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Scanavino (Cia): «Reti d’impresa come risposta alla crisi del florovivaismo»

«Il florovivaismo deve trovare il coraggio di scommettere sulle reti d’impresa: il mercato chiede alle imprese la capacità di innovare- in primis sull’aspetto della capacità di penetrazione commerciale – e questo strumento si presta bene, perché è flessibile e richiede tempi rapidi rispetto ad altre forme di aggregazione». Così Secondo Scanavino, presidente nazionale Cia – Confederazione Italiana Agricoltori, intervenendo oggi in Fiera a Padova a Flormart – Salone internazionale Florovivaismo e Giardinaggio in occasione delle premiazioni del concorso Nòva_Green, dedicato ai prodotti più innovativi proposti dalle aziende florovivaistiche. Scanavino ha ribadito come alla strada delle reti d’impresa stia guardando con molto interesse anche il mondo agricolo. «Come associazione di categoria – ha aggiunto – stiamo studiando a fondo lo strumento e le possibili applicazioni nel nostro settore: la normativa fiscale è chiara, non ci sono aree grigie, qualche esempio di successo è già partito. Per quanto riguarda il comparto del florovivaismo, l’utilizzo dello strumento potrebbe essere molteplice: penso ad esempio al caso di 4 aziende che si aggreghino per proporsi insieme sul mercato Olandese, o ancora ai vantaggi derivanti da reti che riuniscano insieme i diversi segmenti della filiera».
La presenza di Scanavino è stata anche occasione per fare il punto sull’andamento del florovivaismo in Italia e a livello regionale: «Il Veneto, grande produttore di piante ornamentali – ha spiegato – sta scontando in modo particolare la crisi dell’edilizia e la contrazione dei cantieri pubblici: si realizzano meno parchi e meno giardini pubblici e privati, e di conseguenza è calata in modo significativo anche la domanda di piante». In Veneto negli ultimi anni – secondo il recente rapporto sul florovivaismo di Veneto Agricoltura – hanno chiuso i battenti 172 imprese florovivaistiche dall’inizio della crisi. Le imprese veneto del settore al 31 dicembre 2014 erano 1563, con un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente: proprio in risposta alla crisi che ha investito il settore si registra una spiccata tendenza alla diversificazione delle colture. A livelo

Il presidente Cia ha poi consegnato i premi: i primi premi delle tre diverse categorie in concorso sono andati andati a Janus Energy per le Termostrisce Sunnyday, innovativo impianto per il riscaldamento basale in serra, a Sheurich per il vaso dall’ergonomia originale e funzionale Sky Balcon e a Giorgio Tesi Group per Ginkgo Bilboa, selezione esclusiva di 4 nuovi ginkgi che sta incontrando grande successo nel mercato.

Questa mattina inoltre il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha presentato in anteprima a Flormart due recenti innovazioni studiate e realizzate da giovani ricercatori sotto il coordinamento scientifico di Gianluca Burchi, direttore della sede Crea – Orticoltura e Florovivaismo di Pescia: un software che permette ad un  drone equipaggiato con telecamere multispettrali di rilevare in tempo reale, in volo, lo stato delle colture e un nuovo substrato a minore impatto ambientale che fa risparmiare acqua e concime. Il software, messo a punto da Roberto Fresco del Crea in collaborazione con una società spin-off specializzata nei sistemi di pilotaggio remoto, permette – una volta impostata la rotta per una specifica zona – di ottenere una mappa dettagliata e caratterizzata da differenti gradazioni di colorazione delle piante (rilevata in volo dai sensori a bordo), a seconda della loro eventuale sofferenza, rendendo possibile anche risalire alla causa che la determina. Una strumentazione altamente tecnologica e precisa, che abbatte i tempi rispetto alle ricognizioni a terra, assicurando così interventi più tempestivi ed efficaci. Dalle provette di laboratorio arriva invece l’altra innovazione, realizzata da Domenico Prisa del Crea: un substrato per strutture in vaso, realizzato con materiali di scarto. Utilizzando un mix di materiali organici (compost, bio-digestati, scarti di aziende agroalimentari, funghi) ed inorganici (su tutti la zeolite, un minerale abbastanza comune in Italia), si ottiene un medium alternativo e anzi, preferibile alla torba, costosa e di difficile reperimento. Le caratteristiche chimico-fisiche della zeolite, infatti, garantiscono una maggiore assimilazione d’acqua ed una stimolazione ormonale della pianta, che porta benefici anche nel suo apparato radicale.

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