
OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE
LATTE
Martina, insieme alla Gdo per difendere il sistema produttivo
Il 17 febbraio prossimo, al ministero per le Politiche agricole, si terrà un incontro con le realtà della Gdo. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il ministro Maurizio Martina che, in una nota divulgata da Agrapress, sottolinea quanto “il mondo della distribuzione organizzata italiana possa dare una mano importante in questo delicato passaggio per il settore lattiero-caseario per le stalle e i caseifici italiani. “Sul nostro latte e sui nostri formaggi di qualità – ha dichiarato Martina – possiamo condividere azioni di sostegno e nuove iniziative verso i produttori e i consumatori. Penso al rafforzamento delle informazioni sull’etichetta, a partire da una maggiore evidenza della zona di mungitura, al tema organizzativo dell’interprofessione e anche al rafforzamento immediato della promozione di Dop e Igp. Con alcuni operatori, da sempre sensibili su questo fronte, abbiamo già parlato e credo proprio ci siano margini per fare un buon lavoro insieme. Torno a chiedere a tutti più gioco di squadra nell’interesse dell’agroalimentare italiano e a difesa dei nostri allevatori e agricoltori che rimangono l’anello debole della filiera”. Sullo stesso argomento il ministro Martina era intervenuto anche in occasione del convegno dedicato al tema “Parmigiano Reggiano e lo scenario post-quote latte, il ruolo del Consorzio di tutela” che si è tenuto sabato 31 gennaio a Soragna, in provincia di Parma. In quella sede il ministro Martina ha sottolineato che i due punti di forza sui quali puntare sono l’interprofessione nel sistema latte e formaggio, “sulla quale il Ministero farà la propria parte per essere elemento di stimolo e di coagulo riorganizzativo e, contemporaneamente, il rafforzamento dei Consorzi di tutela in uno scenario che cambia e va riletto con una visione aperta”.
AVICOLO
Il comparto tiene. Bene produzione e consumi
Ammonta a 1.261.200 tonnellate il volume della produzione di carne avicola registrata nel nostro Paese nel 2014. Ne dà conto il sito Agricoltura Moderna in un articolo firmato da Giuseppe Paracelso. L’aumento, sull’anno precedente, è stato dello 0,2%. In crescita la produzione di polli, +1%, mentre in flessione i tacchini e le altre specie avicole. L’articolo si rifà ai dati preliminari diffusi da Unaitalia (Unione nazionale delle filiere delle carni e delle uova) e riporta anche alcune dichiarazioni del presidente, Aldo Muraro. Riguardo i consumi, anche qui si è registrato un incremento dell’1% in linea generale, con un +2,3% per la carne di pollo e un -2,1% per quella di tacchino e le altre carni avicole. In pratica, gli italiani consumano 13,92kg di carne di pollo e 4,31kg di tacchino a testa/anno. Tiene l’autoapprovvigionamento del settore, con una produzione pari al 102,8% relativa alle carni di pollo consumate a livello nazionale, e addirittura del 117,8% per quelle di tacchino, dimostrando una completa autosufficienza che garantisce la provenienza e la qualità del prodotto consumato sulle tavole italiane. Relativamente alle uova da consumo, Paracelso sottolinea che l’adeguamento alle normative comunitarie sul benessere delle ovaiole aveva influenzato negativamente la produzione, a cui però le aziende hanno saputo reagire dandole nuovo impulso. In numeri, le uova prodotte nel 2014 hanno incassato un +3% rispetto all’anno precedente e sono state pari a 12 miliardi e 534 milioni. Ciononostante, per soddisfare la domanda interna è stato necessario ricorrere alle importazioni che in ogni caso sono diminuite di circa il 20% rispetto al 2013. “In un momento di transizione dovuto all’introduzione della normativa sul benessere – ha dichiarato nell’articolo Aldo Muraro – il sistema produttivo italiano ha saputo rilanciare la produzione e garantire elevati standard di qualità. Se è vero che la sostituzione delle gabbie convenzionali con quelle arricchite, dotate di posatoi e nidi e l’allargamento delle produzioni a terra hanno comportato un rallentamento della produzione, i dati incoraggianti dimostrano come gli allevatori e i produttori italiani di uova abbiano lavorato alacremente per garantire efficienza al sistema produttivo”. L’articolo termina ipotizzando per il 2015 un aumento delle produzioni totali di carni avicole, soprattutto di pollo. Riguardo le uova, la normalizzazione degli allevamenti dovrebbe portare a un incremento, lieve, della produzione.
