
Aperto il Salone, nuove strategie per la sedia
UDINE. Accorpamento. O quanto meno integrazione come primo passo di un percorso che quell’obiettivo ha come approdo. Il messaggio uscito dai discorsi dei rappresentanti delle istituzioni all’inaugurazione del 31º Salone Internazionale della Sedia è stato molto chiaro. Promosedia deve collaborare con Udine e Gorizia Fiere per la gestione del Salone e con l’Asdi per la promozione. La fiera di Pordenone deve evitare le manifestazioni in concomitanza con quelle organizzate dall’ente udinese («proprio ieri a Pordenone è partita Multifiera – ha puntualizzato l’assessore regionale Enrico Bertossi – che oltretutto, al suo interno, ha pure uno spazio dedicato al legno arredo»). Gli imprenditori devono proseguire sulla strada del lavoro in team, come è avvenuto al Salone del Mobile di Milano dove si sono presentate con una collettiva. Il concetto è stato espresso, con sfumature e toni diversi, dal presidente della Camera di Commercio Adalberto Valduga e dall’assessore regionale Enrico Bertossi e lo ha sottolineato pure il presidente della Provincia di Udine Marzio Strassoldo che, riferendosi al ruolo strategico giocato dagli enti locali nel sostegno allo sviluppo del sistema produttivo, ha ribadito la necessità di garantire servizi efficienti al territorio. Si respirava un’aria diversa dal solito, ieri, nei padiglioni del quartiere fieristico di Torreano di Martignacco, allestiti, come sempre accade per questa rassegna tutta dedicata alla seduta e ai complementi d’arredo, in modo molto moderno e attrattivo. Un’aria che si potrebbe definire un misto tra malinconia (per la fine di un certo modo di gestire il Salone?) e desiderio di rilancio. D’altra parte, proprio nei mesi che hanno preceduto l’avvio del Salone, il distretto della sedia è sempre stato sotto i riflettori: dimissioni del presidente del distretto (l’ingegner Angelo Speranza) a pochi mesi dalla nomina e, a seguire, dimissioni del presidente di Promosedia (l’imprenditore Franco Buttazzoni), pochi giorni prima dell’inaugurazione. Segnali inequivocabili di un malessere che viene da lontano e cha ha coinvolto, oltre agli imprenditori, anche gli enti e le istituzioni che se ne occupano. Acqua passata, hanno detto tutti, guardiamo al futuro. Il più convinto (e il più applaudito) è stato Pierpaolo Costantini, fresco di nomina alla guida di Promosedia, intervenuto dopo i saluti del vicesindaco di Udine Enzo Martines. Dopo i ringraziamenti di rito, ha esordito dicendo «basta alle azioni di screditamento verso il comparto. La crisi c’è, d’accordo, ma non si affronta piangendosi addosso». «Ricordiamoci – ha aggiunto – che i prodotti realizzati nel distretto arredano gli alberghi più prestigiosi del mondo e le navi da crociera più lussuose. Dirò di più. Sono convinto che se il cambio euro-dollaro non fosse così penalizzante, molte delle aziende locali, tecnologicamente all’avanguardia e fortemente innovative, sarebbero in grado di battere la concorrenza cinese anche sul prezzo!». Gioco di sponda fra Valduga e Bertossi sul ruolo di Asdi e Promosedia. L’Asdi è, per il primo, «l’unico strumento in grado di collegare territorio, istituzioni e imprese. Se il mercato cambia, devono cambiare anche le strutture che supportano le aziende. Mi pare che siamo sulla buona strada». Nell’Asdi Bertossi ci crede, visto che per sostenere quella del distretto della sedia ha, eccezionalmente, riaperto i termini per la presentazione dei progetti. Non solo. «Nel 2007 – ha detto – abbiamo stanziato 2 milioni e 300 mila euro per le Agenzie, una cifra che nel 2008 sarà aumentata in modo sostanzioso». Ha messo in guardia dal ripetere gli errori del passato, l’assessore, ricordando che in Friuli Venezia Giulia di distretti ce n’erano altri due: la calzatura a Gonars (oltre 150 aziende attive) e la pantofola a San Daniele. «Oggi sono scomparsi, nonostante appartenessero a settori dove l’Italia è ben presente. Cito solo, per esemplificare, Geox e Tod’s, due aziende leader nel mondo in questo comparto». Sull’ipotesi di rendere il Salone itinerante Bertossi non si è sbilanciato. Lo ha salvato «nonostante allo stato attuale non dia grandi risultati dal punto di vista commerciale». E’ comunque un momento importante per il confronto, secondo l’assessore «e quest’anno in particolare, visto che da tutti gli imprenditori arrivano segnali di volontà di rilancio e collaborazione». «Finalmente non ci combattiamo più – è stato il commento di Renato De Sabbata, il nuovo presidente dell’Asdi – e questo è fondamentale. Stiamo lavorando a ritmi serrati su una serie di progetti tutti finalizzati alla commercializzazione, perché da qui bisogna partire. La parola d’ordine è: vendere». Raffaella Mestroni