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OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE

LATTE
Baldrighi scrive a Renzi. Il Commissario europeo all’Agricoltura deve essere italiano
“E’ il momento che l’Italia pretenda il Commissario Europeo per l’Agricoltura”. Inizia così la lettera che il presidente del Consorzio del Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi, ha inviato nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva, Baldrighi invita il Premier a “valutare con sensibilità e lungimiranza un’esigenza forte che, in più occasioni, è già stata sollevata. Una richiesta che porta con sé l’interesse di uno dei sistemi produttivi più rappresentativi e sviluppati nel nostro Paese”. La lettera sottolinea che per i produttori di Grana Padano, il prodotto Dop più consumato al mondo, non si tratta di un’esigenza personalistica bensì “il sentir comune di tutti i sistemi produttivi dell’eccellenza agroalimentare italiana affinchè venga posta la meritata attenzione sull’intero comparto, che è attualmente il più resistente ai duri colpi inferti dalla crisi ma che necessita di attenzione, rispetto, risposte. Il settore agricolo rappresenta il 6% dell’occupazione e contribuisce per il 5% alla ricchezza europea – si legge ancora nel messaggio – estendendosi a tutto il sistema agroalimentare compresa l’industria di trasformazione che oggi rappresenta il primo asset manifatturiero europeo, coinvolgendo oltre 30 milioni di addetti. L’agroalimentare italiano poi rappresenta un business decisivo che contribuisce grandemente alla formazione del pil nazionale anche con una quota di export di qualità che non ha eguali. Riteniamo che non possa esserci occasione migliore dell’Expo 2015 – conclude la lettera Baldrighi – per avere finalmente al timone dell’agricoltura e dell’agroalimentare europeo una valida e operativa risposta italiana”.

SUINI
Il calo è generalizzato. Meno scrofe, scrofaie e suini certificati
L’Anas (Associazione nazionale allevatori suini) ha reso noto il Rapporto dei servizi coordinati di controllo Ipq-Ineq relativo al 2013. Il documento mette in evidenza che rispetto all’anno precedente, si è registrato un calo del numero di scrofe pari al 4,7%. In diminuzione anche il numero delle scrofaie, -5,6% e quello dei suini certificati per il circuito Dop pari a un -2,8%.
Più nello specifico, prendendo a riferimento le 5 regioni a maggior produzione suinicola destinata alla trasformazione in prosciutti crudi del circuito tutelato, cioè Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, gli allevamenti con scrofe, rispetto al 2012, hanno registrato una contrazione del 6,4% in Lombardia, del 2,6% in Piemonte, dell’8% in Emilia Romagna, del 3,1 in Veneto e del 10% in Friuli Venezia Giulia. Gli allevamenti con ingrasso e a ciclo chiuso certificati sono diminuiti dell’1,7% in Lombardia, del 3% in Emilia Romagna, dello 0,1 in Piemonte, dello 0,9% in Veneto e del 4,2% in Friuli Venezia Giulia. I suini certificati nel 2013 hanno infine registrato una riduzione, rispetto all’anno prima, del 3% in Lombardia, del 2,6% in Emilia Romagna, dello 0,3% in Piemonte, del 3,1% in Veneto e addirittura del 23,5% in Friuli Venezia Giulia.

AVICOLO
In aumento il prezzo del mangime per le ovaiole
Nei primi quattro mesi di quest’anno i costi dei mangimi destinati alla produzione di galline ovaiole hanno registrato una ripresa a scapito del valore aggiunto. In pratica, rispetto allo stesso periodo del 2013 i costi dell’alimentazione sono calati del 10% in ambìto europeo e del 14% in Italia, ma la riduzione dei prezzi delle uova ha ridotto il valore aggiunto: 99 nella Ue e 133 in Italia. Lo rende noto lo Studio Bagnara-Mengarelli di Forlì, specificando che nel 2013 il costo dei mangimi destinato alle galline ovaiole ha fatto segnare un aumento del 2,4% sia a livello europeo che in Italia rispetto all’anno prima, traducendosi in una perdita di valore aggiunto anche a seguito del calo generale dei prezzi (indice prezzo uova/mangimi = 96 in Ue e 145 in Italia) con un trend in calo del 22% in Europa e del 4,6% in Italia.

