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NEL 2010 A BARI LA FIERA MEDITERRANEA FEDERICIANA

“Quando Federico II ebbe visto al di
là del mare la Terra promessa della Bibbia, disse, a quel che pare, con la sua
inclinazione al motto blasfemo, che Jehova certo non aveva conosciuto la
Sicilia, la Puglia e la Terra Laboris, che sennò non avrebbe avuto parole così
alte di elogio per la terra promessa agli ebrei”. Un po’ come Napoleone
elogiava la Francia dicendo “Io ho una sola passione, una sola amante: la
Francia. Con lei dormo, ella non mi ha mai lasciato nei guai, per me ella versa
i suoi beni e il suo sangue” così Federico parlava della sua Apulia, come se si
riferisse ad una persona, ad una donna magnifica. Il suo regno nell’Italia
meridionale restò sempre il suo unico, grande e vero amore. E oggi l’imperatore
svevo è diventato per la Puglia un “marchio di denominazione d’origine
controllata”, il capostipite della “pugliesità”.

Merito della sua capacità di unire
Oriente ed Occidente e di svolgere un’importante mediazione culturale. Due
compiti che rientrano pienamente nella mission storica della Fiera del Levante
la quale, su proposta del consigliere Silvio Panaro, ha deciso di organizzare
il prossimo anno la Fiera Mediterranea Federiciana, un evento internazionale
che certamente darà prestigio alla città di Bari, alla Puglia e all’intero
Paese. La paternità del progetto è della Camera di Commercio Italo Orientale e
può già annoverare l’approvazione del professor Cosimo Damiano Fonseca,
accademico dei Lincei, vice presidente del Centro di Studi Normanno Svevi.
Pareri favorevoli sono arrivati anche dal Senato Accademico dell’Università di
Bari e dalla Camera di Commercio di Bari.

Una sinergia, dunque, tra Enti ed
istituzioni che darà vita ad una ‘vetrina’ di rilievo con la promozione del
territorio pugliese e dei tantissimi Comuni Federiciani e la partecipazione di
operatori commerciali, turistici e culturali sotto l’egida di Federico II ed
alla luce della modernità dei suoi messaggi.

Un lungo percorso da Canosa di Puglia a Barletta, passando per Castel
del Monte, Gravina e Trani, per scoprire i segni lasciati da questo grande
personaggio e per immergersi nelle suggestive atmosfere medievali ma anche
nelle tante leggende che lo coinvolgono. Come quella collocata nel dicembre del
1250 quando l’imperatore di Svevia, a Foggia a seguito di uno dei suoi
spostamenti, fu colto da malore e dovette fermarsi a Fiorentino. Si racconta
che gli fu preparato il letto in una camera della torre del castello, con la
testata addossata alla parete. Mentre giaceva malato, si ricordò di quanto gli
avevano predetto gli astrologi: sarebbe morto presso le porte di ferro, in una
città il cui nome conteneva la parola fiore. Per questo motivo Federico aveva
evitato di visitare Firenze. Non aveva però considerato l’esistenza di
Fiorentino. L’imperatore impose, allora, di esaminare i muri della torre in cui
giaceva. Ebbene, proprio nello spessore della muraglia, nella parte nella quale
si trovava il letto, era celata una porta di ferro. Fu allora che avrebbe
esclamato: “Questo è il luogo della mia fine, come mi era stato predetto. Sia
fatta la volontà di Dio”. Ma si narra anche di un possibile incontro tra
l’imperatore e san Francesco d’Assisi nel castello svevo di Bari. Federico
conosceva quello che il frate predicava nel regno e voleva mettere alla prova
la sua castità. Mentre si accingeva a riposare sulla nuda terra, nella camera
che gli fu preparata, gli mandò una donna giovane e bella. Il frate non si scompose
e invitò la fanciulla a stendersi sul giaciglio accanto a lui. Il castello di
Gioia del Colle rimanda, invece, alla leggenda di Bianca Lancia, probabilmente
l’unica donna che riuscì a conquistare davvero il cuore dell’imperatore.
Federico sospettava della sua infedeltà e la rinchiuse in una torre. Bianca
Lancia non poté resistere all’umiliazione: si tagliò i seni e li inviò
all’imperatore assieme al neonato, morendo di lì a poco. Da allora si dice che
ogni notte nella torre dell’imperatrice si oda un flebile lamento.

 

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