
Accordo fatto tra Veronafiere e l’Unacoma
Una Fieragricola più completa e forte, il rafforzamento della filiera agroalimentare a Verona, la creazione di un asse veneto-emiliano nel settore espositivo in chiave anti Milano che sta tentando di fare shopping in ogni settore fieristico. Sono almeno tre gli obiettivi centrati dall’accordo siglato formalmente lunedì sera da Veronafiere e da Unacoma Service, il braccio operativo dell’Unione nazionale dei produttori di macchine agricole (aderente a Confindustria) che organizza a Bologna l’Eima, la manifestazione internazionale di settore più importante a livello italiano e sulla quale aveva messo gli occhi anche la fiera lombarda. Un accordo che blocca fino al 2016 le manifestazioni di macchine agricole sulle fiere di Bologna con l’Eima, che diventerà biennale, e di Verona a Fieragricola, che si svolge negli anni pari. La rassegna scaligera di fatto raddoppierà la superfice espositiva dedicata alle macchine, che passerà da 35mila a circa 70mila metriquadrati netti, facendo tornare la meccanica uno delle punte di diamante della manifestazione, come era stato fino all’inizio degli anni Novanta. Fieragricola tornerà quindi a occupare l’intero quartiere di Viale del lavoro, con una superficie espositiva di oltre 100mila metriquadrati totali netti. «L’intesa ripristina un rapporto con la Fiera di Verona che si era interroto 36 anni fa, con la decisione di Unacoma di dare vita all’Eima», spiega il presidente di Veronafiere Luigi Castelletti. «Questo consiglio di amministrazione per mesi ha lavorato sul piano industriale della fiera che prevedeva anche il consolidamento della filiera agricola e agroalimentare incentrata su Fieragricola, Vinitaly, Sol, Agrifood. Il piano prevedeva anche la possibilità di realizzare nuovi eventi o di implementare quelli esistenti, e in questa ottica si inserisce l’accordo con l’Unacoma». La rassegna veronese si svolgerà in complementarietà con l’Eima che resterà focalizzata sulla meccanizzazione, mentre Fieragricola si concentrerà su tutti i mezzi di produzione per l’impresa. L’Unacoma, spiega Castelletti, «si impegna a biennalizzare l’Eima e noi avremo una Fieragricola completa. Per questo dobbiamo dare una accelerata ai lavori in corso nell’area ex Enel e anche a quelli nell’ex area del centro di formazione Don Calabria che abbiamo recentemente acquistate». Per Castelletti l’accordo ha un valore «fortemente interdittivo nei confronti della campagna di acquisizioni del polo fieristico milanese. Un accordo chiuso dopo una gestazione di alcuni mesi, ma voluto da tutta la struttura e condiviso dai soci». L’intesa prevede lo svolgimento ad anni alterni delle due rassegne, «Noi non abbiamo modificato la data della Fieragricola che si svolgerà, come previsto, dal 9 al 12 febbraio 2006» puntualizza Castelletti. Nell’accordo con Unacoma è anche previsto una collaborazione per potenziare con la meccanizzazione la filiera del settore ortofrutticolo, floricolo e olivicolo, solo quest’ultima già presente a Verona con il Sol, il Salone dell’olio che si tiene in contemporanea con Vinitaly. Ortofrutta e floricoltura sono due settori che hanno già manifestazioni dedicate a Cesena con Macfrut e a Padova con Flormart. Un’attenzione che prelude ad altri accordi nel settore fieristico veneto emiliano-romagnolo, magari con una ulteriore sinergia tra Agrifood e il Cibus di Parma? «Le eccellenze vanno presidiate e le debolezze rafforzate», taglia corto Castelletti, «e tutto va nell’ottica di rafforzamento delle filiere e di rendere competitivo il polo fieristico territoriale veneto-emiliano nei confronti di quello del nord ovest». Dal punto di vista dei costruttori, ha commentato il presidente e amministratore delegato di Unacoma Service Guglielmo Gandino, «l’accordo siglato realizza alcuni obiettivi importanti: una maggiore flessibilità nella pianificazione delle attività promozionali, una razionalizzazione del calendario fieristico europeo e infine uno sviluppo delle attività di Unacoma Service, con l’acquisizione di esperienza e professionalità anche in settori complementari». Lucio Bussi