AMBIENTE
Decreto Irpef, le modifiche sono state accolte. Si va verso altri provvedimenti
Nei giorni scorsi le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno dichiarato ammissibili tutti gli emendamenti presentati sull’art.22 del DL 66/14 (il cosiddetto decreto Irpef in vigore dal 24 aprile scorso) che, come si ricorderà, aveva scatenato le proteste e le preoccupazioni degli operatori in quanto, in origine, prevedeva che la produzione di energia elettrica e calorica ottenuta da impianti a biogas venisse esclusa dal reddito agrario indicando una base imponibile pari al 25% dell’intero fatturato soggetto all’imposta sul valore aggiunto. Gli emendamenti prevedono  invece varie soluzioni che vanno dalla soppressione del comma fino a diverse ipotesi di riduzione dell’impatto dell’imposta aggiuntiva per le aziende produttrici.  Le Commissioni che hanno esaminato il provvedimento in sede consultiva (in particolare quella  Agricoltura) hanno evidenziato la necessità di valutare la previsione di una diversa graduazione delle disposizioni del comma 1, la cui stima di maggior gettito Irpef in termini di competenza si attesta a circa 45 milioni di euro annui. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende inoltre noto che la norma sulle agroenergie verrà aggiornata attraverso modifiche parlamentari. Le modifiche in questione prevederanno l’esclusione del valore dell’incentivo dalla base imponibile per calcolare il coefficiente di redditività e l’esclusione dall’ambito di applicazione del nuovo regime di tassazione degli impianti inferiori a 200 KW per il fotovoltaico e di 300 KW per gli impianti di biomasse e biogas.

NUOVA PAC
Sul Corsera il ministro Martina chiama i giovani all’agricoltura
Sostenere il ricambio generazionale in agricoltura. E’ questo uno degli obiettivi del ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina. Lo ha ribadito in un articolo apparso a pag. 25 del Corriere della Sera di domenica 8 giugno firmato da Fabio Savelli. Nell’articolo, l’autore sottolinea che nei prossimi giorni il ministro presenterà al Consiglio dei ministri una serie di misure per forzare il cambiamento e indurre gli under 35 a caccia di un impiego a considerare anche il lavoro agricolo, finora percepito ancora come un retaggio del passato. “Agevolazioni per gli affitti dei terreni, credito di imposta a favore delle imprese giovanili, pacchetto incentivi per le assunzioni delle nuove leve – ha detto il titolare del dicastero – tutto per impedire la dispersione  delle competenze. Sgravi, in buona sostanza, che fanno il paio con la decisione già messa nero su bianco per riconoscere un 25% di maggiorazione degli aiuti alle start-up agricole”. Savelli ricorda inoltre la soddisfazione del ministro Martina all’indomani del raggiunto accordo con le Regioni sulla nuova Pac che “prevede aiuti complessivi per 52 miliardi di euro da qui al 2020: 27 dedicati al primo pilastro, vale a dire interventi diretti agli agricoltori completamente a carico dell’Unione europea. Altri 21 per lo sviluppo rurale per metà provenienti da Bruxelles e per l’altra metà co-finanziati dagli Stati membri, mentre gli ultimi 4 miliardi di euro andranno alle Ocm (Organizzazione comune di mercato) attraverso interventi mirati in alcuni settori”.

Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale

Benessere ovaiole, si discute ancora sulle gabbie
Nonostante gli allevatori italiani di galline ovaiole siano tutti in regola con le norme europee sul benessere e abbiano sostenuto ingenti costi per modificare le loro gabbie, la Corte dell’Unione europea dichiara l’Italia inadempiente nella messa al bando delle vecchie gabbie per l’allevamento. Lo denuncia la Coldiretti dopo l’annuncio dell’organismo comunitario che “non avendo garantito, a partire dal 1/1/2012, che le galline da uova non fossero più tenute in gabbie non modificate, l’Italia è venuta meno agli obblighi previsti dalla normativa europea”. Coldiretti ricorda che in molti casi gli allevatori sono andati invece oltre le modifiche imposte dalla Direttiva comunitaria, consapevoli che il benessere degli allevamenti è soprattutto un dovere etico ma anche un riscontro economico notevole. L’organizzazione sindacale invita invece  la Ue a effettuare puntuali e rigorosi controlli sull’importazione di uova e ovo-prodotti provenienti spesso da Paesi che non hanno gli stessi standard sanitari e di benessere. (Fonte: www.ilpuntocoldiretti.it) 

