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LA FIERA DI UDINE HA OSPITATO PER LA PRIMA VOLTA L’ASSEMBLEA DELLE FIERE ITALIANE

L’A.E.F.I. (Associazione Esposizioni e Fiere
Italiane), che rappresenta gli interessi del sistema fieristico nazionale con 41
associati tra enti e società e con oltre 1.000 manifestazioni l’anno, si è
incontrata oggi (mercoledì 8 aprile) alla Fiera di Udine per i lavori
dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo. Un incontro importante non solo per
Udine e Gorizia Fiere che ha ospitato la riunione (la prima tenutasi sino ad
oggi in Friuli Venezia Giulia), ma significativo di un’attenzione e di un
interesse che l’Associazione nazionale delle Fiere vuole far sentire su tutto
il territorio e ad ogni dimensione e contesto delle singole realtà fieristiche,
soprattutto in un momento delicato e complesso come quello che oggi sta
cambiando radicalmente il volto e il ruolo del panorama fieristico nazionale e
internazionale.

 

Come
ha affermato il Presidente dell’A.E.F.I., Raffaele
Cercola
, anche Presidente della Fiera di Napoli, «il sistema nazionale
delle fiere sta reagendo con grande managerialità, dinamismo e professionalità
agli effetti derivanti dalla crisi economico-finanziaria che dall’America si è
espansa al mondo intero.  Anche il
calendario fieristico italiano dell’anno 2009 appare ricco di opportunità,
confermando così un senso di continuità con i dati del 2008 a riprova degli
sforzi compiuti per minimizzare le turbolenze di numerosi settori dell’
economia nazionale ed internazionale. Tuttavia non possiamo ignorare che le
difficoltà economiche mondiali  (specie
se non risolte sulle basi poste nel corso degli ultimi Summit Internazionali in
cui, pare, si siano avviate riflessioni per una lieve ed anticipata ripresa
rispetto al previsto) potrebbero ripercuotersi sul nostro comparto forse anche
nel 2010. Per fronteggiare, quindi, quello che è stato definito uno “tsunami” dell’economia,
simile alla grande depressione del 1929, l’A.E.F.I. continuerà a fare di tutto
perché lo stesso calendario non abbia “defezioni” addotte e motivate
dalla pesante turbolenza economica in corso in tutto il mondo e perché, anzi, i
calendari dei prossimi anni si arricchiscano e si qualifichino sempre più».

La
stessa A.E.F.I., insieme all’Università di Napoli, ha condotto nello scorso
autunno un’indagine sull’impatto della crisi e sulle proposte per il futuro: i
risultati rendono note le priorità espresse dai principali quartieri fieristici
italiani per rilanciare il settore nel dopo-crisi e attestarsi sempre più come attori
dello sviluppo economico e sociale dei nostri territori e per le nostre piccole
e medie imprese nazionali, in Italia come all’estero.

«Le
fiere consumer o le fiere-evento – ha commentato Cercola – stanno resistendo
bene poiché rappresentano un’opportunità di socializzazione, un’occasione di “time-spending“, offrendo in fiera
non solo l’aspetto meramente espositivo, ma anche altri contenuti. Queste
“tendenze” sembra che  caratterizzino anche le fiere business to business: diventando sempre
più esperienziali e dinamiche, anche le fiere specializzate potrebbero
alleviare i danni della crisi in atto. E’ necessario proseguire il confronto
con le altre associazioni di categoria e le istituzioni per programmare azioni
e svincolare fondi a favore del sistema fieristico e per costruire basi di
sostegno e regolamentazione ancor più forti e concrete per il prossimo futuro» .

 

Di
primario interesse anche l’approvazione di un quadro normativo per il pieno e
completo riconoscimento del comparto fiere e per la valorizzazione ed il
sostegno forte al sistema fieristico (rimarcando sia gli elementi di unità
nazionale, che i vari localismi) e l’implementazione del coordinamento
permanente fra tutti i livelli istituzionali nazionali e locali, in primis le
Regioni e le associazioni di settore: «tale dialogo – ha concluso Cercola – dovrà
essere approfondito nel corso di quest’anno ed è mia intenzione infatti
organizzare una tavola rotonda con i rappresentanti del Governo con deleghe e
competenze fieristiche (in primis il Ministro Scajola e i Sottosegretari Scotti
e Urso), il Coordinamento Interregionale, le altre associazioni degli
organizzatori fieristici e gli Istituti pubblici che hanno il compito di
promuovere l’internazionalizzazione dell’economia».

