
Anno 1958: Napoli lancia la sfida alla Campionaria
Non esisteva l’Ikea. Di ipermercati non si parlava nemmeno. E la tv, quella che aveva solo il primo canale, non sapeva cosa fossero le televendite. A Milano c’era la Fiera Campionaria e Napoli, in quell’enorme giardino chiamato Mostra d’Oltremare in cui ancora si lavorava per riparare ai guasti dei bombardamenti, vide germogliare la Fiera della Casa. Anno 1958: che l’evento fosse di quelli importanti lo si capì subito. Fu Giovanni Gronchi, il presidente della Repubblica, a tagliare il nastro di quella prima edizione. Le coppie correvano a guardare da vicino i primi elettrodomestici. Le mogli si facevano promettere per le nozze d’argento la lavatrice al posto dell’anello di brillanti. Chi conquistava la casa, sogno dell’epoca ancora per pochi, poi aveva bisogno dei mobili, delle tappezzerie e via via tutto di ciò che âfacevaâ? abitazione. Al fermento della ricostruzione del dopoguerra e della nuova edilizia, che dava impulso all’economia soprattutto nel Meridione, la risposta fu la creazione di una grande vetrina, internazionale, a portata delle famiglie. Dal 14 al 28 giugno del 1958 la prima edizione: 450mila visitatori, nelle loro orecchie l’eco della banda dei Carabinieri che aveva accompagnato la visita del Capo dello Stato nel quartiere fieristico. I 18 padiglioni rispondono a tutte le esigenze del pianeta casa. Fra i quattro settori della mostra, accanto a edilizia e arredamento, c’è spazio anche per abbigliamento e alimentazione.
Cinquant’anni di Fiera Internazionale della Casa rappresentano mezzo secolo del costume partenopeo, delle attese di una popolazione e delle virtù dei pochi che hanno con fatica rimediato alle negligenze dei più. C’è la grande rassegna dei primi anni che cresce mettendo al centro la famiglia e dando risposte ai suoi bisogni in rapida evoluzione. Le giovani coppie entrano in Mostra con gli abiti nuziali e vengono premiati con il âDono agli sposi novelliâ?. La fiera negli anni Sessanta diventa un âcultâ? per i napoletani, si gonfia fino a mettere insieme 1.500.000 visitatori, qualcosa come centomila persone ogni giorno. La Rai, che d’abitudine inizia le trasmissioni nel pomeriggio, fa suonare di mattina la sveglia nella sede napoletana di viale Marconi e manda in onda un film per ciascuno giorno di manifestazione.
Cinquant’anni della Campionaria di Napoli servono anche per una laica retrospettiva del come un’intera classe governante e dirigente locale ha precipitato in fondo al baratro una risorsa importante e partecipata dai cittadini come la Mostra d’Oltremare. Il terremoto del 23 novembre 1980 mina solo alcune delle strutture del quartiere espositivo. Il resto lo fanno i terremotati: o, meglio, chi decide che le baracche e le roulotte debbano essere ospitate lì, all’interno della fiera, e lì debbano restare per anni. Il declino comincia da lì, l’avvento delle grandi superfici della distribuzione organizzata e le tv commerciali faranno il resto relegando la Fiera in una nicchia sempre più angusta. Sarà la nuova spa, nata a fine millennio dalle ceneri del vecchio Ente Autonomo Mostra d’Oltremare, a far rinascere l’evento affidandolo ad organizzatori professionali, motivati e pronti a investire. La nuova fisionomia della Fiera della Casa che per i 50 anni ospita il Compasso d’Oro, la rinnovata vocazione di luogo dedicato alla promozione del design e dell’arredamento di tendenza, sono storia dei giorni nostri. È la prospettiva con la quale l’esposizione dei napoletani s’inoltra nella sua seconda metà di secolo di vita.
Enrico Sbandi
COSÌ QUEST’ANNO
Il programma
Per festeggiare i 50 anni la Fiera della Casa è più snella: 10 giorni di manifestazione rispetto ai tradizionali quattordici (dal 15 al 24 giugno), e punta con decisione sulle nuove frontiere dell’abitare: l’accoglienza, le tendenze, la tecnologia. Con trecento espositori, l’intera area fieristica della Mostra d’Oltremare occupata, spazi esterni compresi, gli stand presentano le soluzioni che rendono più confortevole la casa e le mettono anche in pratica, realizzando aree hospitality destinate ai visitatori.