
MARMOMAC, LE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS IN AFRICA TRA EDILIZIA E DESIGN
Oltre cinquanta aziende espositrici e delegazioni istituzionali in arrivo dall’Etiopia e dall’Angola
Tre Stati del continente figurano nella top 15 dei Paesi importatori di materiali lapidei grezzi italiani
Verona, 26 settembre 2019 – L’Africa come continente in via di sviluppo, ricco di risorse minerarie e precursore delle nuove tendenze del design. È questo uno dei focus di approfondimento economico della 54esima edizione di Marmomac, il salone internazionale dedicato a marmi, graniti, tecnologie di lavorazione, servizi e formazione, in programma a Verona fino a sabato.
Cinquanta le aziende africane che espongono quest’anno a Marmomac, in arrivo da Egitto, Zambia, Marocco, Namibia, Tunisia, Sudafrica e Angola. Una presenza ormai consolidata, come dimostra anche il numero di operatori che nel 2018 hanno visitato la rassegna, pari al 3,5% dei buyer esteri.
Testimonial della sua terra d’origine, l’architetto marocchino Hicham Lahlou,uno dei più affermati designer del continente nonché fondatore di Africa Design Days e Africa Design Award, che ha tenuto il discorso d’inaugurazione della rassegna.
“È il momento di iniziare a guardare a questo continente come a un mercato composto da 54 Paesi e di capire come costruire una collaborazione tra l’Africa e le aziende italiane”, sottolinea Lahlou. “Molti Stati stanno affrontando una fase di espansione, con grandi investimenti, grandi bisogni da soddisfare e un tasso di crescita del Pil superiore al 10%. Tra i più promettenti, in particolare, a est il Kenya e l’Etiopia, a ovest la Costa d’Avorio, il Marocco, la Nigeria, il Ghana ma anche il Sudafrica”. L’architetto invita a cogliere questa opportunità, soprattutto nell’ambito di sua competenza: “Il nostro è un vecchio continente, di antica civilizzazione ed è proprio dalla civilizzazione che nasce il design. La collaborazione con le imprese italiane potrebbe essere molto proficua”.
Al fianco delle imprese e dei buyer africani, anche alcune delegazioni istituzionali, con ministri provenienti dall’Etiopia e dall’Angola. “Marmomac è nota come la manifestazione internazionale per il business del marmo, motivo della mia presenza in questi giorni a Verona”, osserva Samuel Hurkato, ministro etiope delle Risorse minerarie. “L’Etiopia è un Paese emergente e le costruzioni stanno vivendo una fase di grande espansione. Le imprese etiopi, in particolare, cercano la qualità dei prodotti”.
Tra gli ospiti di Marmomac anche Diamantino Pedro Azevedo, ministro delle Risorse minerarie. “Sono stato invitato dalla Federazione internazionale ed europea delle imprese della pietra naturale per promuovere il potenziale del business angolano nel settore della pietra ornamentale”, commenta Azevedo. “I nostri operatori sono interessati soprattutto ai prodotti di granito, marmo e quarzite. Inoltre, le nostre imprese possono offrire all’Italia collaborazione nella produzione e commercializzazione di rocce ornamentali”.
Sempre oggi è la giornata degli incontri B2B con importanti studi di architettura internazionali: tra i protagonisti, oltre ai partecipanti all’Archmarathon Castings @Marmomac, tre tra i più promettenti designer africani: oltre a Hicham Lahlou, Romarick Atoke, presidente fondatore dell’associazione AFRIKArchi, e Dominik George dello studio Saota di Cape Town.
DATI MERCATO. Tre Stati africani figurano nella top 15 dei Paesi importatori di materiali lapidei grezzi italiani, come risulta dal Rapporto di Confindustria Marmomacchine. Al terzo posto della classifica mondiale, nel 2018, l’Egitto con 13,2 milioni di euro di import, in crescita del 37,1% rispetto al 2017. Al quarto posto l’Algeria con 11,6 milioni di euro (+7,7% sul 2017) e all’undicesimo posto la Tunisia con 5,9 milioni di euro di materiali lapidei grezzi esportati (+36,4%).
L’Africa rappresenta anche un importante mercato per le esportazioni di macchinari e attrezzature lapidee: nel 2018 il valore dell’export verso questo continente ha raggiunto i 162,1 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto al 2017. In particolare, l’Egitto ha importato macchine per la lavorazione di pietre ornamentali per 77,6 milioni di euro (+33,9%) e l’Algeria per 51,2 milioni (-23%).