
Marmo: riciclare i fanghi producendo valore
Venerdì 23 maggio si svolto a CarraraMarmotec il convegno di presentazione dei risultati del progetto Recyslurry ( Valorisation and recycling of slurries) organizzato da Internazionale Marmi e Macchine, uno dei cinque soggetti del partenariato titolare del progetto co-finanziato dalla Commissione europea.
Le attività del progetto hanno riguardato lo studio per la valorizzazione dei fanghi prodotti durante la lavorazione della pietra naturale al fine di individuarne i possibili utilizzi nei differenti settori industriali che necessitano di materie micronizzate.
L’attenzione verso il problema del riutilizzo dei fanghi è molto alta ed ha sollecitato la presenza di molti operatori, ricercatori ed esperti della materia che tocca tutte le attività di trasformazione perché si stima che in Europa l’attività di trasformazione dei lapidei produca circa cinque milioni di tonnellate di fanghi che non possono essere semplicemente stoccati ma devono essere utilizzati per nuovi prodotti creando valore e non solo costi.
Cristina Rabozzi (Internazionale Marmi e Macchine) ha aperto i lavori presentando una panoramica delle attività svolte ed evidenziando gli obiettivi specifici del progetto soprattutto in relazione ai requisiti di sostenibilità e di adeguamento del settore alle policy ambientali europee.
Gli interventi successivi sono stati curati dai rappresentanti dei paesi che hanno aderito al progetto: José M. Cuevas (AIDICO – Spagna), Roberto Diaz (AITEMIN- Spagna), Nuno Bonito (CEVALOR – Portogallo) che sono entrati nello specifico della tematica ambientale illustrando le possibilità di riutilizzo degli scarti di lavorazione e descrivendo gli aspetti tecnologici dell’impianto pilota per il trattamento dei fanghi messo a punto da AIDICO a Novelda (Spagna).
I risultati delle prove su scala reale svolte presso aziende del settore delle costruzioni sono stati molto incoraggianti in particolare per l’immissione nel ciclo degli impianti per la produzione di laterizi e di elementi prefabbricati in calcestruzzo.
I risultati evidenziano l’ottima qualità dei prodotti ottenuti che possono essere realizzati utilizzando i fanghi valorizzati in sostituzione delle materie prime “convenzionali” non riciclate.
I partner europei hanno cercato di offrire una lettura critica dei risultati senza limitarsi alla valutazione della fattibilità tecnica di riutilizzo dei fanghi riciclati e hanno sottolineato la necessità di una attenta analisi economica e territoriale per valutare l’effettiva sostenibilità economica delle soluzioni che sono state individuate fino ad oggi che devono avere presente la necessità di valutare i costi ambientali della filiera lapidea nell’ottica del passaggio del concetto di fango come “rifiuto” a materia in grado di generare nuovi flussi economici.
A conclusione degli interventi tecnici si è tenuta una tavola rotonda alla quale sono intervenuti tecnici, imprenditori e rappresentanti di associazioni presenti in sala che hanno affrontato in particolare il tema della gestione sostenibile del settore estrattivo in tutte le sue fasi: dalle lavorazioni in cava all’organizzazione degli impianti di lavorazione in un’ottica di ottimizzazione e di efficienza dell’intera filiera produttiva.
Il dibattito ha fatto emergere un interesse sul tema anche da realtà diverse da quelle italiane per la presenza di numerosi gli imprenditori stranieri presenti (Egitto, Palestina, Oman), che hanno manifestato forte interesse per la possibilità di applicazione delle metodologie illustrate per l’avvio di nuove unità produttive complementari a quelle di trasformazione della pietra anche nei rispettivi paesi.