Rassegna stampa

A Francoforte clonate le luci made in Italy

FRANCOFORTE – La fiera di Francoforte ha risposto con i fatti ai contraffattori e i poliziotti accompagnati da doganieri hanno sequestrato lampade e oggetti negli stand del padiglione "cinese" di Light & Building, la rassegna di architettura e illuminotecnica che ha chiuso ieri. Il servizio anticontraffazione della fiera opera da tempo e in forma gratuita, dichiara Katia Kammere, coordinatore del servizio. Da diversi anni interviene molto spesso facendo chiudere con tempestività stand su stand.

In questi giorni il servizio ha lavorato per bloccare produttori indicati da aziende europee e italiane. La lampada Mix di Luceplan, superbrevettata, non era ancora stata presentata al Light & Building e già nel primo giorno della fiera, come ha annunciato Alessandro Sarfatti, amministratore delegato della società, un funzionario tornava da un giro nel padiglione cinese con il numero dello stand esatto dove un piccolo clonatore asiatico presentava a tutti con orgoglio Mix, la loro versione del prodotto italiano. Identico, impressionante per la perfetta riproduzione estetica della forma e dei dettagli ma senza la tecnologia della lampada Luceplan.

È immediatamente partita l’azione legale ma la rapidità non sembra essere stata sufficiente ad arrestare un problema che non riguarda soltanto i cinesi – sostiene Mario Nanni, fondatore di Viabizzano, specialista in architetture di luce, con lavori come il Kilometro Rosso di Jean Nouvel, la fabbrica di Brembo -, bensì anche e soprattutto gli italiani. «Noi abbiamo 15 brevetti tra i quali la doccia luminosa che ha avuto un grande successo ma non riusciamo a frenare nemmeno l’attività di copiatore in serie di un’azienda vicina alla nostra, a Bologna, che sforna quantità enormi di lampade e oggetti copiati, non soltanto tratti dalla nostra produzione. Che facciamo, noi piccoli? Io credo che se si sceglie l’innovazione spinta con tecnologie particolari come la nostra lamina di estruso di alluminio che emette luce, forse si riesce a vincere. Ma che fatica!».

«Ogni anno spendiamo oltre 500mila euro – aggiunge Piero Gandini, amministratore delegato di Flos -. Io invito a seguire quello che fa Israele in questo settore. Alla prima denuncia la polizia esce in forze e mette giganteschi nastri di scotch non solo allo stand ma anche all’edificio dove hanno sede l’azienda o l’importatore e applica multe molto molto pesanti».

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