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MARMOMAC, PIETRA NATURALE ITALIANA SEMPRE PIÙ GREEN LA RETE PNA PRESENTA LA PRIMA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DI SETTORE

Chiude oggi a Veronafiere il 59° salone internazionale leader per la filiera tecno-lapidea (23-26 settembre)

Verona, 26 settembre 2025Una lastra di pietra naturale italiana da un metro quadrato e due centimetri di spessore rilascia in atmosfera in media 13,5 kg di CO₂ lungo tutto il suo ciclo di vita. È il dato certificato dalla prima Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) del comparto, elaborata dal Politecnico di Torino per la rete Pietra Naturale Autentica (PNA) e presentata oggi in anteprima a Marmomac, il salone di Veronafiere dedicato alla filiera tecno-lapidea. Il risultato pone il marmo e le altre pietre Made in Italy tra i materiali da costruzione a minore impatto ambientale.

L’analisi ha preso in considerazione 15 tipologie di materiali estratti e lavorati in diverse regioni del Paese – dal Veneto alla Toscana, dal Piemonte al Trentino-Alto Adige, valutando ogni fase, dall’estrazione in cava alla trasformazione in stabilimento. I numeri confermano la vocazione green della pietra naturale: la produzione delle lastre comporta impatti modesti su aria e acqua, grazie alla quasi totale assenza di sostanze chimiche nei processi.

«I risultati dell’EPD sono bassi impatti potenziali di eutrofizzazione ed acidificazione delle acque superficiali, nonché basso rilascio in atmosfera di smog fotochimico e sostanze dannose per lo strato di ozono troposferico – spiega Claudia Chiappino, ingegnere minerario specializzato in attività estrattive e circolarità –. L’energia, sia in cava che in stabilimento, gioca un ruolo significativo nell’impatto complessivo, circa l’80%. Ciò suggerisce che questo possa essere ulteriormente ridotto utilizzando fonti più pulite, come le rinnovabili, e aumentando le rese di lavorazione in un’ottica di circolarità».

A Marmomac 2025 la sostenibilità si racconta anche attraverso il design e la sperimentazione in architettura. Nel The Plus Theatre la mostra Stone Next – Visioni di pietra futura presenta progetti che aprono nuove prospettive. Fili Pari, startup milanese, ha brevettato MARMORE®, un tessuto tecnico impermeabile e resistente realizzato con polvere di marmo riciclata. Dal Politecnico Federale di Zurigo, invece, arriva Stone 3D Printing, un sistema che integra progettazione digitale, ingegneria strutturale e tecnologia, in grado di stampare componenti architettonici in grande scala, utilizzando l’80% di pietra riciclata e leganti a basso impatto. Con Symbiosis – Lichen & Stones di Julia Schwarz, infine, i licheni, bioindicatori di aria pulita, diventano parte integrante delle strutture in pietra, trasformandole in un habitat vivo e in continua evoluzione.

«Siamo convinti che la pietra naturale possa essere esempio di ‘vera’ sostenibilità, in relazione non solo alle qualità intrinseche del materiale, ma anche alle peculiarità del suo ciclo produttivo – commenta Barbara Ferro, amministratrice delegata di Veronafiere –. Nel 2022, proprio qui a Marmomac è stato firmato il primo Manifesto di sostenibilità della pietra naturale, promosso dalla Rete PNA, di cui facciamo parte. E oggi questo EPD rappresenta un ulteriore passo in avanti che fornisce dati ambientali trasparenti in grado di orientare le scelte sia degli stakeholder B2B, come imprese di costruzione e architetti, sia dei consumatori. Veronafiere, inoltre sta lavorando per fornire visibilità nelle sue manifestazioni alle soluzioni innovative in chiave di sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale, relativa ad esempio alla sicurezza sul lavoro, e alle nuove economie della circolarità».

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