
OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE
LATTE
Fine quote, stanziati dal Governo oltre 108 milioni di euro
Il Governo ha stanziato per il triennio 2015-2017 108 milioni di euro in vista della fine del regime delle quote latte. Lo riporta la rivista Informatore Agrario nel suo ultimo numero in uscita nel 2014, il 47. Gli obiettivi di questo stanziamento, suddiviso in 8 milioni di euro per il 2015 e 50 milioni sia nel 2016 che nel 2017, riguardano l’incremento della longevità degli animali; il miglioramento del benessere animale; lo studio della resistenza genetica alle malattie; il rafforzamento della sicurezza alimentare; la riduzione dei trattamenti antibiotici. Agli allevamenti e alle imprese che aderiscono al Piano verrà concesso un contributo per gli investimenti secondo le regole del de minimis, quindi fino a un massimo di 15mila euro per le aziende agricole e di 200mila euro per le aziende che, oltre alla produzione primaria, trasformano e commercializzano. Nell’attuazione saranno previsti criteri favorevoli alle imprese condotte da giovani e a quelle nelle zone montane. Il Fondo Latte di Qualità, riporta ancora l’Informatore Agrario, rientra in un più ampio quadro di azioni strategiche per il comparto lattiero-caseario messo a punto dal Mipaaf. Il Piano straordinario è stato presentato dal ministro Maurizio Martina ai rappresentanti della filiera agricola e industriale del latte e si basa su 5 aree principali: miglioramento della qualità del latte; campagna di educazione alimentare per invertire il calo dei consumi del fresco; promozione su mercati esteri dei grandi formaggi italiani; revisione della normativa sui prodotti trasformati in modo da valorizzare la qualità dei prodotti italiani; richiesta alla Commissione europea di accelerare l’attuazione del regolamento sull’etichettatura, in modo da indicare il luogo di trasformazione e quello di mungitura del latte.
SUINI
La Commissione europea prevede un aumento produttivo
La Direzione generale agricoltura della Commissione europea ha elaborato le previsioni a medio termine sul mercato agricolo comunitario. Lo rende noto l’Anas (Associazione nazionale allevatori suini). Per il comparto, nel 2015 la Commissione prevede una ripresa della produzione dopo tre anni di calo, dovuto principalmente all’entrata in vigore delle norme sul benessere delle scrofe e recentemente accentuato dalla presenza del virus della peste suina africana localizzata al confine orientale della Ue, nonché dalle incertezze di mercato legate al blocco delle importazioni imposto dalla Russia. Secondo gli esperti, da qui al 2024 l’aumento produttivo di carne suina dovrebbe attestarsi a un +2%. Per quanto riguarda le esportazioni, gli esperti prevedono una crescita costante determinata dalla domanda mondiale che si mantiene elevata anche se inferiore rispetto al decennio precedente: +1,7% annuo anziché +4,1% annuo.
In considerazione di ciò, le esportazioni Ue dovrebbero aumentare di oltre il 20% tra il 2014 e il 2024 per raggiungere circa 2,5 milioni di tonnellate a termine periodo. Nonostante alcune campagne di marketing volte a promuovere il consumo della carne suina fresca, i consumi procapite nella Ue-15 (vale a dire i primi 15 Stati membri) non dovrebbero aumentare. Dopo una leggera ripresa nel 2015, secondo gli analisti inizieranno a diminuire di nuovo (29,7 kg pro capite entro il 2024) a vantaggio della carne di pollame. Per quanto riguarda i prezzi, dopo i ribassi del 2014 si dovrebbe registrare una lieve ripresa, sostenuta dalla domanda elevata che arriverà ancora una volta a livello mondiale.
