
REGGIO EMILIA, A IMMAGINA È IL MOMENTO “POP MAKERS, POP LOVERS” DI LUDMILLA RADCHENKO
Ludmilla Radchenko sarà in fiera sabato 8 dicembre a disposizione dalle ore 12 per tutto il pomeriggio e presenterà il libro “Pop Makers Pop Lovers…” insieme a Raffella A. Caruso, autrice e curatrice dell’omonimo progetto nato dall’incontro artistico tra Elio Fiorucci e Ludmilla Radchenko.
A Immagina, Arte in Fiera (a Reggio Emilia Fiere fino al 10 dicembre), Ludmilla avrà uno spazio nel quale presenterà il progetto “Pop Makers Pop Lovers…” ; cinque tableaux vivants: protagonisti i cinque sensi e lo gnomo della Love Therapy. E’ questo il cuore del Progetto Love Therapy: indicare allo spettatore alternativi mezzi di conoscenza.
Uno dei punti nodali del pop è il concetto di Icona, la constatazione del bisogno di ogni società, infantile eppure per certi versi necessario e salutare, di riconoscersi nei propri miti. Dopo l’incontro con il guru della moda Elio Fiorucci, ogni oggetto, ogni immagine è spunto creativo: e il gioco continua, sino a rendere icona il nano della Love Therapy, attuale progetto creativo di Elio Fiorucci. Ci rapportiamo con la realtà attraverso i cinque sensi: con essi proviamo piacere. Il piacere del cibo, il piacere del contatto fisico e sessuale. Si possono provare sensazioni sublimi alla vista di un dipinto, di uno spettacolo naturale, nell’ascoltare musica, nell’essere immersi nei profumi della natura, ma per quello che è il livello di evoluzione dell’uomo manca sempre qualcosa. A nulla vale procurare ai nostri sensi sempre nuove e più estreme esperienze. Nonostante l’enorme possibilità che abbiamo di gustare, toccare, vedere, udire, odorare, manca sempre qualcosa … E’ questo lo gnomo di Elio Fiorucci, il sesto senso, l’apertura al mondo dell’invisibile, il tramite verso nuovi canali percettivi.
Anche per la giornata di sabato 8 dicembre a Immagina i visitatori potranno visitare tutta la fiera, sia le gallerie private, con le loro opere in vendita, sia le manifestazioni collaterali, quest’anno di grandissimo interesse. “Le stanze del disegno” di Omar Galliani, promossa dalla galleria Bonioni Arte, presenta una serie di opere monumentali di grande formato e di forte impatto, che intendono creare all’interno della Fiera un allestimento di tipo museale, in modo da rappresentare uno sguardo complessivo. Le opere scelte rappresentano alcuni cicli fondamentali del percorso del Maestro e attraversano tre suoi celebri periodi. Alcuni esempi risalgono, infatti, ai primi anni ’90 altri agli anni 2000. In mostra una serie mai esposta intitolata “Anelli”, quattro disegni a grafite su carta di grande formato datati al 1993, eseguiti prima ancora della realizzazione delle sue grandi tavole, alcune opere della serie “Nuove anatomie” del 2002 e di “Nuovi fiori, nuovi santi”, la serie ancora adesso in fase di elaborazione.
Visto il successo di pubblico riscontrato a “Contemporanea” – analoga fiera svoltasi in novembre a Forlì – Romagna Fiere ha pensato di portare anche a Reggio Emilia “In Viaggio”, spazio dedicato alle opere in bronzo e ceramica di Paolo Staccioli, nel quale lo scultore rappresenterà il suo mondo fantastico in bilico tra finzione e realtà con un’installazione di sculture monumentali in ceramica e bronzo + corten. Novità di questa edizione sarà il progetto “Warm up” a cura di Mauro De Francesco. La scelta stessa del nome indica l’intenzione di promuovere l’arte emergente proponendo una sorta di riscaldamento per le giovani gallerie, come esperienza per le sfide future. Per l’esordio, “Warm up” presenta alcune interessanti gallerie (sorte dopo il 2008, con prevalenza di artisti under 40) tra cui una dalla Siria e una dall’Inghilterra.
La mostra itinerante “Il Disebocchio” esposta a ottobre al Museo di Santa Giulia a Brescia è ora ad Immagina, per poi spostarsi poi al Museo Archeologico di Spoleto. Ce ne parla Alberto D’Atanasio, storico dell’arte e docente di storia dell’arte e semiologia dei linguaggi non verbali e che dell’evento è curatore. La città in questo progetto non è pensata né concepita come grande centro abitato, spesso contrapposto a campagna, contado, ma piuttosto come luogo in cui l’uomo si riconosce, dove si perde per ritrovarsi o per disperdersi senza trovarsi mai più. In questo progetto la città non ha mura, ha invece antri luoghi non luoghi che sono costruiti dai ricordi e dalle vite vissute. La città in questa iniziativa non ha strade, né vie. Sono i sogni e le speranze mai sopite a tracciare vicoli, vie e strade. La città dell’Anima è un luogo che non c’è, ma che si può trovare tra i ricordi, tra i sentimenti, tra le speranze e le rabbie, tra i desideri e le grida mai urlate o quelle strillate senza che nessuno le sentisse. È per questo che il viaggio di riscoperta della Città dell’ Anima comincia dallo scaRaboccHio cioè dai disegni che producono i bambini e che gli adulti cercano di riprodurre quando al telefono disegnano sul giornale o sulla rubrica telefonica. Così lo scarabocchio si arricchisce diviene linea di confine tra qualcosa di illeggibile e qualcosa che l’occhio riconosce. Per cui lo scarabocchio verrà concepito come entità definita e finita con la stessa dignità del disegno.