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Tutelare l’ambiente riciclando i fanghi della lavorazione

Le elaborazioni statistiche, presentate nel rapporto Stone Sector 2014 curato da IMM Carrara, evidenziano che i mercati del settore lapideo internazionale sono in forte crescita e anche nel 2013 il valore del commercio internazionale di materiali lapidei è stato in crescita del +4,3% rispetto al 2012 per un volume di affari che vale oltre 22,3 miliardi di euro.
In presenza di uno scenario che evidenzia la positività del ciclo della trasformazione è evidente anche la necessità di gestire in modo innovativo e sostenibile anche l’intero ciclo di vita dei materiali lapidei quali prodotti da costruzione e la stessa Commissione Europea, nell’ambito del suo piano d’azione per il settore delle costruzioni (Construction 2020) ribadisce ribadita l’importanza dell’ uso efficiente delle risorse non rinnovabili, della riduzione dei consumi energetici nei processi produttivi e della gestione dei rifiuti prodotti dal settore come nuova risorsa considerato che nell’ambito CE la produzione annua di fanghi residui della lavorazione della pietra naturale è valutata in circa cinque milioni di tonnellate.
Per trovare soluzioni che non siano quelle del puro conferimento a discarica, è stato avviato un partenariato europeo al quale partecipano soggetti spagnoli, portoghesi e italiani con l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che stanno lavorando per sviluppare una metodologia utile alla valorizzazione e riciclo dei fanghi che derivano dalla lavorazione della pietra naturale.
Il progetto si chiama Recyslurry e, avviato nel 2011, ha permesso di affrontare i principali aspetti tecnici nei processi di riciclo dei fanghi analizzandone anche le problematiche economiche per assicurare la fattibilità dei processi di riutilizzo proposti.
Partendo da esperienze già svolte sono state individuate, nell’ambito di Recyslurry, diverse possibili applicazioni per i fanghi provenienti dal settore lapideo, anche se ancora non sono state superate alcune problematiche legate all’applicabilità dell’impiego dei fanghi su scala industriale.
Ad oggi, stando alle valutazioni degli esperti che hanno collaborato al progetto, i settori più interessanti per il riutilizzo di questi residui di lavorazione sono quelli dell’industria del cemento, del calcestruzzo, della ceramica e della pitture. I risultati del lavoro svolto saranno illustrati a CarraraMarmotec nel corso di un convegno in programma giovedì 23 con inizio alle 10 nella sala convegni del Centro Direzionale.
Nel corso delle attività programmate è stato sviluppato nel centro tecnologico spagnolo di AIDICO (Novelda, Spagna) un impianto pilota per l’essicamento dei fanghi che prevede la caratterizzazione in linea dei fanghi da trattare, la loro preparazione e la successiva valorizzazione mediante trattamento in forno a micronde costituito da differenti magnetron a diversa potenza. Il processo è in grado di ridurre il contenuto d’acqua dei fanghi da un valore iniziale del 25-28% fino al 5-6% rendedoli utilizzabili in nuovi processi e garantendo una produttività ed una efficienza compatibili con la scala industriale. La trasferibilità dei risultati su scala produttiva è confermata da alcune prove su scala reale presso aziende interessate a realizzare nuovi prodotti con l’impiego dei fanghi valorizzati. Le verifiche svolte comprendono la possibilità di realizzare un’ampia varietà di rivestimenti per interni ed esterni, di prodotti per la pavimentazione, di guaine impermeabilizzanti per il settore dell’edilizia oltre che di mattoni e di elementi auto-bloccanti per il settore delle costruzioni.
I risultati conseguiti fino ad oggi sono sicuramente interessanti per diversi che comprendono la competitività dei prodotti realizzati rispetto a quella dei prodotti convenzionali per l’edilizia ma anche per le soluzioni estetiche oltre che per la possibilità di usare quantitativi consistenti anche per la preparazione delle miscele di base per la realizzazione del prodotto finito.

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