Crisi e povertà, l’agricoltura può risollevare il Paese
Se l’Italia è in crisi, il Mezzogiorno lo è ancora di più. Nel 2013 il Pil è crollato del 4% al Sud, il doppio rispetto al resto del Paese, tanto che oggi gli italiani a rischio di povertà o esclusione sociale nel meridione sono saliti al 48%. Un effetto combinato dell’aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, e del calo drastico del reddito disponibile, che in valori assoluti al Sud è pari a 13.200 euro, quasi la metà rispetto alla media del Nord (20.300 euro). Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat.
La conseguenza più diretta della situazione drammatica del Mezzogiorno si riscontra nel carrello alimentare, tutto improntato al low-cost .
Occorre prendere provvedimenti seri di sostegno alle famiglie e aiutare le imprese che operano nel Mezzogiorno a sviluppare nuova occupazione. Cominciando dall’agricoltura che è l’unica attività economica che resiste, con un lieve calo dello 0,3% del valore aggiunto nel 2013 in controtendenza rispetto al crollo di industria (-8,3%) e servizi (-3,1%). (Fonte: www.cia.it)

L’importanza del benessere animale e della sostenibilità dell’agroalimentare italiano
Consenso, Zoetis e Confagricoltura hanno organizzato un momento di confronto con ricercatori, politici e stakeholder sul tema del benessere animale e della sostenibilità della filiera agroalimentare, per valutare le prospettive del sistema zootecnico italiano alla luce di uno scenario in costante evoluzione, nell’ottica di rispondere alle esigenze dei consumatori. Con un valore superiore ai 17,2 miliardi di euro, la zootecnia italiana, hanno sottolineato gli organizzatori, rappresenta poco meno del 35% del valore dell’intera produzione del settore primario del Paese.   “In questo complesso contesto – ha rimarcato in occasione della tavola rotonda Giovanna Parmigiani –  si è aggiunta un’evoluzione delle normative in tema di sostenibilità e di benessere animale con conseguenze che non si possono trascurare”. (Fonte: www.confagricoltura.it)

Con la nuova Pac indispensabile ricorrere a sementi certificate
Nel prendere atto dell’accordo raggiunto fra il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e gli assessori regionali sull’applicazione in Italia della nuova Pac inerente gli aiuti accoppiati, la Società italiana sementi (Sis) invita a porre l’attenzione sulla necessità di legare gli aiuti all’uso di sementi certificate. “Proprio perché – dicono il presidente Gabriele Cristofori e il direttore generale Claudio mattioli – l’accordo assicura un sostegno forte a settori portanti della nostra agricoltura e, con esso, garantisce quelle produzioni su cui si fonda lo straordinario successo del made in Italy. Gli aiuti accoppiati Pac concessi ai seminativi non possono prescindere dall’uso del seme certificato onde assicurare, attraverso la tracciabilità, l’assoluta assenza di ogm”. (Fonte: www.sisonweb.com)

Innovazione e nuovi strumenti al servizio degli allevatori mantovani
L’associazione mantovana allevatori punta su innovazione e nuovi servizi come strumenti per accompagnare la crescita del comparto zootecnico. “I numeri dei capi allevati nella nostra provincia sono in aumento e le bovine iscritte ai controlli funzionali sono quasi 105mila – ha dichiarato il presidente dell’Apa mantovana Alberto Gandolfi – Diventa sempre più fondamentale la vicinanza ai soci, anche perché i segnali che riceviamo dalle nuove stalle iscritte ci dicono che c’è un grande bisogno di servizi in azienda. La nostra missione è sicuramente curare il miglioramento genetico, seguire l’anagrafe zootecnica, dare indicazione di efficienza delle aziende”.