 

«L’importanza dell’appuntamento di oggi – ha
sottolineato il Presidente di Udine Gorizia Fiere Sergio Zanirato – va oltre la soddisfazione e l’orgoglio di essere
stati al centro del dialogo con le grandi realtà fieristiche italiane: sono
state messe a fuoco questioni salienti che interessano tutto il panorama
fieristico italiano di fronte ad una situazione economica e congiunturale
negativa che richiede lo sforzo e l’impegno di tutti nel mettere in pratica strategie
capaci di rendere l’offerta fieristica ancora propositiva e ancora competitiva
in un contesto economico globale di cui la crisi da un lato e l’ingresso di
nuovi interlocutori e competitors del business fieristico in aree emergenti
dall’altro, ne hanno decisamente cambiato i connotati».  Come è emerso nel convegno–studio promosso
proprio dall’A.E.F.I. nel dicembre scorso,  il mercato fieristico in Italia tiene, almeno
per quanto riguarda il segmento più importante, quello delle mostre
internazionali che nel 2009 sono 200 contro le 197 nel 2008. Dai dati è emerso
che nel 2007 l’Italia ha superato i 4 milioni di superfici affittate,
distribuite su 190 manifestazioni che hanno raccolto circa 100mila espositori e
oltre 12 milioni di visitatori.

«Va ricordato – prosegue Zanirato – che il sistema
fieristico nazionale conferma la sua leadership continentale nei comparti merceologici dell’abitare-costruire, tecnologie
meccaniche, alimentare-agroindustria, salute e ambiente, moda. Settori chiave su
cui anche Udine e Gorizia Fiere fa la sua parte sviluppando e consolidando la
propria leadership nel settore dell’arredamento-fashion-design  con manifestazioni come Casa Moderna, Salone
Internazionale della Sedia, MittelModa e del settore agro-alimentare con
Agriest e Good, manifestazioni intese come momento di sintesi e di promozione
di un settore che in F.V.G.   conta oltre
20.000 aziende agricole (il 21% del totale delle imprese attive, molte delle
quali impegnate anche nella trasformazione e commercializzazione) e ben 510
aziende agrituristiche con importanti presenze anche in quest’ultimo anno di
crisi (oltre 100.000 a
ottobre 2008, +13,5% rispetto al 2007).
Internazionalizzare,
quindi, ma la sfida e il futuro delle Fiere si gioca anche non perdendo di
vista, anzi incrementandolo, il rapporto con il territorio di riferimento che, nel
caso di Udine e Gorizia Fiere, diventa doppiamente strategico per la diversa
collocazione delle due location espositive (a Udine e a Gorizia) e per la
posizione geografica della nostra Regione a contatto con mercati e opportunità
diverse».

 

Perché le fiere continuino ad essere attrattive
e siano ancora un’importante opportunità di sviluppo per l’intero territorio,
sia in termini di immagine che di economia, devono far parte integrante di una
strategia di sistema e devono “riconvertire” l’attività uscendo da schemi ormai
superati e non più rispondenti alle diverse esigenze dell’impresa: su questa
linea si muove Udine Gorizia Fiere che, come ricordato dall’Amministratore
Delegato Claudio Gottardo, si pone
l’obiettivo di incrementare la propria offerta di eventi espositivi integrandola
a servizi collaterali in grado di coinvolgere espositori ed operatori e di
soddisfare le loro richieste di conoscenza del mercato e delle migliori strategie
con cui affrontarlo. Un potenziamento dell’ offerta che non riguarda solo i
brand fieristici a calendario, ma anche il brand congressuale alla cui
promozione e sviluppo contribuisce un pacchetto di offerta in cui ingredienti
come l’ambiente Parco che circonda la Fiera e il suo Centro Congressi, il
futuro Orto botanico, i centri storici di interesse situati e pochi chilometri
dal comprensorio fieristico, le eccellenze enogastronomiche del territorio
fanno la differenza.

 

Anche il Presidente della Camera di Commercio di Udine, Giovanni Da Pozzo, ha portato il
proprio saluto all’Assemblea A.E.F.I. evidenziando che «le fiere sono
fondamentali per la promozione e la crescita di ogni tessuto produttivo. Da
parte nostra stiamo fotografando e mettendo a fuoco la situazione generale
italiana che è entrata in una fase importante di ristrutturazione. Ogni evento
fieristico dovrebbe avere una propria utilità e, perciò, siamo convinti che
pure nella nostra regione serva metter mano a una necessaria riorganizzazione.
Uno degli obiettivi prioritari è legato alla calendarizzazione coordinata per
evitare ed eliminare le sovrapposizioni tra le manifestazioni che ogni Ente
Fiera organizza annualmente nelle proprie strutture».

 

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