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ROMA, CONVEGNO “CONVIVENZA E IMPRENDITORIALITÀ. NUOVE PROSPETTIVE TRA ITALIANI E IMMIGRATI” A PERCORSI DI VITA COLLETTIVA

PERCORSI DI VITA COLLETTIVA. Tre giorni di confronto e aggiornamento per gli operatori del mondo cattolico, sociale e non profit e gli enti, le istituzioni, le imprese coinvolti nei processi produttivi, economici e organizzativi della vita comune.

Apertura dei lavori: giovedì 28 ottobre alle ore 10,30 con il convegno sul tema:“Convivenza e imprenditorialità. Nuove prospettive tra italiani e immigrati”nel corso del quale verranno presentati e commentati da Caritas/Migrantes gli ultimi dati del “Dossier statistico immigrazione” sulla presenza degli imprenditori immigrati oggi in Italia.
Interventi di S.E.R. Mons. Benedetto Tuzia, Vescovo Ausiliare di Roma; Claudio Cecchini, assessore alle politiche sociali e per la famiglia della Provincia di Roma.
Testimonianze di immigrati imprenditori e operatori di società di servizi per lavoratori immigratiUn decimo della forza lavoro (e del nostro Prodotto Interno Lordo) oggi è rappresentata dagli immigrati; secondo i dati 2009 riportati nel rapporto “Immigrati imprenditori in Italia”, sono 156 mila le aziende costituite da immigrati che lavorano in agricoltura, nel commercio, nell’edilizia e nei servizi. Lontano dallo stereotipo del “vu cumprà”, si tratta di aziende condotte da immigrati imprenditori saldamente radicati nel territorio e che offrono servizi spesso competitivi in qualità e prezzi.
Per assicurare nei prossimi anni al nostro Paese un numero sufficiente di popolazione in attività ci sarà bisogno di nuovi flussi, certamente programmati e controllati, ma inevitabili. Con buona pace di coloro che sostengono che l’immigrazione in Italia non è una priorità e che il nostro non è un Paese multiculturale. 
 “L’immigrazione – dicono i curatori del Dossier statistico immigrazione – è una opportunità che ci viene offerta dalla storia per il nostro benessere economico, la nostra crescita culturale e la nostra sensibilità religiosa”. 
È possibile un futuro di pacifica convivenza e di proficua integrazione fra lavoratori italiani e immigrati?

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