
A Roma si apre il maxi-cantiere
Per il 2004 nel mercato fieristico la principale novità arriva dalla capitale: con un’operazione di project financing da 500 milioni di euro di investimenti complessivi nasce la nuova Fiera di Roma che si afferma come seconda in Italia per dimensioni, candidandosi a entrare nella rosa dei maggiori centri espositivi internazionali.
L’avvio dei lavori è previsto per febbraio, mentre all’inizio del 2006 verranno inaugurati i primi padiglioni, per un totale di 147mila metri quadrati. Ma l’intera struttura entrerà a regime nel 2009, con i suoi 22 padiglioni che occuperanno oltre 200mila metri quadrati di superficie. Per la gestione del nuovo polo, in linea con le principali esperienze internazionali che prevedono la separazione tra la proprietà delle strutture e la gestione dell’attività, è stata creata una società partecipata al 25% dalla Fiera di Roma Spa (azionista di maggioranza della Spa è la Camera di Commercio con il 47,4%, mentre tra i soci figurano il Comune di Roma, la Regione Lazio e l’agenzia Sviluppo Lazio) e al 75% da operatori privati. Fiera di Roma Spa assumerà il ruolo di holding, mentre nella società di gestione entreranno la Lamaro Appalti dei fratelli Toti che realizzerà le strutture e un big del settore, la Promotor International di Alfredo Cazzola (Lingotto Fiere, Motor show).
Il nuovo polo sorgerà a Ponte Galeria, in un’area compresa tra il Grande raccordo anulare, lo scalo di Fiumicino e il Tevere; il progetto elaborato dallo studio Valle prevede la realizzazione nel quartiere fieristico di un grande albergo, insieme a infrastrutture moderne e di alto livello tecnologico.
La formula dell’intervento è quella del partenariato pubblico-privato: «La nuova Fiera di Roma sarà una delle più importanti opere di interesse pubblico realizzate nella capitale negli ultimi 50 anni – spiega il presidente di Fiera di Roma Spa, Andrea Mondello che guida anche la Camera di Commercio – si tratta di un esempio concreto di un modello di sviluppo da noi sempre sostenuto e promosso: l’interazione tra pubblico e privato che a Roma ha reso possibile la realizzazione di altre grandi opere come il polo tecnologico e il centro agro-alimentare».
Il nuovo polo fieristico nasce con una vocazione internazionale senza volersi porre in contrapposizione con le altre grandi Fiere italiane; la strategia illustrata da Mondello, punta piuttosto al dialogo e alla complementarietà che potrà produrre nuove alleanze, nella logica di rafforzare l’intero sistema nazionale. Nel calendario degli eventi previsti tra il 2006 e il 2010, insieme a quelli gestiti da operatori terzi si affiancheranno circa 20 nuove iniziative auto-promosse di interesse nazionale e internazionale, per le quali si stimano circa un milione e 200mila visitatori, che a regime supereranno i due milioni.
Verranno privilegiati quei settori che rispettano la vocazione della città come la multimedialità, le telecomunicazioni, la pubblica amministrazione, le tecniche costruttive, i beni culturali, il turismo e la moda.
A partire dal terzo anno di esercizio si prevede di raggiungere l’equilibrio di gestione, ma l’operazione avrà soprattutto un forte impatto economico sul territorio che a regime, è stimato in circa 700 milioni di euro annui con un incremento occupazionale di circa 45mila unità.
Per il successo del polo fieristico un fattore decisivo è rappresentato dai collegamenti infrastrutturali, ovvero dalla vicinanza dell’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci, del l’autostrada Roma-Fiumicino, del Gran raccordo anulare e del porto di Civitavecchia.