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NON SI FA PIU’ CREDITO, GLI ARTIGIANI PUNTANO SULL’EUROPA

La Puglia spicca tra le regioni del Mezzogiorno nelle performance di spesa dei fondi comunitari: è quanto emerge dai dati di Confartigianato Puglia. Tuttavia, l’attenzione rispetto ai problemi del Sud non è mai stata così bassa, con il rischio di una “desertificazione industriale”. È quanto è emerso nel corso dei lavori della 63^ Giornata dell’Artigianato organizzata da Confartigianato Puglia per l’81^ Fiera del Levante, intitolata “Fondi comunitari: un aiuto insostituibile per le PMI?”. Alla giornata di studi hanno partecipato il presidente nazionale di Confartigianato Imprese Giorgio Merletti, il presidente della Camera di Commercio di Bari Sandro Ambrosi, l’assessore allo Sviluppo economico della Città metropolitana di Bari Carla Palone, e il presidente di Confartigianato Puglia Francesco Sgherza.

La piccola e media impresa, è emerso nel corso della giornata di studi, in Italia rappresenta quasi il 90 % del totale, ma da quella che qualcuno definì “la serra delle imprese bonsai” spesso è germogliato il meglio dell’imprenditoria italiana, meridionale e pugliese. Se nel Mezzogiorno si è tornati a crescere, perfino leggermente di più del resto del Paese, la vivacità e i percorsi innovativi delle aziende artigiane sono uno dei principali volani di questa crescita. Tuttavia, il meridione d’Italia rimane la parte più sottoposta agli strascichi della crisi: nel 2016 il prodotto interno lordo è cresciuto dell’1%, più che nel Centro-Nord, dove è stato pari a un più 0,8%, ma secondo l’ultimo rapporto SVIMEZ il sorpasso durerà solo un anno: nel 2017 il Pil dovrebbe aumentare dell’1,1% al Sud e dell’1,4% nel Centro-Nord. E per il 2018 si prevede un aumento del prodotto dello 0,9% nel Mezzogiorno e dell’1,2% al Centro Nord. Per quanto riguarda gli investimenti, nel 2016 c’è stata una contrazione della spesa pubblica in conto capitale, che nel corso dello scorso anno ha toccato nel Mezzogiorno il punto più basso della sua serie storica, appena 13 miliardi, pari allo 0,8 per cento del Pil. In questo scenario, la corretta allocazione dei fondi UE può essere fondamentale per la programmazione futura.

Su queste emergenze è intervenuto il presidente di Confartigianato Puglia Francesco Sgherza: “il tema scelto quest’anno è impegnativo ma straordinariamente attuale. La programmazione europea 2014-2020 è probabilmente l’ultima in cui il nostro territorio beneficia di risorse europee di una certa entità. Dobbiamo quindi interrogarci sugli scenari futuri e contare di più sugli investimenti interni, sia privati che pubblici. L’artigianato, in Puglia come in tutta Italia, è portatore di grandi tradizioni e continue innovazioni, la nostra regione in particolare ha alle spalle un decennio di recessione, con una vera e propria emorragia di imprese piccole e medie che sono del tutto scomparse, in special modo quelle del manifatturiero e dell’edilizia. E il settore creditizio non ci aiuta di certo, – ha concluso Sgherza – perché le banche preferiscono sostenere i grandi gruppi o addirittura le multinazionali che operano in Italia ma hanno sede all’estero. È tempo che si cambi questa rotta, e io da qui lo chiedo ufficialmente al Governo”.

Tutto incentrato sull’accesso al credito e sulle procedure di assegnazione dei fondi diretti alle imprese è stato l’intervento del presidente della Camera di Commercio di Bari Alessandro Ambrosi: “come Fiera e come Camera di Commercio abbiamo un rapporto personale con gli artigiani di Puglia qui rappresentati dal presidente Sgherza, con il quale abbiamo identità di vedute su molti temi, e uno di questi è la gestione dei Fondi comunitari. Come sappiamo – ha continuato Ambrosi – esistono due tipi di fondi: quelli indiretti che vanno alle opere di infrastrutturazione, e quelli diretti che sono gestiti dalle Regioni, a beneficio delle aziende. E in mancanza di un vero interlocutore per l’accesso al credito, dato che sulle banche ormai non possiamo più contare, sulla gestione dei fondi diretti credo che si debba semplificare le procedure di partecipazione: solo per capire cosa serva per la certificazione delle imprese di accesso ai fondi regionali è necessario essere dei burocrati, e noi siamo imprenditori”.

 

 

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