Rassegna stampa

A Torino la questione palestinese

Polemiche e rifiuti: anche il mondo della cultura, anziché cercare di smussare i toni (come ha appena fatto il direttore d’orchestra israeliano Daniel Barenboim, che si è esibito in un concerto per la Palestina), affila le armi e scalda gli animi. Ieri è stato lo scrittore e poeta palestinese Ibrahim Nasrallah (54 anni, nato in un campo profughi in Giordania; in Italia si può leggere il suo romanzo Dentro la notte pubblicato dalla piccola casa editrice sarda Ilisso) ha spedito al direttore editoriale della Fiera del libro di Torino, Ernesto Ferrero, una ferma lettera di protesta nella quale spiega il suo rifiuto a partecipare alla manifestazione, che si svolgerà a Torino dall’8 al 12 maggio prossimi. Motivo: l’ospite d’onore scelto quest’anno dagli organizzatori sarà Israele. «È stata grande la mia sorpresa – scrive Nasrallah – quando ho saputo che la vostra Fiera ha invitato Israele, nell’occasione dei 60 anni dalla sua nascita. Tanto più che insieme all’invito ho ricevuto la notizia del massacro a Gaza di 20 palestinesi per mano delle forze di occupazione israeliane e che il portavoce del Governo, nel descrivere il massacro, ha dichiarato: «È lo spettacolo più bello che si possa vedere».

L’autore rincara, poi, la dose: «Noi non siamo con la Palestina perché siamo palestinesi o arabi, ma perché la Palestina è una dura prova quotidiana per la nostra coscienza umana. La vostra decisione di invitare Israele ha dato un brutto colpo alle coscienze e ai sentimenti di milioni di persone in tutto il mondo».

Le polemiche, in Italia, erano infuriate non appena la decisione torinese di invitare Israele era stata annunciata, tanto che i vertici della Fiera stanno ora considerando come fare partecipare anche alcuni autori e rappresentanti palestinesi. Ernesto Ferrero stempera i toni e ribatte con pacatezza, ma con fermezza all’autore: «Mi accorgo – ci dice – quanto sia difficile spiegare che invitare Israele significa in concreto invitare i suoi scrittori. Non mi pare di vedere tra loro dei portavoce del Governo, ma semmai delle voci libere, spesso critiche». «Come tutti gli anni, poi – continua Ferrero – abbiamo invitato anche degli scrittori arabi e palestinesi. Tutto quello che la Fiera può fare è mettere a disposizione uno spazio d’incontro. Capisco che la situazione sia esacerbata, ma continuo a pensare che la presenza sia meglio dell’assenza, il parlare e il parlarsi meglio del silenzio e del boicottaggio». Ferrero ha anche risposto per iscritto a Nasrallah ricordandogli che i «libri sono gli unici strumenti per cambiare le ingiustizie del mondo». «Non vedo – conclude – dove possa portare il muro contro muro. Spero ci ripensi». Ma, di sicuro, da qui a maggio, altre polemiche non mancheranno.

Stefano Salis

LA MANIFESTAZIONE



La kermesse

La Fiera internazionale del libro si terrà a Torino, al Lingotto e all’Oval (in tutto 66mila metri quadrati d’esposizione), dall’8 al 12 maggio.

Il tema è "Ci salverà la bellezza?", posto da Fëdor Dostoevskij come alternativa drastica: il mondo sarà salvato dalla bellezza o sarà dannato dalla bruttezza?

Il Paese ospite

Quest’anno sarà Israele, con la letteratura di autori come David Grossman, Amos Oz e Abraham Yehoshua

Ibrahim Nasrallah

Nato nel 1954 in un campo profughi giordano, poeta, romanziere e fotografo, ha vinto il premio Sultan Oweiss

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