
A Dallas uno stadio di marmo
Coniugare marmo e design, mettere in relazione aziende, architetti e designer, puntare sulla formazione dei progettisti. È una strategia complessa quella messa in campo da Marmomacc, la mostra di marmi, pietre, design e tecnologie di Verona che il prossimo 29 settembre giungerà alla 45esima edizione forte del successo ottenuto nella precedente kermesse con più di 53mila visitatori di cui 45% stranieri (dato in leggera crescita). «Questa è una fiera – ha commentato Mauro Albano, brand manager di Marmomacc – che può avere risentito un po’ della crisi visto che rallentando l’edilizia rallenta anche il comparto del marmo, ma è una fiera solida perché da qui passa il mercato, si incontrano contemporaneamente le migliori aziende del settore con i progettisti ed è una manifestazione che ha un fortissimo legame internazionale».
Designer di fama mondiale abbinati ad aziende produttrici sono stati chiamati a elaborare 15 progetti che poi verranno esposti nella fiera di fine settembre. È solo l’ultimo tassello della politica adottata da Marmomacc. Ma un altro segnale importante è rappresentato dalla presenza dell’architetto statunitense di origini italiane Loretta Fulvio, vicepresidente e senior interior designer dello studio Hks, che intende presentare la costruzione del nuovo stadio della squadra di football americano di Dallas, i Cowboys (una delle più amate e titolate), dove il marmo in gran parte italiano ha un ruolo importante. È stata anche avviata una collaborazione con alcune archistar come il giapponese Kengo Kuma.
Il tema della formazione ha radici lontane, più di 12 anni fa la Fiera cominciò a creare corsi di formazione per gli architetti nordamericani (all’epoca era forse il mercato più importante al mondo per il marmo insieme alla Germania) con anche dei crediti formativi riconosciuti dal l’American institute of Architects, l’organizzazione professionale statunitense. Crediti in successione riconosciuti dalla corrispettiva associazione canadese, poi inglese quindi australiana. Questo ha permesso la creazione di un network internazionale molto solido. Adesso – sono 4 anni oramai – sono iniziati i corsi legati ad alcune università italiane di architettura, come quella di Mantova, di Ferrara quindi di Trento e con il Politecnico di Milano è stato avviato un master post-universitario. L’obiettivo di fondo dell’intera fiera è quello di avvicinare sempre più il progettista al materiale e all’uso contemporaneo della pietra favorendo al contempo la sopravvivenza delle imprese del settore. Un percorso che sta avendo successo visto che a quattro mesi dalla nuova rassegna le iscrizioni sono in linea con quelle del 2009, come conferma Mauro Albano brand manager di Marmomacc. «Negli ultimi anni – ha osservato il vicepresidente vicario di Veronafiere Claudio Valente – abbiamo cercato di modificare la visione prevalente di questo materiale, invitando i più famosi architetti italiani e internazionali che hanno fatto conoscere al pubblico le caratteristiche della pietra e del marmo, prodotti naturali e sostenibili. con missioni internazional in Usa, Brasile, India, area del Mediterraneo e Medio Oriente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA