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LE RASSEGNE ZOOTECNICHE AD AGRIMONT 2009

Tornano
anche quest’anno ad Agrimont, la 30.
mostra dell’agricoltura di montagna, in programma a Longarone Fiere (Belluno)
dal 20 al 22 e dal 27 al 29 marzo, le rassegne
zootecniche
, organizzate dall’Associazione Provinciale Allevatori. Nei due fine settimana (l’orario d’apertura della
fiera è il venerdì dalle 14 alle 19, sabato e domenica dalle 9 alle 19) i
visitatori potranno trovare le  esposizioni zootecniche dedicate alle diverse
razze di bovini, ovicaprini ed equini, tra le più conosciute, allevate in
provincia di Belluno, e alcune delle razze in via d’estinzione. Un evento
diventato ormai un appuntamento fisso tra le proposte della mostra longaronese,
che si appresta ad aprire i battenti con un’esposizione quanto mai completa e
particolarmente specializzata in grado di soddisfare le esigenze del mondo
agricolo.

“Agrimont rappresenta per il mondo dell’allevamento bellunese una
vetrina importante dove poter presentare le potenzialità di un settore che
conserva un ruolo strategico nella salvaguardia del territorio – spiega il
direttore dell’Associazione Provinciale Allevatori, Christian Roldo –. L’allevatore montano quando sfalcia un prato,
non produce solo fieno, ma anche qualcos’altro che ci piace definire cura e
tipicità dell’ambiente montano. È noto che l’ambiente montano abbisogna di
presenza umana attiva e costante se si vuol salvaguardare il territorio e che
un contributo sostanziale a ciò è dato dalla presenza dell’allevamento bovino,
al quale va associato,  per il recupero
di aree marginali e per una manutenzione di aree non più vocate all’agricoltura,
l’allevamento equino e ovi-caprino. Dobbiamo ribadire questo concetto perché
sia inequivocabile il ruolo complesso che il settore zootecnico ha
nell’ambiente stesso e quindi di riflesso in tutte le altre attività che lo
sfruttano ed in primo luogo il turismo”.

Molto interessanti anche i dati
sulla consistenza del settore primario
forniti dal direttore
dell’Associazione Allevatori. Nella provincia di Belluno, su una superficie
territoriale di circa 368.000
ettari, l’attività agricola, in base ai dati dell’ultimo
censimento Istat, viene esercitata solo su circa 53.000 ettari
(pascoli compresi). Al di fuori delle utilizzazioni agricole e forestali
restano le zone improduttive e le destinazioni extragricole che interessano
all’incirca il 40% della superficie provinciale, mentre quasi il 90% della superficie
agricola utilizzabile è rappresentata da prati permanenti e da pascoli (89,7%
prati e pascoli, 9,8% seminativi). In un contesto generale come questo è
evidente che non vi sono molte alternative alla foraggicoltura e
all’allevamento che ne consegue. Il valore della produzione agricola bellunese
è dato per oltre il 70% dalle produzioni
zootecniche
all’interno delle quali il settore trainante è dato dal
comparto lattiero-caseario. Il  numero di
vacche da latte allevate in Provincia di Belluno attualmente è di poco
inferiore agli 11.000 capi. Dopo il grosso calo, pari a oltre il 50%, di
animali allevati dal 1965 agli anni Novanta, la situazione dal 2000 al 2008 si
è di fatto stabilizzata su valori di circa 25.000 bovini totali.

Le aziende titolari di quota
latte
in provincia sono diminuite, passando da 2.236 nel ’92 a 1.023 nel
’96, a 752 nel 2002, fino ad arrivare a 416 nel 2008. Nonostante la diminuzione
del numero delle aziende, la produzione
di latte
è cresciuta costantemente passando dai 473.974 quintali del ’92 ai
518.063 del 2008 grazie ad un aumento della produzione per singolo capo che è
stato possibile principalmente grazie al miglioramento genetico degli animali
allevati e all’adeguamento strutturale delle aziende zootecniche associato al miglioramento
delle condizioni sanitarie degli allevamenti, delle tecniche alimentari e ad
una sempre maggiore professionalità dell’allevatore.

 

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