News AEFI

LE ICONE VENETO CRETESI Mostra a cura di Federico Andrisani

L’icona è una raffigurazione sacra dipinta su tavola, prodotta nell’ambito della cultura bizantina e slava. Nella lunga genesi dell’iconografia cristiana, l’icona assume la propria fisionomia intorno al V secolo. L’occasione fu offerta dalla presenza nella tradizione Cristiana di prototipi, quali i ritratti di Gesù e Maria. Si tratta del Mandylion, della Sindone e dei numerosi ritratti della Vergine attribuiti a San Luca Evangelista. Quando nel 1453 l’Impero Romano d’Oriente crollò, i popoli balcanici contribuirono a incrementare sia la produzione, sia la diffusione di queste raffigurazioni sacre. Nella tradizione della Chiesa bizantina, l’icona assume un significato particolare. Il simbolismo e la tradizione non coinvolgevano solo l’aspetto pittorico, ma anche quello concernente la preparazione e al materiale utilizzato, oltre alla disposizione e al luogo entro il quale l’opera andava collocata. L’icona trasmette un particolare messaggio teologico per mezzo del linguaggio iconico, che è espresso dai colori utilizzati dall’artista.

Le icone erano dipinte su tavole di legno, generalmente di tiglio, larice o abete. Sul lato interno della tavoletta, in genere era effettuato uno scavo che era chiamato “scrigno” o “arca”, in modo da lasciare una cornice in rilievo sui bordi. La cornice, oltre a proteggere la pittura, rappresentava lo stacco tra il piano terrestre e quello divino in cui è posta la raffigurazione. Sulla superficie era incollata una tela con colla di coniglio, che serviva ad ammortizzare i movimenti del legno rispetto agli strati superiori. La tela veniva, infatti, ricoperta con diversi strati di colla di coniglio e gesso, che opportunamente levigati, con pelle di pesce essiccata o carte vetrate, consentivano di ottenere una superficie perfettamente liscia e levigata, adatta ad accogliere la doratura e la pittura.

Newsletter