NEGOZIATO TTIP
Trattativa in salita, lo scoglio con gli Usa sono le Dop
La Commissione europea ha pubblicato i documenti relativi all’accordo Ceta (Comprehensive trade and economic agreement) di libero scambio col Canada e alla situazione dei negoziati in corso con gli Stati Uniti sul Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti). Nella newsletter Clal.it, Leo Bertozzi riporta la cronaca degli ultimi avvenimenti con una personale analisi della situazione. Egli infatti scrive che nell’accordo concluso con il Canada, la Commissione europea ha realizzato l’impresa di avere il riconoscimento sul principio della protezione delle Indicazioni geografiche che nella Ue comprendono Dop, Igp e Stg. Attualmente le IG canadesi sono tre, tutte prodotte in Québec: Agneau de Charlevoix, Cidre de glace du Québec, Vin de glace du Québec. Il problema maggiore, secondo Bertozzi, è invece con gli USA che non riconoscono il sistema europeo di tutela delle denominazioni. Addirittura, esiste un Consortium for common food names che si oppone alla tutela della IG, sostenendo al contrario come esista una tradizione nell’uso di nomi che ora sono generici: fra questi Asiago, Feta, Parmesan, Munster, tutte denominazioni che nella UE sono protette come Dop. I documenti pubblicati dalla Commissione – scrive ancora Bertozzi – manifestano uno sforzo per accrescere la trasparenza del sistema europeo. Fra questi un testo specifico chiarisce suolo e natura della protezione per le Indicazioni geografiche, argomento sensibile e contrastato, che specifica come il sistema statunitense dei marchi di certificazione non dà sufficienti garanzie ai consumatori in merito alla vera origine dei prodotti. Vista l’importanza del negoziato Ttip che riguarda una serie di norme che possono avere un grande impatto sulla produzione e trasformazione dei prodotti europei, diventa importante che il riconoscimento delle IG non venga sacrificato per altri, maggiori interessi. Diventa dunque cruciale la posizione dell’Italia che dovrà essere univoca per sostenere con forza il riconoscimento di Dop e Igp da parte degli Stati Uniti. Questo se non si vuole perdere il fattore di competitività a livello internazionale offerto dai prodotti di qualità rispetto alle generiche commodity. I campanelli d’allarme non mancano anche nella Ue, conclude Bertozzi. Ad esempio il ministro tedesco all’Agricoltura, Schmidt, ha messo in dubbio l’interesse di tener duro sulle Indicazioni geografiche quando altre, maggiori opportunità, sarebbero offerte dal libero accesso al mercato USA.
MATERIE PRIME
L’Usda prevede raccolti in aumento, eccetto l’orzo
L’Anas (Associazione nazionale allevatori suini) ha elaborato i dati Usda (United States Department of Agriculture) sul mercato mondiale di cereali e soia fornendo le previsioni per la campagna 2014-15 aggiornate a gennaio 2015. Per quanto riguarda il frumento tenero le previsioni indicano una produzione mondiale di 723,4 milioni di tonnellate, in aumento dell’1,1% rispetto all’annata precedente. Per quanto riguarda la UE-28 l’incremento produttivo sarà dell’8,4% per complessive 155,5 milioni di tonnellate. Aumentano del 6,5% gli stock mondiali iniziali (in totale 185,8 milioni di t.) e del 5,5% quelli finali (196 milioni di t.). In crescita anche i numeri totali: +1,3% per complessive 713.19 milioni di t. e gli utilizzi per l’alimentazione animale, +7% per 139,4 milioni di t. Relativamente al mais la produzione mondiale è stimata in 988,1 milioni di t. e si mantiene stabile rispetto alla precedente campagna agraria, mentre la produzione UE è in crescita del 15,1% per un totale di 74 milioni di tonnellate. Gli stock mondiali iniziali e finali sono confermati in aumento rispettivamente del 24,9% e del 9,8%. In crescita dell’1,9% anche i consumi totali (971,16 milioni di t.) e del 3,7% quelli per l’alimentazione animale (594,23 milioni di t.. In calo invece i raccolti mondiali di orzo (-3,9% per un totale di 139,74 milioni di t.) mentre nell’Unione europea, le previsioni Usda indicano una produzione in lieve aumento (+0.5%). Confermata la sostanziale stabilità dei consumi mondiali di orzo (-0,2%) mentre una flessione più marcata è indicata per i consumi comunitari (-1,9%). Infine la soia, rispetto alla quale le stime Usda indicano una produzione mondiale in crescita del 10,8%. Gli stock mondiali iniziali e finali sono indicati in aumento rispettivamente del 15,8% e del 37,2%. In crescita del 5,1% i consumi mondiali.
Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale
Il Consorzio Grana Padano sarà sempre presente a Expo
E’ stato presentato nei giorni scorsi a Milano il progetto con cui il Consorzio Tutela Grana Padano sarà presente per tutti i sei mesi dell’Esposizione Universale a Cascina Triulza, Padiglione della Società Civile di Expo Milano 2015: un vero e proprio caseificio per mostrare la lavorazione di uno dei prodotti più prestigiosi della tradizione italiana. La presenza del Consorzio nel Padiglione della Società Civile è una testimonianza significativa del mondo cooperativo, che sarà protagonista a Cascina Triulza insieme alle altre realtà del Terzo Settore, al mondo della produzione sostenibile e alle Istituzioni impegnate sui temi e gli obiettivi proposti dal Padiglione. (Fonte: www.granapadano.com)
A Brescia scende in piazza Agrinsieme in difesa del mondo agricolo
Le federazioni regionali lombarde di Confagricoltura e Cia scenderanno in piazza mercoledì 18 febbraio a Brescia nell’ambìto della serie di manifestazioni indette a livello nazionale dal Coordinamento Agrinsieme per sensibilizzare il mondo politico e l’intera opinione pubblica sulle difficoltà e sulle prospettive del mondo agricolo. Molta attenzione sarà riservata ad alcuni temi di particolare interesse per l’agricoltura lombarda, quali la situazione del comparto lattiero-caseario alla vigilia della conclusione del regime delle quote, l’applicazione della Direttiva Nitrati che penalizza fortemente il settore zootecnico, le nuove norme del Pan fitofarmaci che creano gravi problemi nella gestione agronomica di alcune colture speciali quali il riso. (Fonte: www.confagricolturalombardia.it)
Segnalati in Lombardia 4 focolai di Ped. Ma no a inutili allarmismi
Nei giorni scorsi sono stati accertati in Lombardia quattro focolai di Ped (Porcine epidemic diarrhea). La notizia ha creato un comprensibile allarme. In tutti i quattro casi è stato isolato il ceppo USA a bassa patogenicità e quindi non si tratta del temuto ceppo che ha colpito pesantemente gli allevamenti del Nord America. In ogni caso bisogna tenere alto il vello di guardia e per questo la Sezione diagnostica dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia diretta dal dottor Loris Alborali ha attivato un Piano di emergenza per effettuare in 24 ore la diagnosi e in 48 ore la tipizzazione del ceppo virale. La raccomandazione rivolta agli allevatori è di inviare immediatamente al laboratorio di Brescia i campioni biologici di ogni eventuale caso sospetto: Sezione diagnostica IZS – Via Antonio Bianchi, 7/9 – 25124 Brescia – Tel. 030/2290221-211 (Fonte: www.anas.it)
I prezzi degli alimentari non lavorati spingono alla deflazione
A spingere l’Italia in deflazione oltre all’energia e ai carburanti sono i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati come frutta, verdura, carne e pesce fresco che fanno registrare una riduzione dello 0,2% a gennaio 2015 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat. A calare su base annuale sono soprattutto le quotazioni dei vegetali freschi (-1,5%), mentre in leggero rialzo sono i prezzi della frutta fresca (+0,2%). Da segnalare, conclude la Coldiretti, il rialzo del prezzo dell’olio d’oliva in termini tendenziali (+1,2%) dovuto al crollo storico dei raccolti. (Fonte: www.coldiretti.it)
Inquinamento delle acque, non è la zootecnia il principale colpevole
Lo Studio dell’Ispra offre nuovi spunti sull’origine dell’inquinamento delle acque. E’ quanto emerso nel corso di un convegno che si è svolto di recente a Roma al quale hanno partecipato i ministri per le Politiche agricole, Maurizio Martina, e quello dell’Ambiente, Gianluca Galletti. Nel corso dell’incontro è stato presentato lo studio realizzato da Ispra su incarico del Mipaaf finalizzato all’individuazione delle diverse fonti di inquinamento da nitrati nelle acque. Lo studio ha evidenziato la prevalenza della fonte di inquinamento da fertilizzanti minerali rispetto a quella zootecnica, erroneamente considerata sino a oggi la principale causa della contaminazione da nitrati e la prevalenza delle sorgenti di inquinamento multiple, vale a dire quelle in cui concorrono il settore civile/industriale, i fertilizzanti minerali utilizzati in agricoltura e il settore zootecnico. La metodologia messa a punto da Ispra e i risultati raggiunti consentono l’apertura di un dibattito scientifico, da portare anche a livello Comunitario, in modo da affrontare il problema della Direttiva nitrati in maniera da incidere sulle reali fonti di inquinamento delle acque. (Fonte: www.unaitalia.com)
Cresce la domanda e l’industria alimentare è più ottimista
