
OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE
LATTE 1
Negoziati Ttip, scende in campo il Parmigiano Reggiano
“Nel settore agroalimentare l’Europa ha interessi estremamente rilevanti, con un saldo attivo di 6 miliardi di euro, ed in questo negoziato è evidente che l’Italia, Paese europeo con il maggior numero di prodotti Dop, si gioca tanta parte di uno sviluppo possibile da sostenere con ogni azione”.
Così Paolo De Castro – europarlamentare e già presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo – si è espresso all’indomani dell’audizione svoltasi a Bruxelles del direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, davanti alla Commissione europea nell’ambito dei negoziati Ttip tra Ue e Usa. Lo riporta una nota diramata dal Consorzio di tutela .
“Proprio a partire da questo confronto – aggiunge De Castro – va rilanciata un’azione autorevole per raggiungere un risultato ambizioso ed equilibrato, perchè sul mercato americano c’è ancora molto spazio per la crescita delle esportazioni italiane ed europee, soprattutto per i prodotti di alta qualità come le Dop, e il Ttip deve essere l’occasione per bloccare l’uso ingannevole dei richiami ai nostri marchi e all’origine geografica”.
“Gli inganni palesi a carico dei consumatori americani – ha detto il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano a Bruxelles – ammontano a quasi 100.000 tonnellate all’anno per il nostro prodotto, una cifra che è pari al 74% dell’intera produzione di Parmigiano Reggiano ed è più che doppia rispetto al totale delle nostre esportazioni, pari a 44.500 tonnellate nel 2014, con poco meno di 6.600 negli Usa”.
“Sconfiggere questo parmesan che si presenta in confezioni che in vari modi si richiamano al Tricolore, e che pertanto ingannano i consumatori sull’origine del prodotto e danneggiano i produttori italiani – aggiunge Deserti – aprirebbe prospettive straordinarie, non solo perchè la richiesta del mercato americano sul Parmigiano Reggiano è oggi altissima per le sue caratteristiche di artigianalità e assoluta naturalità molto apprezzate negli States, ma a maggior ragione per gli accordi che continuiamo a consolidare e a realizzare con le più grandi catene distributive americane”.
“Il mercato del Parmigiano Reggiano taroccato, rapportato ai prezzi medi alla partenza dall’Italia dell’autentico Parmigiano Reggiano – spiega Deserti – vale potenzialmente quasi un miliardo di euro, e sebbene sia evidente che buona parte di quel prodotto rientrerebbe tra i generici parmesan ammessi negli Stati Uniti, è altrettanto chiaro di quale potenziale stiamo parlando per le nostre esportazioni”.
“I problemi, le opportunità e gli effetti della lotta ai falsi – ha detto Deserti alla Commissione Europea a Bruxelles – non sono, comunque, solo una questione di cifre e di mercati, ma all’origine ci sono due fatti estremamente gravi che devono pesare nelle trattative con gli Usa: la concorrenza sleale e l’inganno perpetuato a danno dei consumatori”.
Deserti ha ricordato che proprio pochi giorni fa l’Autorità sanitaria americana (FDA), ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di parmesan perchè non indicava in etichetta la presenza dell’additivo Lisozima, un allergene derivato dall’uovo e assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano.
LATTE 2
Il caldo fa crollare la produzione, 50 milioni di litri in meno in due sole settimane
L’ondata di caldo di queste ultime settimane sta avendo gravi ripercussioni nelle stalle di vacche da latte e nei pollai dove si allevano galline ovaiole. Lo riporta un comunicato di Giovani Impresa di Coldiretti. A causa dello stress da caldo, si stima che nelle stalle italiane, nei primi 15 giorni di luglio, siano stati prodotti 50 milioni di litri di latte in meno rispetto alla media. Una situazione climatica che almeno fino agli ultimi giorni di luglio, secondo le previsioni meteorologiche, non sembra destinata a cambiare sostanzialmente. Sono pertanto scattate le misure anti-afa e gli abbeveratoi destinati agli animali lavorano a pieno ritmo, visto che ogni singolo capo è arrivato a bere fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. La situazione è più preoccupante ovviamente in Pianura Padana, dove si concentra il maggior numero di stalle e dove i ventilatori, le doccette e i condizionatori per rinfrescare stalle, pollai e porcilaie sono entrati in funzione a pieno regime. In diminuzione, a causa del caldo, anche la produzione di uova, tant’è vero che a causa dello stress provocato dalle alte temperature le galline hanno anticipato la muta. Il calo è stato valutato in una forbice compresa tra il 5% e il 10% della produzione. Tutto questo causa agli allevatori un aggravio di costi, determinati da maggiori aumenti di consumi di acqua ed energia. Una situazione molto delicata e preoccupante, a cui solo un sensibile calo delle temperature potrà porre rimedio.
