
Alla fiera del mitra in California
Dal nostro inviato
È una bella domenica soleggiata di gennaio, e Jim Reyes ha deciso di portare la famiglia a fare surf e a comprare un fucile semiautomatico nuovo. Dalla spiaggia di Ventura, a metà strada tra Los Angeles e Santa Barbara, basta attraversare la strada per entrare al Gun Show, la fiera delle armi, dove il biglietto costa 9 dollari ma l’ingresso è gratis per i bambini sotto i 12 anni. Il piccolo Cameron entra gratis nel grande salone di esposizione, uno sterminato arsenale di pistole, fucili, mitragliatrici, armi da guerra, montagne alte fino al soffitto di munizioni, c’è già chi esce con la Glock nuova in un sacchetto di plastica. Cameron tiene papà per mano, con l’altra accarezza ogni fucile in bella vista su lunghi tavoli di legno, si sofferma su una mitraglietta Thompson, l’arma preferita da Al Capone, ma fa fatica a sollevare il pesante Bushmaster AR-15, la copia per uso civile degli M16 in dotazione all’esercito americano. «Quando vado a sparare deve appoggiarlo sul tavolo», dice papà Jim, traboccante di orgoglio. Cameron, 12 anni, è il tiratore più bravo della famiglia.
Jim Reyes è corso a comprare una semiautomatica nuova, un’arma simile a quella usata da Jared Loughner a Tucson la settimana scorsa, per paura che il parlamento americano vieti presto la vendita delle armi più pericolose. Non è l’unico: le vendite giornaliere di fucili semiautomatici (e anche di fucili completamente automatici negli stati che lo consentono, per esempio l’Arizona) secondo i dati raccolti dall’Fbi sono schizzate in alto dopo la tragedia di Tucson del 16% in California, del 38% in Illinois, del 33% nello stato di New York, del 65% in Ohio e del 60% in Arizona, lo stato della strage. Sembrerebbe un paradosso ma a sentir parlare i visitatori della fiera della pistola di Ventura, una delle centinaia di fiere delle armi allestite ogni weekend in ogni angolo del paese, si capisce perché negli Stati Uniti non lo è. «Si sente ripetere che un divieto sulle armi d’assalto avrebbe potuto evitare il massacro di Tucson, ma sono tutte scemenze – dice il signor Reyes di fronte ai suoi tre figli maschi-. Le armi non uccidono, gli uomini uccidono».
Un massacro come quello di Tucson, interviene il pensionato Mike Adams – passo alla John Wayne ma con una passione per lo scultore del Cinquecento Lorenzo Ghiberti – è stato possibile non perché chiunque può comprare una Glock semiautomatica con caricatore multiproiettile, ma perché un individuo squilibrato come Jared Loughner non è stato denunciato dalle autorità sanitarie e universitarie e schedato nella lista dei cittadini non idonei a comprare armi. Ieri intanto in un liceo di Los Angeles, tre studenti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco, sparati da un giovane.
«Chi compra legalmente un’arma deve ricevere l’approvazione del ministero della Giustizia, e per ottenerla ci vogliono circa 10 giorni – spiega, ma aggiunge che anche se Loughner fosse stato schedato, avrebbe potuto acquistare la sua Glock sul mercato nero come fanno i gangster e gli spacciatori di droga.
«Adesso si ritorna a parlare di restrizioni sulla vendita di mitragliette automatiche, ma non è giusto che l’intera nazione venga punita per l’operato di uno squilibrato. Non è giusto e non è legale». Il diritto a possedere armi, incluse quelle da combattimento, è garantito dal secondo emendamento della Costituzione americana, alla stessa stregua del diritto alla libertà di espressione e alla libertà di stampa. «Una milizia ben gestita è necessaria per la sicurezza di una nazione libera, e il diritto dei cittadini di possedere armi non deve essere violato», dice il secondo emendamento, uno dei dieci contenuti nel Bill of Rights, la sezione della Costituzione americana stesa nel 1789 per tutelare i diritti dei cittadini nei confronti dello stato.
Da più di 200 anni i giuristi americani disquisiscono sull’intento dei padri fondatori. La scuola di pensiero storica sostiene che il secondo emendamento, approvato 15 anni dopo la guerra di indipendenza dalla Gran Bretagna, si riferisce al diritto di formare milizie armate per combattere contro un eventuale invasore. L’altra scuola di pensiero, quella che ha prevalso di recente, preferisce invece un’interpretazione più letterale e attribuisce ai cittadini il diritto di possedere armi tout court.
I frequentatori della fiera della pistola sottoscrivono in blocco la seconda interpretazione: c’è chi usa le armi per puro divertimento al poligono di tiro, chi per sparare alle faine che fanno strage nei pollai, chi per autodifesa contro rapinatori e ladri. Ma anche chi è pronto a prendere le armi contro il governo se dovesse usurpare i diritti inviolabili dei cittadini «come sta facendo quello attuale, che vuole obbligarci a comprare un prodotto, l’assicurazione medica, contro la nostra volontà». Hal Walker, 60 anni, dice di essere un pacifista ma è pronto a unirsi a un’insurrezione armata contro l’amministrazione Obama se si presentasse l’opportunità.
Punti di vista così estremi non sono rari nemmeno alla fiera di Ventura, nella California progressista dove le restrizioni sulla vendita di armi sono tra le più severe della nazione. È John LaForest, rappresentante della lobby delle armi National Rifle Association, a dare un’interpretazione inattaccabile del secondo emendamento. «Sa qual è la differenza tra l’America e l’Europa? I principi del Bill of Rights, ce li ha dati Dio, quindi nessuno ce li può portare via». Ma la Costituzione non è stata scritta da uomini, non è stata consegnata a Mosè come i dieci comandamenti. «È stata scritta da uomini ispirati da Dio», spiega perentorio. A questa logica, sembra di capire, non c’è risposta.
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IL BUSINESS
Il record nel 2009
Negli Usa la vendita legale di armi per uso civile vale circa 3,5 miliardi all’anno, dato stabile da metà anni 90, secondo la Professional Gun Retailers Association. Record nel 2009 con 9 milioni di armi da fuoco vendute. «Dopo Tucson si parla di restrizioni alla vendita di armi, ma questo non è giusto», dice il pensionato Mike Adams (nella foto) alla fiera della armi di Ventura, in California