
Aeroporto Firenze, stop a caro prezzo
FIRENZE – Analisti al lavoro per valutare l’impatto della chiusura temporanea, per lavori, dell’Aeroporto di Firenze (Adf). Dal prossimo 2 febbraio, infatti, lo scalo di Peretola chiuderà per 67 giorni (che, in caso di cattivo tempo, potrebbero diventare 90), per ricostruire la pista di atterraggio e decollo (una sola e usata nei due sensi).
La spesa prevista per la società di gestione, controllata da Aeroporti Holding e quotata a Piazza Affari, è di 10 milioni. I mancati ricavi, rispetto all’anno precedente, sulla base di uno degli ultimi report degli analisti della banca Ing, raggiungeranno la cifra di 6 milioni, mentre si prevede che questa interruzione farà chiudere il bilancio 2006 in perdita (per circa 500mila euro) dopo un utile stimato in quasi 3 milioni per l’anno appena concluso. Il calo dei passeggeri, per l’anno in corso, è previsto intorno al 20% a 1,35 milioni.
Il giudizio di Ing resta comunque positivo visto che i lavori porteranno benefici al nuovo terminale «aumentando la capacità dagli attuali 1,5 milioni di passeggeri a 2,5 milioni a partire dall’aprile 2006». La perdita sarà subito recuperata nel 2007, quando è previsto il ritorno all’utile (5,5 milioni). Gli analisti prevedono infatti che a partire dal prossimo anno i passeggeri torneranno abbondantemente sopra quota 2 milioni. I risultati consolidati al 2005 sono invece di 30,3 milioni di fatturato e di 11 di margine operativo lordo, con gli utili pari a 2,9 milioni.
Sul piano occupazionale, i 51 contratti in scadenza non verranno prorogati, mentre sono ancora in corso trattative sindacali per valutare se mantenere il salario pieno, durante il periodo dei lavori, ai 233 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Dalla chiusura dell’Amerigo Vespucci riceveranno invece dei benefici i due aeroporti toscani, Pisa e Siena, che supporteranno le compagnie aeree ospitando la maggior parte dei voli. La Lufthansa, l’Air France, l’Alitalia e la Meridiana si appoggeranno per la quasi totalità del traffico sul Galileo Galilei di Pisa (35 milioni di ricavi nel 2005 e un margine operativo lordo di 6,7 milioni), che gestirà per tutto il periodo 20 voli al giorno in più (a Bologna si sposterà l’Austrian Airlines e la Club Air). «Non siamo ancora in grado di quantificare la crescita in termini economici – afferma l’amministratore delegato Piergiorgio Ballini -. Per noi si tratta di un grande sforzo organizzativo, soprattutto in considerazione del fatto che nel 2006 abbiamo già previsto un aumento del traffico del 22%». Qualche piccolo incremento sarà avvertito anche dal piccolo aeroporto di Siena-Ampugnano, tuttavia difficilmente quantificabile dato che qui verranno "dirottati" solo i voli privati.
I problemi maggiori dovranno essere invece affrontati dagli espositori, stilisti e acquirenti della rassegna internazionale Pitti filati, in calendario a Firenze dal 1° al 3 febbraio. Gli ospiti potranno infatti arrivare normalmente nel capoluogo toscano, ma per ripartire in aereo dovranno raggiungere Bologna, Pisa e Siena. Sfumata, tra l’altro, anche la possibilità di offrire gratuitamente da Firenze un servizio di check in e trasferta.
Gli industriali di Firenze e Prato, presieduti rispettivamente da Sergio Ceccuzzi e Carlo Longo, hanno chiesto qualche settimana fa di posticipare i lavori per evitare troppi disagi ai visitatori della fiera. Cosa che, evidentemente, non è stata possibile. Adf ha infatti spiegato che «le informazioni raccolte da tecnici e professionisti esterni hanno evidenziato un decadimento brusco e repentino dell’attuale pista di volo, tale da rendere gli interventi necessari, urgenti e non posticipabili per inderogabili e prioritarie ragioni di sicurezza». Inoltre, fa sapere la società, «al termine dei lavori la nuova pista di volo consentirà una gestione operativa al massimo livello di efficienza».
Le critiche sono piovute comunque in modo abbastanza deciso. Per Confindustria Toscana c’è «viva preoccupazione per gli effetti negativi che la chiusura dell’aeroporto è destinata a generare sullo svolgimento di Pitti filati, che riveste un rilievo considerevolo sia per il sistema produttivo toscano sia per il polo fieristico». Secondo l’Unione degli industriali di Prato è addirittura «incomprensibile la decisione di chiudere il Vespucci durante lo svolgimento di una manifestazione di tale livello, il cui impatto sul territorio è di grande rilievo».
SARA MONACI