europeo del marzo 2000) è quello di annullare il gap con gli Usa rendendo quella europea «l’economia basata sulla conoscenza più dinamica e competitiva al mondo» e le misure, individuate in più occasioni, passano attraverso l’aumento al 3% del Pil delle risorse impegnate in ricerca e sviluppo (oggi in Italia sono l’1,04%), la promozione della formazione permanente e un accesso più agevole per tutti ai sistemi di istruzione di ogni livello. Si tratta di interventi progettati e scritti nero su bianco in occasione di diversi Consigli europei e riunioni informali di ministri, che ogni Paese Ue si è impegnato a tradurre in pratica nella propria realtà.
Il mercato della formazione. In questo quadro si iscrive l’Expo, promosso da Gestione fiere in collaborazione con la Regione Lombardia che, come spiega il presidente di Gestione fiere Antonio Intiglietta, «vuole creare un luogo d’incontro in cui tutti coloro che hanno responsabilità nello sviluppo del capitale umano prendano coscienza della complessità del settore, conoscendo tutte le attività che si collocano prima e dopo il loro lavoro». Il tutto è declinato anche secondo un’ottica spiccatamente di mercato, perché «la formazione e l’istruzione hanno bisogno del massimo di conoscenza dei beni e dei servizi prodotti, e anche degli strumenti di marketing e di promozione oggi disponibili sul mercato».