
Alla fiera dell’Ungheria si vince in team
Le fiere del Veneto guardano all’Europa dell’Est con un’attenzione particolare rivolta all’Ungheria, uno dei nuovi dieci membri della Ue dove le aziende venete hanno maggiormente delocalizzato e la cui capitale, Budapest, rappresenta a livello di rassegne fieristiche uno dei centri europei più importanti.
La partnership riguarda, almeno per il momento, le Fiere di Padova e Vicenza, che hanno stipulato un patto di “collaborazione verso l’estero”, che verrà avviata nel 2005 proprio in Ungheria. Al binomio, che punta alle economie emergenti, è destinata ad aggiungersi la Fiera di Verona, i cui vertici esprimono un parere lusinghiero e realistico su un accordo a tre. Il Veneto si candida dunque a creare un polo unitario fieristico sotto forma di modello da esportare a livello internazionale.
Il progetto delle Fiere di Padova e Vicenza proporrà un appuntamento itinerante – è probabile che verrà chiamato “Nord Est Technology”, anche se il nome deve ancora essere deciso – da svolgersi due volte all’anno (primavera e autunno) in altrettante piazze dell’Est Europeo, offrendo pacchetti di promozione all’estero per le imprese venete.
Tale accordo, che sarà ratificato dai rispettivi consigli di amministrazione e rappresenta uno delle prime iniziative congiunte in Italia, prevede come primo appuntamento assoluto la Industry trade fair (la Fiera dell’industria), in calendario dal 18 al 21 maggio 2005 a Budapest.
«Sul ruolo che gli enti fieristici dovranno avere nei prossimi anni – spiega Manuela Dal Lago, presidente della Fiera di Vicenza – non ci sono dubbi, visto che dovranno appoggiare e sostenere le aziende. Sicuramente è finito il tempo in cui l’imprenditore partiva con la sua valigia in cerca di fortuna: ora, più che mai, c’è bisogno di sostegni solidi per affrontare i nuovi mercati europei. L’accordo con Padova è strategico e, in tal senso, ben venga una collaborazione a tre con Verona».
L’apertura verso l’estero e, in particolare, verso i Paesi dell’Est, aggiunge Dal Lago, «rappresenta un vantaggio reciproco, non solo per gli espositori. Gli enti dovranno supportare le aziende già inserite nei vari Paesi ma anche quelle realtà venete che hanno intenzione di presentarsi in mercati nuovi, dove non sono presenti».
Almeno in questa prima fase, l’attenzione di Padova e Vicenza riguarda eventi fieristici nel settore dell’industria meccanica, in primis costruzioni, imballaggio e logistica.
«Fra circa un mese visiteremo l’edizione 2004 della Industry trade fair – spiega Raul Barbieri, responsabile commerciale della Fiera di Vicenza – e definiremo gli ultimi dettagli per l’appuntamento dell’anno prossimo. Già in fase di discussione del progetto è stato ritenuto conveniente non intraprendere nuove iniziative all’estero, almeno per i primi anni, ma inserirsi in un contesto-fiera esistente con una macroarea da noi interamente gestita. Così avverrà anche in Ungheria».
La partecipazione di fiere all’estero rappresenta un’esigenza di imprenditori e industriali, sempre più interessati a guardare oltreconfine, in particolare all’Est Europa.
«Sono numerose le aziende – aggiunge Raul Barbieri – che ci hanno contattato per avere maggiori informazioni, mentre altri ci hanno garantito la collaborazione per questi progetti. Ad esempio, i rappresentanti del Nep (Distretto veneto del packaging, ndr) sono disponibilissimi a partecipare alle iniziative estere che stiamo mettendo in atto, comprendenti importanti sinergie con i principali quartieri fieristici dell’Est».
Un importante contributo nella missione estera arriverà dal settore delle tecnologie ambientali dalla Fiera di Padova, che vanta già presenze in altre città straniere, come Poznan in Polonia e Zagabria in Croazia. E, in tema di sinergie, i vertici della società definiscono strategica la collaborazione con Vicenza.
«L’accordo – questo il parere di Andrea Olivi, direttore generale di PadovaFiere – si preannuncia vincente, anche perché sarebbe controproducente presentarsi separatamente in certi Paesi dell’Est, magari con il rischio di creare doppioni. Tale collaborazione, che ha dunque anche lo scopo di evitare sovrapposizioni, prevede che vengano scelti settori di nicchia».
La Fiera di Padova, la prima in Italia in grado di garantire ai propri associati l’assicurazione del credito nelle transazioni commerciali in occasione delle fiere all’estero a cui partecipa, guarda avanti con ottimismo.
«Da parte nostra – precisa Olivi – metteremo a disposizione la nostra esperienza maturata con altre iniziative simili. Per tale ragione, l’avvio assieme a Vicenza avverrà in Ungheria con il marchio dell’innovazione, andando a puntare su settori specializzati. Questa collaborazione può portare a grandi risultati: d’altronde, non è un segreto che l’obiettivo degli enti fieristici è organizzare eventi e fare business».
Il progetto tra Padova e Vicenza potrebbe trovare ben presto anche l’appoggio della Fiera di Verona.
«Un’intesa a tre – spiega Giovanni Mantovan, direttore generale di VeronaFiere – è un’ipotesi percorribile e affascinante. Ben venga in questo senso una partnership del Veneto, anche se tutto ciò non condizionerebbe il fatto che alcune rassegne, come nel nostro caso Vinitaly, possano partecipare da sole o con la collaborazione di altri enti fieristici non veneti. Anche noi siamo convinti che le fiere abbiano il compito di trainare a sostenere le nostre aziende impegnate all’estero».
La Fiera di Verona, che collabora già con diverse nazioni dell’Europa dell’Est, guarda con attenzione al territorio magiaro.
«L’Ungheria – aggiunge Mantovan – è un Paese di sicuro interesse, che offre concrete possibilità di creare joint-venture e dove numerose aziende venete hanno già delocalizzato, soprattutto nel settore vinicolo, agroalimentare e meccanico. É quindi giusta una presenza veneta, magari unitaria, a livello fieristico, in modo da poter creare un punto di riferimento sotto il profilo economico».