Assalzoo critica l’intesa raggiunta tra Mipaaf e Regioni sulla nuova Pac
L’intesa raggiunta tra il ministro delle Politiche agricole e le Regioni sulle regole di applicazione della riforma della Pac è preoccupante e dannosa per il futuro dell’agricoltura italiana. Lo afferma in una nota Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici). Si è preferito rinunciare a riportare la politica agricola nazionale al centro delle scelte strategiche del Paese – si legge – favorendo l’inutile distribuzione a pioggia degli aiuti e penalizzando quegli operatori, specie più grandi, che effettivamente producono e fanno dell’attività agricola la loro principale fonte di reddito. (Fonte: www.assalzoo.it)

Tavolo nitrati, Rabboni soddisfatto a nome degli assessori regionali
“Una riunione positiva, i ministri hanno accolto molte delle istanze nostre e del mondo agricolo”. Così l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni all’indomani della riunione sul Tavolo nitrati che si è svolta di recente a Roma nella sede del Mipaaf. “Nella riunione – ha sottolineato Rabboni – è stata annunciata l’imminente emanazione di un decreto con il quale si autorizzerà l’utilizzo agronomico del biodigestato prodotto da impianti a biogas alimentati con effluenti zootecnici e biomasse di origine agricola e una flessibilità nel calendario invernale degli spandimenti per tenere conto delle frequenti variabilità e anomalie meteorologiche”, (Fonte: www.agronotizie.it)

Sventata una truffa da oltre 500mila euro ai danni dello Stato e della Ue
Il ministero delle Politiche agricole rende noto che grazie ad una fondamentale collaborazione tra le Forze dell’Ordine e l’Ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) è stata scoperta una truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea finalizzata alla percezione di contributi comunitari erogati nell’ambito del Piano europeo di sviluppo rurale 2007/2013 e dell’Ocm (Organizzazione comune di mercato) 2011/2012 per un importo complessivo di oltre 500 mila euro. Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza in collaborazione con l’Icqrf, hanno portato alla luce un complesso sistema di frode, messo a punto da un produttore vitivinicolo di una nota azienda agricola dell’Orvietano per ottenere contributi finalizzati all’acquisto di nuovi beni, risultati poi in realtà già utilizzati presso un’altra società. (Fonte: www.agrapress.it )
Gli agromeccanici chiedono di contare di più
“È ora che il sistema agricolo prenda coscienza del ruolo del contoterzismo e superi dicotomie di comodo che rappresentano ormai una pura e antiquata discriminazione. Al governo chiediamo con forza che si faccia carico di un capovolgimento totale nel rapporto con la meccanizzazione agricola”. A dirlo sono i presidenti di Unima, Silvano Ramadori, e di Confai, Leonardo Bolis, che dallo scorso dicembre hanno dato vita al Coordinamento degli agromeccanici italiani (Cai. “Nelle statistiche elaborate dagli addetti ai lavori i numeri inerenti alle immatricolazioni dei trattori non vengono segmentati in base agli acquirenti – sottolinea Bolis – mentre siamo certi che una valutazione del mercato anche sulla base di chi investe in nuove tecnologie e in meccanizzazione agricola moderna contribuirebbe a valorizzare il ruolo degli agromeccanici all’interno del comparto primario e a sostegno dell’industria meccanica agricola”. Parallelamente, il sistema coordinato degli agromeccanici italiani chiede a gran voce che sia finalmente garantito l’accesso ai Programmi di sviluppo rurale, affinché possano essere incentivati gli investimenti sulla meccanizzazione e le nuove tecnologie, in grado di agevolare un percorso di sostenibilità economica, ambientale e di sicurezza sul lavoro.

Per ridurre gli errori la Commissione chiede chiarezza nei Psr
Per il periodo di programmazione 2014-2020, la Commissione europea ha richiamato gli Stati membri alla necessità di predisporre strumenti specifici ed azioni finalizzate alla riduzione del tasso di errore riscontrato nella programmazione dello sviluppo rurale. Per il nuovo periodo programmatorio, la più importante azione correttiva agli elevati tassi di errore è la predisposizione di Psr che contengano misure definite in modo chiaro e che siano verificabili e controllabili. L’applicazione di questi principi nella fase di preparazione dei programmi è una responsabilità condivisa tra la Commissione e gli Stati membri ed è affidata a tutti i soggetti attuatori, in particolare alle Autorità di Gestione ed agli Organismi Pagatori. Nell’ambito delle azioni previste dal piano d’azione nazionale per la riduzione del tasso di errore, è stato previsto un programma organico per l’aggiornamento e perfezionamento delle competenze gestionali dei soggetti coinvolti nell’attuazione dei PSR. (Fonte: www.reterurale.it)

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