MATERIE PRIME
Mais, situazione di stallo sul mercato nazionale
Durante le ultime due settimane di dicembre 2014 i prezzi del mais nazionale si sono attestati intorno a 146,50euro/t, evidenziando un calo contenuto. Lo riporta Assomais, sottolineando che le quotazioni sono comunque ben al di sotto del punto di pareggio. Il super raccolto italiano del 2014 presenta purtroppo problemi sanitari come la contaminazione da micotossine, soprattutto Don, che in particolare nel Nord Ovest del Paese si traduce in un problema di difficile gestione. Una situazione complessa, si legge, che ha favorito i cereali foraggeri concorrenti come il frumento tenero e l’orzo a cui si deve aggiungere il prezzo particolarmente basso del mais che non ha incoraggiato la domanda dei mangimisti. Lo stallo del mercato nazionale è quindi evidente e per uscire da questa situazione di impasse è necessario guardare ai mercati esteri che invece denotano un notevole dinamismo della domanda, soprattutto dei Paesi terzi, in base alla quale, secondo l’Igc (International Grains Council) si passerà da 940 a 963 milioni di tonnellate. L’offerta resta molto elevata: la produzione mondiale del 2014 (982 milioni di tonnellate) non si discosta di molto da quella del 2013 (984 milioni di tonnellate), un dato ampiamente compensato dalla crescita del commercio mondiale, passato da 176 a 195 milioni di tonnellate. Un andamento che ha influito sulle quotazioni dei mercati a termine sia in Europe che in Nord America. Il Matif (future di dicembre 2014) è passato da 147 a 157,2euro/t.; a Chicago l’incremento del prezzo è stato di circa l’8% e il prodotto comunitario, pur risentendo della concorrenza ucraina, al Fob di Bordeaux ha tenuto con una quotazione pari a 151euro/t.
ETICHETTATURA EUROPEA
Più trasparenza e chiarezza nelle nuove etichette
Da sabato 13 dicembre 2014 è entrato in vigore il Regolamento comunitario 1169/2011 che uniforma l’etichettatura degli alimenti nei Paesi della Ue. Il nuovo sistema prevede che tutte le etichette alimentari siano più leggibili con l’obbligo di mettere in evidenza le sostanze allergizzanti anche per i ristoratori. E’ inoltre prevista maggiore chiarezza su oli e grassi utilizzati, su prodotti scongelati e ingredienti ingannevoli. Con l’anno che è da poco iniziato prende avvio anche l’indicazione di provenienza obbligatoria per le carni suine, ovi-caprine e di pollame, mentre dal 2016 l’etichetta dovrà riportare maggiori informazioni di carattere nutrizionale. Per Paolo De Castro l’introduzione della nuova etichetta permette all’Europa di compiere un nuovo e importante passo verso il raggiungimento di quell’obiettivo specifico di tutela dei diritti dei consumatori e di garanzia delle produzioni agroalimentari che ne rappresenta uno dei pilastri fondanti. Secondo il Coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale presso il Parlamento Europeo, si conclude dunque con successo un lungo percorso di confronto interistituzionale in cui l’Europarlamento ha giocato un ruolo strategico nella definizione di innovativi criteri di etichettatura per una sempre maggiore trasparenza e corretta informazione dei consumatori. Va ricordato infine, che relativamente agli stabilimenti di produzione a livello europeo non c’è mai stato l’obbligo di indicarli in etichetta. Fino a oggi era in vigore una normativa italiana che lo prevedeva e alla luce del nuovo Regolamento comunitario, lo Stato membro che intenda introdurre questo obbligo (peraltro più stringente rispetto alla normativa comunitaria) dovrà notificarlo alla Commissione che dovrà poi autorizzarlo.
Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale
Successo in Giappone per il Grana Padano Dop
Alla sua prima partecipazione a Messe Nagoya, la più grande Fiera intersettoriale del Giappone, il Consorzio Grana Padano, in collaborazione con l’Associazione “Le Mappe dei Tesori d’Italia”, ha segnato un primo record assoluto di presenze e risultati: nell’arco di 4 giorni lo stand del Consorzio ha registrato 6.200 visitatori, il 10% del numero totale, con un indice di gradimento del prodotto da parte del pubblico pari al 90%. Soddisfatto il presidente del Consorzio di tutela, Nicola Cesare Baldrighi. “Dopo un periodo di assenza durato qualche anno – ha dichiarato – nel 2014 abbiamo deciso di tornare a investire nel mercato giapponese. Nel 2013 sono state esportate oltre 31.500 forme, con un incremento del 5% sul 2012. Il successo della manifestazione a cui abbiamo partecipato fa intravvedere interessanti prospettive future”. (Fonte: www.granapadano.com)
Suini, Confagricoltura chiama in campo il ministro Martina
“Riteniamo assolutamente offensiva la proposta della parte industriale di pagare 1,32euro al chilo per i suini da macello. I costi di produzione sono superiori a 1,60euro e la delegazione degli allevatori è stata quindi costretta a uscire dalla contrattazione”. Lo ha detto la presidente della Federazione suinicola nazionale, Giovanna Parmigiani, a proposito dell’offerta dei macellatori avanzata in Commissione unica nazionale (Cun). “Questa assurda offerta, fatta peraltro in una fase di grande difficoltà per il settore – ha continuato Parmigiani – è l’ennesima dimostrazione che alla base della crisi vi è ancora la mancanza assoluta di una strategia seria, propositiva e condivisa per rilanciare il comparto”. A parere di Confagricoltura è necessario intervenire con forza e nuovamente sul ministro delle Politiche agricole nel tentativo di mediare una situazione che si sta trascinando da troppo tempo. (Fonte: www.confagricoltura.it)
Aumentano le aziende in difficoltà finanziaria
Il 2014 si è concluso con un dato allarmante. Secondo le analisi elaborate da Coldiretti sulla base del terzo bollettino statistico della Banca d’Italia, le imprese agricole in difficoltà finanziaria sono salite a oltre 18mila (+6%) rispetto all’anno precedente. L’ammontare dei finanziamenti in sofferenza è pari a 4,9 miliardi di euro, circa 600 milioni in più sul 2013. “A pesare sono state le difficoltà di mercato ma anche quelle provocate dal maltempo che ha tagliato le principali coltivazioni agricole – dichiara in una nota Coldiretti – In questo contesto Creditagri Italia, ente intermediario finanziario vigilato dalla Banca D’Italia, ha avuto un importante ruolo di sostegno alle imprese agricole e cooperative del settore”. (Fonte: www.agrapress.it)
Più made in Italy sulle tavole italiane durante le festività natalizie
Sulle tavole italiane nei giorni delle Feste ha trionfato il made in Italy e secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori) è stato sancito il crollo delle mode esterofile in cucina a vantaggio della tradizione, con menù “tricolori” nel 77% dei casi. Il budget delle famiglie italiane per i cenoni delle Feste è rimasto inalterato rispetto al 2013 e secondo i dati della Cia solo l’11% degli italiani ha speso meno per cibo e bevande. La spesa complessiva stimata per imbandire le tavolate delle festività natalizie si è aggirata a poco più di 3 miliardi di euro di cui circa 900 milioni solo per il cenone della Vigilia di Natale. Gli acquisti sono stati più attenti, con il 64% delle famiglie che ha fatto molta più attenzione agli sprechi alimentari. (Fonte: www.cia.it)
Aumenta negli USA il numero di suini allevati
L’Usda (Dipartimento Americano del Settore Agricolo Nazionale) attraverso il Servizio di Statistiche Agricole ha pubblicato i dati del censimento americano per il comparto suinicolo. Alla data del 1 dicembre 2014 negli allevamenti americani si contavano 66.1 milioni di maiali, con un aumento del 2% rispetto al dicembre dell’anno prima e un +1% sul mese di settembre 2014. Dei 66.1 milioni, 5.97 milioni sono riproduttori. Da settembre a novembre 2014 sono stati svezzati il 4% di suinetti in più rispetto allo stesso periodo del 2013. La media nello stesso periodo degli svezzati per parto è stata pari a 10.23 suinetti. Gli allevatori stimano 2.87 milioni di parti tra dicembre 2014 e febbraio 2015, e 2.90 milioni di parti tra marzo e maggio 2015. (Fonte: www.3tre3.it)
