Rassegna stampa

A Firenze la Fiera «brucia» 12 milioni

FIRENZE – Se non è un record, poco ci manca. Nei suoi primi cinque anni di vita, dal 2001 (anno dell’incorporazione del Centro Affari) al 2005, Firenze Fiera ha "bruciato" più di 12 milioni di euro. A cui se ne aggiungeranno almeno altri due quest’anno. La spa unica di gestione del polo fieristico-congressuale fiorentino (che fino al 2003 si chiamava Firenze Expo) – controllata da Regione Toscana (col 31%), Camera di commercio (28%), Provincia (9%) e Comune (9%) di Firenze – non solo non ha mai prodotto utili, ma ha accumulato perdite su perdite, fino ai 6,278 milioni del 2005 (+212% sull’anno precedente), su un fatturato sceso a 14,6 milioni (-11% sul 2004).

I bilanci sono lo specchio di una crisi che viene da lontano, e ora rischia di produrre conseguenze clamorose: dall’esordio con 1,5 milioni di perdita nel 2001 (anno in cui pesarono gli oneri legati alla fusione col Centro Affari), si è passati a un "rosso" di 1,4 milioni del 2002, sceso a 862mila euro nel 2003, risalito a due milioni nel 2004, fino all’"esplosione" del 2005. A questi risultati si è accompagnata una frenata dei ricavi, che in cinque anni sono dimagriti di 2,6 milioni (da 17,2 a 14,6 milioni).

Difficile, di fronte a questi numeri, chiamare in causa ammortamenti, tasse e svalutazioni: il margine operativo lordo ha raggiunto, al massimo, il 12% del fatturato (nel 2002), fino a diventare negativo a partire dal 2004 (nel 2005 ha toccato -1,5 milioni). All’ultima erosione del capitale, la società metterà una pezza con la ricapitalizzazione da 3,5 milioni votata dall’assemblea a fine maggio, che sarà realizzata nei prossimi mesi. Ma l’aumento di capitale non basterà per dare gambe all’atteso rilancio che, a questo punto, slitta almeno al 2007.

Per far ripartire su nuove basi la società, gli azionisti sono chiamati a risolvere le questioni messe sul tappeto dall’amministratore delegato, Alberto Bruschini, nominato nel 2005 in quota Ds: concessione demaniale per la Fortezza da Basso (scadrà nel 2017), location per il nuovo palacongressi, disponibilità di tutti gli spazi dentro la Fortezza (esistono ancora cinque affitti), accesso dei camion alla fiera, "sanatoria" dei cinque padiglioni fieristici abusivi che occupano oltre 10mila mq dentro la Fortezza. Solo quando tutti questi nodi saranno stati sciolti, ha fatto sapere Bruschini, si potrà aggiornare il piano industriale che oggi non prevede alleati, e pensare allo sviluppo in partnership.

A questi nodi si aggiunge poi quello – sollevato dagli azionisti – della riduzione dei membri del consiglio di amministrazione (oggi sono 17). L’assemblea per la modifica dello statuto è fissata il 30 giugno, ma se (com’è probabile) per quella data i soci pubblici riuniti in un patto di sindacato non troveranno un nuovo accordo di governance (accordo che abbraccia anche la sostituzione del dimissionario presidente di Firenze Fiera, Alberto Bianchi), la decisione slitterà al 27 luglio. In ogni caso le modifiche statutarie non entreranno in vigore subito, ma alla scadenza del mandato del Cda, fissata nel 2007.

Tutto rinviato, dunque. Nonostante l’annuncio dell’assessore regionale Anna Rita Bramerini che otto mesi fa, fresca di nomina nell’ente che è azionista di riferimento di Firenze Fiera, prometteva: «Entro il 2005 sarà impostato il rilancio della società».

Quello che è mancato invece è il gioco di squadra e una strategia condivisa per far decollare una struttura che avrebbe dovuto essere il volàno per il rilancio del sistema fieristico regionale: politica e categorie economiche sembrano aver privilegiato la difesa di poltrone, interessi corporativi e rendite di posizione.



www.firenze-expo.it

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