I segnali di recupero della domanda interna e della produzione spingono verso l’alto la fiducia dell’industria alimentare italiana nell’ultimo scorcio del 2014. Lo rileva l’Ismea sulla base della consueta indagine condotta su un panel di 1.300 imprese del settore. L’indicatore che misura il sentiment delle aziende, spiega l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, sintetizzando i giudizi sull’andamento degli ordini e sul livello delle scorte e le attese produttive future, si attesta su un valore pari a -0,4% con una crescita di 4,5 punti rispetto al trimestre precedente e di 3,9 su base annua. L’incremento congiunturale dell’indice, chiarisce l’Istituto, è da attribuirsi all’evoluzione positiva dei giudizi sugli ordini e sul livello delle scorte, di riflesso a fattori stagionali (festività natalizie) mentre il confronto su base annua mette in luce un miglioramento di tutte le componenti dell’indice, comprese le aspettative. (Fonte: www.agrapress.it)
Energie rinnovabili, le condizioni del decreto Spalmaincentivi
Entro il prossimo 17 febbraio i produttori di energia rinnovabile che beneficiano di incentivi sottoforma di certificati verdi e tariffe omnicomprensive dovranno scegliere se aderire o meno a un sistema che prevede la rimodulazione dell’attuale incentivo su un periodo più lungo di 7 anni rispetto a quello originario. E’ quanto prevede il decreto Spalmaincentivi emanato dal ministero dello Sviluppo economico. Quelli che non aderiranno alla spalmatura dovranno infatti rinunciare per 10 anni, a partire dal termine del periodo di incentivazione, ad accedere a possibili sistemi di sostegno per futuri interventi di ristrutturazione dell’impianto. L’eventuale adesione alla rimodulazione comporta pesanti riduzioni delle entrate per gli operatori del settore eolico, idroelettrico e in particolare agroenergetico (è escluso quello fotovoltaico, per il quale è entrato in vigore nei mesi scorsi uno Spalamaincentivi ad hoc) mentre la non adesione porterà di fatto a un mancato rinnovo degli impianti. (Fonte: www.informatoreagrario.it)
L’Irlanda investe per produrre più latte
L’Irlanda punta molto sulla possibilità di esportare le proprie commodity lattiero-casearie e per questo investirà 35 milioni di euro, in parte pubblici e in parte privati, per dare slancio all’innovazione nel settore. Ben 25 milioni saranno destinati alla realizzazione presso l’Università di Limerick del Centro irlandese di tecnologia lattiero-caseario; altri 10 milioni di euro serviranno invece per ampliare l’impianto tecnologico pilota esistente presso il polo di Moorepark. L’iniziativa è sostenuta da tutte le principali imprese lattiero-caearie irlandesi per dare impulso al settore in vista della fine del regime delle quote. Il settore lattiero-caseario irlandese si è posto l’obiettivo, per il 2020, di incrementare del 50% la produzione di latte. E’ evidente che ricerca e innovazione diventano lo strumento fondamentale per avere prodotti competitivi sul mercato mondiale in termini di prezzo e qualità. (Fonte: www.clal.it)
Rabobank, per la suinicoltura prospettive deboli anche nel 2015
Secondo l’ultimo rapporto della Rabobank, per il 2015 si prevede che le turbolenze che hanno colpito il mercato dei suini durante il 2014 continueranno a causa delle incertezze sulla possibile riemergenza della Ped, gli sviluppi della situazione della peste suina africana (Psa), il blocco dell’import di carni da parte della Russia e le evoluzioni sui cambi delle valute. Le prospettive per la Ue continuano a essere deboli per il primo trimestre del 2015 con una continua pressione sui consumi. Gli unici segnali positivi sono la caduta del valore dell’euro e la possibile ripresa dell’export di carni suine verso la Russia da parte di alcuni Stati membri. Brasile e Cina stanno passando un primo trimestre positivo. La filiera suina brasiliana si sta avvantaggiando da una buona domanda interna e buone esportazioni. In Cina la diminuzione del patrimonio delle scrofe sarà compensato solo in parte dall’aumento della loro produttività. (Fonte: www.3tre3.it)
Federconsumatori sostiene le istanze degli allevatori
Federconsumatori e Adusbef condividono le preoccupazioni espresse dagli allevatori per la forte spirale al ribasso registrata nel prezzo del latte alla stalla. Nell’ultimo semestre vi è stato un calo del 19% del prezzo. Per i consumatori, invece, il prezzo del latte fresco è cresciuto del +1,2% solo nell’ultimo trimestre. Un andamento che mostra tutte le contraddizioni e le criticità di un settore fondamentale e delicato per la nostra economia. Federconsumatori e Adusbef ritengono sia necessario un grande sforzo per promuovere e valorizzare la qualità del latte italiano tutelando il diritto dei cittadini a consumare prodotti di qualità. Ritiene altresì si debba avviare un dibattito a livello nazionale coinvolgendo i diversi attori economici, perché non può essere affidata solo ai singoli marchi la responsabilità di assumersi l’impegno di corrispondere prezzi equi agli allevatori. (Fonte: www.federconsumatori.it)