
Alla Fiera la riscossa dei librai
I preparativi li stanno ultimando. Le prime, inevitabili (e poco utili), polemiche sui giornali non hanno scalfito il clima di ottimismo sulla prossima edizione, la numero 19, della Fiera del libro, che si è fatta precedere dal successo della «Bookstock» del PalaIsozaki di Torino (la città piemontese, con Roma, è Capitale mondiale del libro 2006): una sorta di rave-party letterario tra musiche, reading e recitazioni che ha fatto trascorrere un’inedita "notte-bianca" a oltre 4mila giovani.
Ma, oltre al clima di festa e agli incontri con autori, la Fiera sarà l’occasione per fare il punto su una delle questioni più delicate che attende l’editoria italiana nei prossimi anni: quella delle librerie. L’occasione è l’uscita del libro di Romano Montroni, dal significativo titolo Vendere l’anima. Il mestiere del libraio (Laterza). Montroni, ex direttore delle Feltrinelli e oggi a capo del progetto delle librerie Coop – un soggetto nuovo e interessante che si è appena affacciato sul mercato – ha scritto un vero e proprio manuale di gestione della libreria, chiedendo a molti dei protagonisti del mondo editoriale il loro parere sul ruolo del libraio. E se Umberto Eco (che firma la prefazione) e Roberto Calasso (Adelphi) concordano sul fatto che la libreria ideale è quella che ti vende il libro «che non si intendeva comprare quando si è entrati», mentre Michele Serra equipara il libraio a un autore, Stefano Mauri (gruppo Gems) pensa che la libreria sia «il cuore del sistema».
E questo, probabilmente, è vero. Gli ultimi anni di mercato editoriale hanno confermato l’importanza della libreria come canale di vendita del libro (oltre il 70% del totale), nonostante il grande recupero delle edicole (grazie agli allegati dei quotidiani) e lo sviluppo di internet (ancora piccolo, in percentuale, ma destinato a crescere). Ma hanno soprattutto accentuato il divario, di politica strategica e resa economica, che si sta creando tra le librerie di catena e i librai indipendenti. Con questi ultimi che si stanno unendo per dare battaglia. A Torino sarà annunciata la nascita della Scuola librai italiani, creata dalla collaborazione dell’Associazione librai italiani e dalla Fondazione Centro studi di Orvieto su una sollecitazione del libraio Riccardo Campino. Orvieto sarà la sede e – contrariamente alla scuola per librai della famiglia Mauri – non sarà un master per chi è già proprietario di una libreria ma pensato per chi intende aprirla. «Inizieremo a marzo 2007 – spiega Rodrigo Dias, presidente dell’Ali -, dovremmo avere una quarantina di allievi. Formeremo giovani librai che, dopo una laurea triennale, sviluppino le competenze per svolgere questo bellissimo e difficile mestiere». La formazione sarà mista tra lezioni teoriche e stage in libreria (nelle sedi di residenza degli studenti): «A fine corso – conclude Dias – avremo formato ottimi professionisti che, se non riusciranno ad aprire librerie diventando imprenditori, potranno trovare lavoro in quelle già esistenti». Dias sottolinea che il mondo dei librai indipendenti farà di tutto per porre la questione della libreria come una centralità culturale del Paese.
Con il personale scontento si è dovuta confrontare ultimamente anche la più grande catena di librerie d’Italia, la Feltrinelli, che ha assistito, alla vigilia di Pasqua, al primo sciopero nei 50 anni della sua storia. Le Feltrinelli attraversano un buon momento economico (chiuderanno il bilancio 2005 con circa 300 milioni di euro di fatturato) e hanno un ottimo piano di espansione di qualità (è di prossima apertura la libreria nella stazione di Milano Garibaldi). Lo sciopero sul contratto integrativo non ha scomposto più di tanto i vertici aziendali che, per ora, restano abbottonati sulle trattative. Negli 88 punti vendita Feltrinelli sparsi su tutto il territorio nazionale i dipendenti sono 1.351 (921 full time a tempo indeterminato e 340 part-time a tempo indeterminato). I criteri manageriali con cui le grandi catene affrontano il mercato saranno diversi dalle lotte dei librai indipendenti: certamente tutti conoscono bene la realtà della massima del poeta Felix Dahn che fa propria Carlo Feltrinelli nel suo intervento nel libro di Montroni: «Vendere un libro è il compito più arduo al quale possa dedicarsi un essere umano». Figurarsi in Italia dove metà della popolazione di libri non ne legge e non ne compra mai. E non vede perché farlo.
STEFANO SALIS
– L’apertura
Libri in vetrina a Torino da giovedì 4 a lunedì 8 maggio (ore: 10-22). Il tema di quest’anno è «L’avventura», i Paesi ospiti sono Portogallo e Brasile. Alla Fiera saranno presenti più di 1200 editori. Torino, con Roma, è «Capitale mondiale del libro 2006».