
Alla grande fiera delle barriere preventive
Chi è senza peccato scagli la prima pietra. A parole, tutti negano di voler ricorrere a pratiche protezionistiche. Nei fatti, i piani di sostegno all’economia e ai settori più colpiti dalla crisi globale non mascherano più di tanto tentazioni sempre più a largo raggio, quando addirittura non si procede esplicitamente. Salvo poi ritrarre la mano come nel caso del “Buy American”, con roboanti testimonianze di fede nella funzione taumaturgica del libero scambio sul fronte dello sviluppo, a maggior ragione in tempi di recessione e contrazione dell’export.
La lista dei peccati ormai è lunga, tra dazi risorgenti, tariffe e distorsioni commerciali. E c’è chi a Ginevra, in questi giorni, ne tiene la “triste” contabilità. Ieri l’incontro convocato dal direttore generale della Wto, Pascal Lamy, per fare il punto in vista del G-7 delle Finanze di fine settimana a Roma e, soprattutto, del G-20 di aprile a Londra, non è certo nato sotto i migliori auspici. La crisi dei giocattoli scoppiata tra India e Cina (vedi articolo a pag. 19) ha accresciuto, se possibile, il pericolo di guerre commerciali anche tra emergenti in sempre maggiore difficoltà.
Ciononostante proprio dagli emergenti è venuta forte ieri la richiesta alla Wto di un esame approfondito delle “trappole difensive” contenute nei piani di salvataggio varati nei Paesi avanzati, Usa in testa. Bolivia, Argentina, Cuba e la stessa India (priva di rossori) hanno pestato i piedi. Una sorta di prova generale di quanto accadrà al G-20 di Londra e poi alla Maddalena?
Un segnale positivo può però venire dal fatto che nella lista dei querelanti non ci fosse il pur combattivo Brasile, il cui presidente Luis Inacio Lula da Silva in risposta al “Buy American”, nei giorni scorsi, ha escluso rappresaglie (ad esempio in tema di acciaio) affermando di non volere che «il Brasile sia identificato con il protezionismo». Segno di una crescente maturità economica e politica del gigante sudamericano, ha riconosciuto il Wall Street Journal. La partita potrebbe quindi essere ancora tutta da giocare.