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SALONE INTERNAZIONALE DEL GUSTO E TERRA MADRE A RIDOTTO IMPATTO AMBIENTALE

Sono stati presentati questa mattina i risultati
del progetto
Un nuovo modello di
evento a ridotto impatto ambientale
applicato a Salone del Gusto e Terra Madre 2008 da Slow Food, Regione
Piemonte e Città di Torino,
soggetti organizzatori dei due eventi.

All’incontro sono intervenuti Roberto
Burdese, presidente Slow Food Italia, Luigi Bistagnino, presidente corso di studi
Disegno Industriale – Politecnico di Torino; Salvatore De Giorgio, direttore
Ambiente Regione Piemonte; Catia Bastioli, amministratore delegato Novamont; Andrea
Varnier, direttore generale Lingotto Fiere; Beppe Gamba, presidente AzzeroCO2.

 

«Con l’edizione 2006 di
Salone del Gusto e Terra Madre ci siamo chiesti se fosse possibile realizzare
eventi a ridotto impatto ambientale. La risposta, dopo due anni e mezzo di
lavoro con i soggetti istituzionali e tutti i partner, è stata certamente
positiva e i dati che presentiamo oggi lo confermano. Abbiamo creato un modello
esportabile di manifestazione a ridotto impatto ambientale in grado di
promuovere l’eccellenza del Piemonte, un laboratorio permanente di analisi e
sperimentazione volto a creare una nuova economia coinvolgendo i soggetti più
sensibili, per la maggior parte piemontesi. Già altri organizzatori di eventi
in Italia e all’estero si sono dimostrati interessati ad applicare il know how acquisito per replicarlo nelle
loro manifestazioni. Siamo coscienti di non poter annullare l’impatto di eventi
così complessi come Salone del Gusto e Terra Madre, ma gli interventi
dell’edizione 2008 rappresentano solo una prima tappa di un percorso che
porterà nel 2010 e nel 2012 a risultati ancora più incoraggianti – ha
dichiarato Roberto Burdese presentando il progetto».

 

Luigi Bistagnino,
introducendo i dati raccolti e analizzati dal dott. Franco Fassio ha
sottolineato come «la realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla
volontà di Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, all’apporto del
Politecnico di Torino per quanto riguarda la parte scientifica e progettuale e,
soprattutto, alla disponibilità e all’impegno delle 25 aziende, per la maggior
parte piemontesi, che hanno creduto insieme a noi al progetto e lo hanno
sviluppato tecnicamente permettendoci di raggiungere questi obiettivi».

 

Pensare al Salone e Terra Madre come eventi
fieristici sostenibili è stata una scelta coerente con la filosofia del buono, pulito e giusto portata avanti da
Slow Food e condivisa pienamente da Regione Piemonte e Città di Torino, oltre
che da sponsor tecnici e partner. Il progetto Un nuovo modello di evento a ridotto impatto ambientale, realizzato
in collaborazione con Disegno industriale – Politecnico di Torino, ha
interessato tutte le fasi della progettazione creando una rete di saperi
interdisciplinari, coinvolgendo 25 aziende operanti in diversi settori.
L’approccio sistemico,
secondo il
quale gli output di una fase
diventano input di un’altra, seguendo
l’iter che avviene in natura,
grazie alla partecipazione di diverse professionalità
tra loro complementari, ha realizzato
scenari
sostenibili di consumo e gestione degli scarti.
L’esigenza infatti è stata quella di tentare di
armonizzare il più possibile il contenitore (Lingotto Fiere e Oval
Lingotto) e i contenuti (prodotti
esposti, laboratori, etc.), rendendoli conformi e coerenti tra loro.
È
un procedimento di lavoro per la prima volta applicato a eventi di livello
internazionale.

 

Gli ambiti progettuali presi in considerazione,
oltre ai consumi energetici e di acqua, alla produzione di rifiuti e alle
emissioni di CO2, sono stati gli allestimenti, gli imballaggi, i materiali per
la fruizione del cibo, la logistica per il trasporto di persone e merci. A
fronte di un aumento registrato rispetto al 2006 della superficie interessata
dalle due manifestazioni e le presenze di visitatori, espositori e partecipanti,
i risultati ottenuti sono stati migliori delle più ottimistiche previsioni: ad
esempio sono state prodotte 281,84 tonnellate di rifiuti indifferenziati in
meno riducendo il costo (che incide sulla collettività) per il loro smaltimento
di 25.365 euro. Laddove non si è potuto intervenire direttamente per la
riduzione di CO2, si è provveduto alla piantumazione nel parco fluviale del Po
torinese di alberi autoctoni; gran parte del concime utilizzato è il compost
prodotto dai materiali biodegradabili raccolti nelle due manifestazioni.

 

Su
www.slowfood.it il prospetto dei risultati raggiunti nei vari ambiti di
applicazione, con la comparazione dei dati del 2008 con quelli relativi al
2006.

 

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