EMBARGO RUSSO
Presto operative le misure a favore del comparto ortofrutticolo
Nei giorni scorsi, a Bruxelles, la Commissione ha presentato al competente Comitato di gestione il progetto di regolamento europeo per le nuove misure a favore del settore ortofrutticolo colpito dall’embargo russo. Il provvedimento passerà ora all’esame del Collegio dei Commissari e una sua approvazione finale dovrebbe arrivare entro il 31 luglio prossimo, in modo che sia operativa già a inizio agosto con una durata in scadenza il 30 giugno 2016. Lo rende noto il ministero per le Politiche agricole. Per l’Italia il plafond di ritiri complessivo sarà di circa 50mila tonnellate di prodotto e in particolare: mele e pere 17.500 tonnellate; pesche e nettarine 9.200 tonnellate; agrumi 3.300 tonnellate; susine, kiwi e uva da tavola 15.300 tonnellate; altri ortaggi 650 tonnellate. A questi quantitativi si aggiunge un ulteriore plafond da 3 mila tonnellate che può essere gestito a livello nazionale. Le tipologie di azioni ammesse sui prodotti ortofrutticoli oggetti del regolamento riguardano il ritiro dal mercato e la destinazione agli indigenti, ma anche la mancata raccolta e la raccolta verde. “Abbiamo chiesto un intervento della Commissione – ha affermato il ministro Maurizio Martina – che potesse andare incontro alle aziende danneggiate dall’embargo russo. Si tratta di una risposta necessaria che conferma i quantitativi che erano previsti per i nostri produttori lo scorso anno e introduce il ritiro di pesche e nettarine come da noi richiesto anche nell’ultimo Consiglio a Bruxelles. L’attivazione di questo sostegno è frutto anche del grande lavoro fatto già da maggio dal Ministero insieme a Francia e Spagna nell’ambito del Comitato misto. Le misure poi consentono la donazione agli indigenti della frutta che non va sul mercato e mi auguro che gran parte dei quantitativi possa essere destinato a questa finalità”.
ENERGIE RINNOVABILI
Da AssoRinnovabili una nuova versione per modificare il Decreto
Nei giorni scorsi AssoRinnovabili ha inviato al ministero dello Sviluppo economico una nuova versione aggiornata delle proprie proposte di modifica all’ultima bozza di Decreto ministeriale di incentivazione alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. In un comunicato, l’associazione sottolinea che se la bozza non verrà emendata, si assisterà di fatto al blocco del settore che ha generato occupazione, senza contare i benefici per l’ambiente e la salute e, non ultimo, l’opportunità di affrancarsi sempre più dai produttori di energia ottenuta da fonti fossili. Secondo AssoRinnovabili, la nuova bozza del Decreto sui meccanismi di incentivazione non appare sufficiente a garantire un quadro di ulteriore sviluppo per il settore, soprattutto in considerazione dell’attuale valore del contatore pari a 5.747 miliardi di euro che rischia di vanificare l’efficacia del Decreto stesso, volto a disciplinare (fino al raggiungimento del tetto massimo di 5,8 miliardi di euro) la transizione verso un nuovo modello di sostegno compatibile con la disciplina europea sugli aiuti di Stato. A questo proposito, AssoRinnovabili chiede di conoscere in dettaglio quale sia l’entità degli incentivi effettivamente in corso di erogazione; quale sia, quindi, l’entità degli incentivi temporaneamente assegnati agli impianti idonei e in posizione utile nelle graduatorie di aste e registri del DM 6 luglio 2012, ma non ancora erogati; quale sia l’incidenza degli incentivi assegnati mediante il meccanismo dell’accesso diretto. Ciò premesso, si legge nel comunicato, il testo contiene alcuni elementi positivi come la possibilità di accedere alle tariffe del DM 6 luglio 2012 per gli impianti che entreranno in esercizio entro un anno dall’uscita del nuovo Decreto; il riconoscimento del primo criterio di priorità per gli impianti idonei ma esclusi dai Registri precedenti per esaurimenti dei contingenti e i principi individuati in tema di manutenzioni.
Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale
Temperature elevate e piralide, il mais sotto osservazione
Nei principali areali maidicoli del Nord Italia il caldo di queste ultime settimane sembra aver favorito lo sviluppo della piralide. Lo evidenzia in una nota il portale Assomais. In Lombardia, il bollettino fitosanitario dell’Ersaf sottolinea che le elevate temperature ne hanno facilitato il completamento del ciclo e nelle aree orientali sono presenti in campo crisalidi e i primi adulti sfarfallati. Parallelamente, sempre a causa del caldo eccessivo che non dovrebbe mollare la presa nemmeno nei prossimi giorni, sono favorevoli le condizioni per le pullulazioni del ragnetto rosso. Per quanto riguarda il Veneto, gli ultimi bollettini di “Colture Erbacee” editi da Veneto Agricoltura informano che da inizio luglio lo sviluppo della piralide viaggia a un tasso molto rapido, al punto che, contrariamente allo scorso anno, proprio l’andamento climatico in atto si dimostra propizio all’instaurarsi di popolazioni elevate di piralide, che in caso di assenza di significative precipitazioni o di interventi irrigui si alimenteranno su piante più suscettibili all’attività di alimentazione delle larve. (Fonte: www.assomais.it) Clicca QUI per l’articolo completo
Sugli Ogm la “via” suggerita da Confagricoltura
C’è una “via italiana” che può superare la questione degli Ogm così come l’abbiamo vissuta finora. E’ quanto è emerso dal convegno “Geni italiani”, organizzato da Confagricoltura all’auditorium di Palazzo Italia, a Expo 2015, al quale hanno partecipato, Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, Harald Von Witzke dell’Università di Berlino e Michele Morgante dell’Università di Udine, oltre al ricercatore Roberto Defez dell’IBBR Cnr di Napoli. “Il paradosso italiano – ha detto Guidi – da noi sempre denunciato, è che mentre si vieta la coltivazione ai nostri imprenditori, si importa moltissima materia prima transgenica, che viene in larga parte utilizzata per produrre le nostre eccellenze agroalimentari. Nel nostro Paese manca una politica a favore di una ricerca per l’innovazione e la genetica in agricoltura. Ma abbiamo eccellenze, ricercatori e accademie che sono ampiamente in grado di lavorare su questi temi producendo innovazioni di cui la nostra agricoltura può beneficiare. Tecniche nuove – ha sottolineato Guidi – perfette per l’agricoltura italiana, diverse da quelle transgeniche utilizzate nelle commodities internazionali, come il genome editing e la cisgenesi, che potrebbero addirittura non essere considerate degli Ogm. Se solo si provvedesse anche ad una diversa definizione”. (Fonte: www.confagricoltura.it) .
Da Ismea un monitoraggio costante sul comparto suinicolo
Nonostante il recupero dei prezzi che il comparto suinicolo ha registrato a giugno rispetto al precedente mese di maggio, +3,5%, la fiducia tra gli operatori non è tornata, dal momento che le quotazioni sono ancora molto inferiori ai livelli dell’anno scorso, con un divario negativo di oltre il 15% per il suino pesante. Ismea ha avviato un monitoraggio continuativo sulla redditività dell’allevamento suinicolo che si basa sulle caratteristiche di un’azienda-tipo specializzata nell’allevamento del suino pesante e sulla relativa struttura costi/ricavi. L’indicatore elaborato monitora costantemente la dinamica e i livelli dei costi nelle loro componenti fisse e variabili, l’incidenza di ogni singola voce di costo sugli oneri complessivi aziendali, i ricavi di vendita determinati sulla base delle quotazioni di mercato e i livelli di redditività aziendali. Secondo l’Istituto, l’aspetto forse più incoraggiante è il proseguimento del trend al ribasso dei costi di produzione che ha alleggerito gli esborsi a carico degli allevatori sia per l’approvvigionamento di mangimi che di capi da ristallo, attenuando anche il peso della bolletta energetica. (Fonte: www.ismea.it) Clicca QUI per l’articolo completo
Calano i prezzi dei mangimi per i suini, aumentano quelli per le galline ovaiole
Il primo semestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2014, ha registrato nel settore dei mangimi per suini un calo del 2,8% in Italia e dell’1,7% nella Ue. Questo si è tradotto in un valore aggiunto del -4% in Italia e del -10% nella Ue per la contemporanea flessione dei prezzi, seppur con un trend di recupero. Per quanto riguarda il settore avicolo, e più nello specifico le galline ovaiole, i primi sei mesi del 2015, sullo stesso periodo dell’anno precedente, hanno registrato una ripresa dei costi dei mangimi dell’1,8% in Italia e dell’1% nella Ue, con una incidenza sul valore aggiunto che è calato del 10% in Italia, ma è aumentato del 2,8% nella Ue. Per i broiler infine, i mangimi hanno registrato un calo del 2% in Italia e dell’1% nella Ue (primo semestre 2015 su primo semestre 2014). Il valore aggiunto è calato del 2% nel nostro Paese, ma è aumentato del 14% nella Ue per un recupero dei prezzi. (Fonte: Studio elaborazioni G.L. Bagnara, M.T. Mengarelli).