A Lodi un forum contro la pirateria agroalimentare
Nel prossimo mese di marzo, a Lodi, il Mipaaf organizzerà un forum con gli organismi di controllo europei e internazionali in vista di Expo. Lo riporta il Corriere della Sera del 30 dicembre scorso in un’intervista al ministro Maurizio Martina. L’iniziativa nasce all’indomani degli oltre 100mila controlli effettuati a tutela delle produzioni provenienti dalle oltre 50mila aziende agricole lombarde a cui si aggiungono le 11mila dell’artigianato alimentare. I controlli e i sequestri di falso cibo made in Italy hanno interessato una cifra pari a 40 miliardi di euro. Nell’intervista rilasciata a Laura Guardini, Martini ricorda gli incentivi per aiutare i giovani ad aprire nuove aziende: mutui a tasso zero, detrazioni sugli affitti e accesso più semplice ai fondi Ue. (Fonte: Corriere della Sera – 30/12/2014)
Assica, alla presidenza eletto Nicola Levoni
Assica ha un nuovo presidente. E’ Nicola Levoni, presidente di Levoni Spa. La nomina risale al 15 dicembre scorso e nei primi mesi dell’anno da poco iniziato, nel corso dell’Assemblea dei soci, verranno ratificate le funzioni che il neopresidente ha assunto all’indomani della sua elezione. Levoni succede a Lisa Ferrarini che, nominata vicepresidente nazionale di Confindustria, in ottemperanza alle regole dell’associazione aveva rassegnato le proprie dimissioni. Nicola Levoni ha già una vasta esperienza nel mondo consortile e associativo essendo stato nominato nel 2013 vicepresidente di Assica, a cui si aggiungono altri prestigiosi incarichi assunti nel corso degli ultimi anni nel comparto della salumeria Dop. (Fonte: www.assica.it)
In 11 anni la produzione di latte negli USA ha spiccato il voto
Fra il 2003 e il 2014 la produzione di latte negli USA è aumentata di 15.5 milioni di tonnellate, il 75% delle quali assorbite dall’export. Lo si legge in un articolo firmato da Leo Bertozzi pubblicato su Clal News. L’incremento dell’export è stato di 11.7 milioni di tonnellate, raggiungendo il 15,5% del totale, percentuale che nel 1996 era appena del 4%. Secondo l’analista, questo notevole successo della produzione lattiero-casearia USA sui mercati internazionali difficilmente potrà continuare anche nel 2015 a causa della generale flessione dei prezzi conseguenti alla crescita dell’offerta di Europa e Oceania e al rallentamento nell’import di Cina e Russia. (Fonte: www.clal.it)
I numeri confermano l’importanza economica dell’agroalimentare italiano
Circa 2 milioni di imprese, il 9% del Pil italiano (il 14% considerando anche l’indotto), 3,2 milioni di lavoratori impiegati nelle varie fasi della filiera (il 14% degli occupati italiani) e un contributo al bilancio dello Stato di 25 miliardi di euro. Sono i dati del quadro economico dell’agroalimentare italiano forniti dal Rapporto Nomisma realizzato per Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane forniti in occasione dell’iniziativa #Campoliberofinoinfondo. L’agroalimentare è stato uno dei settori che meglio ha retto gli effetti della crisi, registrando tra il 2007 e il 2013 una crescita del valore aggiunto del 6%. I consumi alimentari però, nello stesso periodo, si sono ridotti del 14%. (Fonte: www.mangimiealimenti.it)
Spingere sull’export. E’ l’obiettivo di Federalimentare
L’industria alimentare italiana rappresenta il secondo settore manifatturiero del Paese; nel 2013 ha fatturato 132 miliardi di euro, mentre i consumi alimentari si sono tradotti in 207 miliardi di euro. Nel 2011 di sola Iva sono stati versati 15 miliardi di euro. Sempre nel 2013, quindi in piena crisi economica, il comparto ha creato valore incrementando il fatturato di un +1,5%; +5,8% di export; +4,1% di import e +11,5% ha riguardato la bilancia commerciale, mentre la produzione ha registrato un -0,7% e il totale dei consumi alimentari -3%. Sono le percentuali elaborate dal Centro Studi Federalimentare su dati Istat 2014 rispetto ai quali il nuovo Presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, presentando la sua squadra ha affermato di puntare a incrementare di un +66% il valore delle esportazioni nei prossimi 5 anni, passando dagli attuali 30 agli auspicati 50 miliardi di euro. (Fonte: www.federalimentare.it)