Rassegna stampa

A Pitti Filati è l’anno dell’ecosostenibilità

di Andrea Gennai

Una fiera scacciacrisi. A sentire i principali operatori partecipanti alla 63esima edizione di Pitti Filati, che chiude proprio oggi, sembra lontano il quadro congiunturale del settore, che nel 2007 ha fatto segnare un -4,5% in termini di fatturato. Gli stand fiorentini in questi giorni sono stati affollati dai buyer, non sono mancati gli stranieri (qualche americano in meno rispetto ai tempi d’oro, buona la presenza dall’Oriente, con qualche arrivo dalla Russia) e un moderato ottimismo ha fatto capolino tra gli addetti ai lavori. La carta vincente sembra ancora una volta essere la qualità dei prodotti italiani, anche se nessuno nasconde le difficoltà congiunturali delle principali economie mondiali (a partire dal rischio recessione negli Stati Uniti).

Una fiducia per il futuro che traspare nelle parole di Raffaello Napoleone, a.d. di Pitti Immagine. «Non possiamo negare che esistano difficoltà – spiega – soprattutto sui mercati più maturi. Ma i filati italiani, quelli più orientati alla ricerca, hanno la leadership assoluta a livello internazionale e l’appuntamento di questi giorni lo conferma».

Ricerca, qualità e servizio alla clientela sono la ricetta per battere la crisi. Come sottolinea Piergiorgio Cariaggi, a.d. dell’omonimo gruppo. «Continuiamo a crescere – sottolinea – puntando sulla qualità. E si arriva a questo investendo molto in tecnologia, anche in momenti come questo, che potrebbe indurre alla prudenza». Segnali incoraggianti arrivano anche da Stefano Borsini, presidente di Manifattura Igea. «I grandi clienti ci sono sempre – nota – le delegazioni sono meno affollate di una volta, ma a questo appuntamento non si può mancare. L’interesse mostrato è alto e soprattutto viene premiata l’alta creatività». Valutazioni che sostanzialmente si ritrovano nelle parole di Alfredo Botto Poala (Zegna Baruffa) e Leandro Gualtieri (Filpucci).

Il tema centrale di questa edizione di Pitti Filati è stato quello dell’ecologia, intesa come nuova frontiera della creatività del lusso. All’interno degli spazi della Fortezza da Basso sono stati allestiti "Equo-eco-friendly", lo spazio laboratorio per mostrare le fasi di lavorazione dei prodotti ecologici, e "Turbonatura", l’area di Pitti Immagine per capire le nuove tendenze "verdi" sotto la direzione creativa di Angelo Figus e Nicol Miller. I visitatori di quest’ultimo spazio si sono trovati a contatto con una sorta di bosco surreale e futuribile, fatto di alberi con innesti di acciaio dai cui rami spuntano frutti/filati.

E così anche il mondo dei filati si dichiarano pronto alla sfida ambientale: una strada dettata dalla necessità, e che trova i produttori assolutamente allineati. È questo ad esempio il caso di Lineapiù, che porta avanti il progetto di un filato realizzato con cotone organico, acquistato presso piccole cooperative autonome in Uganda. «Dare sostegno a Paesi in via di sviluppo è credere in un futuro sostenibile». Così infatti il presidente Giuliano Coppini spiega l’adesione a Edun. La collezione, lanciata dalla rock star Bono insieme alla moglie Ali Hewson, ha l’obiettivo di aiutare i Paesi in povertà promuovendo sviluppo economico e condizioni di lavoro più sane.

L’impegno solidale delle aziende e le note di ottimismo raccolte tra i principali big del settore non fanno certamente dimenticare le sfide competitive a cui è chiamato il sistema. L’analisi più approfondita dei dati 2007 evidenzia infatti cedimenti sia della filatura liniera (-6,7%) che di quella cotoniera (-6,1%) e laniera (-4%). Con l’ultima battuata d’arresto, dal 2001 il decremento cumulato del giro d’affari della filatura italiana risulta pari al 32,4 per cento. Un dato pesante che ha penalizzato le aziende poco inclini alla ricerca e ai prodotti di valore aggiunto, una selettività che ha consentito di rafforzare sul mercato internazionale una serie di player nostrani di provata capacità.

E se l’export soffre, anche la domanda interna non esulta. La stessa domanda interna, che nel 2006 aveva garantito alla filatura una contributo espansivo consentendo al fatturato globale di limitare i danni(-0,6%), mostra ora tutta la sua debolezza: nel 2007 ha registrato un calo del 2,5 per cento anche per l’effetto scorte. Il 2008 non è iniziato sotto i migliori auspici, ma la fiera di questi giorni può rappresentare un punto di svolta.

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