Politiche più efficaci per valorizzare il latte alimentare
Sulla newsletter Clal.it, Leo Bertozzi scrive che oggi il latte non rappresenta una categoria di prodotto ad alto valore aggiunto. “In generale – sottolinea – nei maggiori Paesi produttori dell’emisfero Nord i consumi di latte alimentare sono stagnanti o in diminuzione. Negli Stati Uniti questa tendenza si è manifestata a partire dalla fine degli anni Settanta, quando le nuove generazioni hanno adottato abitudini di consumo che tendevano sempre più ad abbandonare il latte come bevanda durante i pasti. Poiché però il latte è un prodotto generalmente presente nel paniere degli acquisti, sono diverse le innovazioni di prodotto che mirano a costruire valore anche in quello alimentare. La strategia per dare valore a una categoria di prodotto che è diventata una commodity – conclude – richiede interventi in branding e marketing per dare solidità alla marca, sui social per comunicare con immediatezza benefici e valori del latte non commodity e, soprattutto, ricerca e innovazione per valorizzare gli aspetti nutrizionali collegati a salute e benessere”. (Fonte: www.clal.it) Clicca QUI per l’articolo completo
La proposta dell’Asiago Dop per i negoziati Ttip
Il 15 luglio scorso, a Bruxelles, il Consorzio di tutela del formaggio Asiago Dop, nel contesto dei negoziati Ttip ha presentato la sua proposta per superare le attuali posizioni negoziali ed arrivare ad un reciproco riconoscimento delle indicazioni geografiche e dei marchi legati alle specificità dei territori. “La Strategia Europa 2020 pone al proprio centro aspetti come l’inclusività e lo sviluppo sostenibile – ha detto il direttore del Consorzio, Flavio Innocenzi – chiediamo allora che le Istituzioni europee intensifichino i loro sforzi per la difesa di un patrimonio che, ancor prima che economico, è di natura sociale e culturale. La tutela del consumatore contro la standardizzazione del gusto e la massificazione produttiva conseguente a scelte di delocalizzazione, alla esasperata ricerca dell’ottimizzazione dei costi, rappresenta oggi più che mai un imperativo categorico prioritario non solo per i Consorzi di tutela, ma anche per le Istituzioni comunitarie”. (Fonte: www.formaggioasiago.it) Clicca QUI per l’articolo completo
Anche a giugno segno negativo per i prezzi agricoli
Giugno conferma la dinamica negativa dei prezzi nelle campagne italiane. Lo afferma nel suo periodico report Ismea. Con un valore pari a 109 (base 2010=100) l’indice dei prezzi agricoli alla produzione elaborato dall’Istituto di servizi per il mercato agroalimentare ha fatto segnare il mese scorso una flessione del 3,2% rispetto a maggio e dell’1% su giugno 2014. Nello stesso mese, come rilevato dall’Istat, i prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, inclusi gli alcolici, sono invece cresciuti dello 0,1% su base mensile e dell’1% su base annua, confermando i rialzi dei due mesi precedenti. Su base annua la flessione generale dell’indice resta ancorata alla dinamica deflativa del comparto zootecnico (-9,1% lrispetto a giugno 2014) compensata solo parzialmente dai rincari dei prodotti vegetali (+8,8%). (Fonte: www.ismea.it) Clicca QUI per l’articolo completo.
Federalimentare invita Bruxelles a decisioni più efficaci su Ogm ed etichettatura
In occasione dell’incontro avvenuto nei giorni scorsi a Expo col Commissario UE alla Salute, Vytenis Andriukaitis, il presidente Federalimentare Luigi Scordamaglia ha invocato un ruolo più forte da parte di Bruxelles su temi vitali e non delegabili agli Stati membri come gli Ogm o l’etichettatura dei prodotti alimentari. Sollecitando inoltre un intervento dell’Unione europea per revocare le sanzioni contro la Russia, che continuano a penalizzare l’Italia, in particolare il settore agroalimentare italiano. Secondo Scordamaglia, “l’elasticità che la Ue concede ai singoli Stati su etichette e Ogm ha creato distorsioni di mercato inaccettabili che penalizzano intere filiere e comparti produttivi. E disattendono lo spirito e la stessa mission dell’Unione. Bruxelles – ha sottolineato Scordamaglia – deve dare un rapido colpo di timone per evitare che prosegua la deriva in atto, riconducendo fughe normative nazionali all’interno di un processo reale e convincente di armonizzazione legislativa europea”. (Fonte: www.federalimentare.it) Clicca QUI per l’articolo completo