
Allarme Asal: troppi ribassi sugli allestimenti
Dopo più di tre anni contrassegnati da un mercato stagnante, se non addirittura caratterizzato da fasi di contrazione, qualche segno positivo appare all’orizzonte. «A settembre 2005 il mercato è partito di nuovo – afferma Pierpaolo Vaj presidente dell’associazione nazionale delle aziende allestitrici di fiere e mostre (Asal) – e la tendenza sembra confermata anche per i primi quattro mesi del 2006. Il trend è stato sicuramente influenzato dal fatto che negli anni pari ci sono mostre biennali che aumentano le occasioni di lavoro. Tutti hanno avuto commesse e hanno riempito il portafoglio ordini».
Dunque il 2005, seppur non ci siano ancora dati ufficiali, dovrebbe segnare un’inversione di tendenza per il settore, che aveva chiuso l’anno precedente con un fatturato totale di 870 milioni di euro di cui oltre cento relativi a lavori realizzati oltre confine. Tuttavia l’aumento delle commesse non comporta necessariamente la crescita degli utili e per un motivo molto semplice: la crisi del settore ha portato le aziende a ridurre i listini oltre il dovuto. «Gli espositori vanno comunque alle fiere, tant’è vero che quest’ultime stanno andando abbastanza bene – precisa Vaj -. Però gli espositori vogliono spendere meno, fino al 30% rispetto all’anno precedente e ci riescono perché possono contare sulla nostra debolezza». Così spesso l’allestitore si trova a dover realizzare soluzioni personalizzate a fronte di budget ridotti. Una situazione sicuramente difficile che però contribuisce a mettere in evidenza le capacità professionali presenti nelle migliori imprese.
A questo riguardo, inoltre, già all’inizio del 2005 il presidente dell’Asal in una lettera indirizzata ai soci aveva sottolineato che pur a fronte della crisi del settore non era da ritenersi premiante «la politica di sconti esagerati e di bassi prezzi che molte aziende» stavano praticando. In tale ottica l’associazione ha pubblicato un listino calcolato sulla base della media dei prezzi applicati dalle varie imprese, invitando a non discostarsi troppo dai valori indicati, ma non ottenendo il risultato sperato, tant’è che l’invito a non ribassare troppo le offerte è contenuto anche nella lettera ai soci del 2006.
Inoltre, sempre su questo tema, gli operatori del settore stanno facendo i conti con un altro pericolo, rappresentato dalle gare telematiche. Si tratta di una procedura che riguarda un numero limitato di aziende, quelle più grandi, ma che ha effetti negativi rilevanti. «Con lo stress del pulsante, per la voglia di portare a casa il lavoro – afferma Vaj – si è portati a rilanciare al ribasso. Poi dopo mezz’ora si fanno i conti e ci si accorge che ci si è aggiudicati la commessa ma a caro prezzo». Per questo motivo l’Asal sta cercando di formare un fronte comune per eliminare questa procedura e ripristinare in tutte le situazioni le gare tradizionali.
Sul fronte occupazionale, invece, nonostante il recente periodo non particolarmente brillante per quanto riguarda gli ordini, le aziende faticano a trovare personale. Proprio in queste settimane prende il via la seconda edizione del master per progettista di allestimenti fieristici ed eventi organizzato dall’Accademia di management fieristico della Fondazione Fiera di Milano. Un’iniziativa che ha riscosso successo e che ha consentito anche di pubblicare un "manuale dell’evento" contenente le procedure base per la corretta gestione degli spazi oggetto di allestimenti.
Ma ancor più che progettisti secondo Vaj si dovrebbe pensare a formare altre figure professionali: «Abbiamo bisogno di responsabili commerciali, di esperti che, in tempi di forte concorrenza, siano in grado di portare a casa il lavoro. Queste figure servono sicuramente alle grosse aziende così come a quelle di medie dimensioni, un po’ meno in quelle piccole. Inoltre non troviamo falegnami e tappezzieri specializzati. Il falegname allestitore è una via di mezzo tra il carpentiere e il falegname da banco. A parte qualche scuola professionale della Brianza che forma falegnami mobilieri non ci sono altri istituti». Proprio da esperienze di falegnameria sono nate molte delle 183 aziende associate che oggi danno vita all’Asal, insieme ai 58 fornitori (produttori di pavimentazioni, pannelli e poi fotografi, fioristi, stampatori, grafici, elettricisti) riuniti nello status di soci aggregati.