
Qualitec technology award
Anche per l’edizione 2014 SEATEC ha riservato un premio a oggetti e componenti di arredo presentati dalle aziende espositrici come esempio di innovazione utili per elevare la qualità della vita a bordo e nelle attività collegate.
La giuria, presieduta da Paolo Scifoni che ha avuto come giurati Roberto Franzoni e Tommaso Molinari ha scelto fra numerose proposte oggetti e prodotti molto utili che dimostrano come nel settore della nautica le aziende siano impegnate, con successo, nella ricerca.
Nel corso della cerimonia di premiazione il presidente di CarraraFiere, Fabio Felici, ha ricordato che “si tratta di premi molto ambiti dagli espositori che, presentando alla giuria prodotti altamente innovativi ribadiscono la capacità del settore di fare ricerca puntando sulla qualità che è elemento centrale del made in Italy”.
Paolo Scifoni ha poi letto le motivazioni della giuria nell’assegnazione dei premi che hanno visto vincitore ECI – 100 di Raymarine in quanto ” unità di interfaccia universale di piccolissime dimensioni destinata alla raccolta di dati dei motori e del controllo autopilota via Can Bus. Si tratta di un’unità semplice, destinata all’utenza motonautica di piccole e media dimensione, che permette di integrare l’ultima generazione di display multifunzione, eliminando al contempo la necessità di gateway multipli per ogni motore e per l’autopilota. Il punto di forza del sistema è la sua semplicità, il suo basso costo, le piccolissime dimensioni che ne consentono un’applicazione in ogni recesso dell’imbarcazione e la versatilità di interfaccia con quasi tutti i produttori di motori presenti sul mercato. La tecnologia del sistema non è nuova, ma finora era riservata ad apparati propulsori di dimensioni, costo e complessità molto più elevate. Aver dimensionato questo componente per una scala molto più semplice e più accessibile a più ampie fasce di utenza costituisce un importante passo avanti sul mercato e merita il riconoscimento della Giuria”
Una menzione speciale è stata assegnata LINSET (Laboratorio di Ingegneria Sperimentale e testing) per NRJ 1401 T che ha presentato in concorso ” una resina ottenuta mediante un processo di conversione ed additivazione, la cui caratteristica finale più rilevante è la polimerizzazione mediante innesco con esposizione ai raggi UVA. Il processo è di per sé già noto ed applicato in vari ambienti (resine per applicazioni ricostruttive dentali, ad es.), ma proposto per la prima volta in una filiera industriale di pre-trattamento, in modo da eliminare completamente gli effetti collaterali di rilascio di inquinanti in atmosfera (catalizzazione tradizionale). Rispetto ai sistemi di recupero degli inquinanti mediante sacco del vuoto, questo metodo innovativo consente di effettuare lavorazioni di riparazione, ad esempio, in posizione subverticale o sopratesta, anche in situazioni in cui la tecnica dell’infusione sarebbe non praticabile, con un tempo di reazione estremamente breve, anche per spessori di laminato fino a 20 mm. Le caratteristiche meccaniche del manufatto risultano ancora migliorate, grazie al fatto che la penetrazione delle radiazioni UV consente di “attivare” correttamente il processo di polimerizzazione in modo costante e controllato in tutto lo spessore. Il processo è incredibilmente rapido: si parla di alcune centinaia di secondi.
Lo sviluppo di questa tecnica è stato realizzato in un ambiente ideale (un laboratorio di ingegneria sperimentale e testing) che fornisce credibili garanzie sulla concreta attuabilità industriale del processo nel suo insieme.
A giudizio della Giuria l’iniziativa merita l’attenzione della filiera industriale della nautica ed il riconoscimento per la spinta innovativa.”
Menzione speciale anche per COSMOS RICE presentata da Contento Trade che ha proposto un prodotto che è “una biosilice ottenuta per estrazione dalle ceneri della pula di riso, con impiego di due processi a tecnologia già collaudata. Questa produzione di inerti ben si armonizza con la ricerca di processi e prodotti dall’impronta inquinante sempre più ridotta, e consente di ricavare una matrice dai molteplici utilizzi, partendo da uno scarto ampiamente disponibile (RHA: rice husk ash) e fornendo il prodotto finale ad un costo più che competitivo. Trattasi di un intermedio da cui si può ricavare, per esempio, un materiale inerte che può fare da filler. La pula di riso contiene una rilevante quantità di silice e ben si presta per questa forma di recupero da impiego di fonti rinnovabili. I processi in questione sono già sperimentati a livello di laboratorio e sono stati validati da molteplici ricerche in tutto il mondo. Questa iniziativa, che si prefigge di dare un concreto sbocco industriale e commerciale al processo di sfruttamento di questo scarto risulta una tecnologia rinnovabile, biocompatibile e, per definizione, assolutamente “verde”.