
KEY ENERGY DAILY DEL 28 OTTOBRE
L’ITALIA È AVANGUARDIA IN EUROPA SULLE COMUNITÀ ENERGETICHE
L’Italia è un caso di scuola, in Europa, in materia di comunità energetiche. Lo ha detto Edoardo Zanchini di Legambiente aprendo oggi a Key Energy di IEG l’incontro “Comunità energetiche: obiettivi e progetti in partenza con il recepimento della Direttiva 2018/2001”, nel quale è stato ricordato come, a distanza di due anni dalla prima presentazione delle proposte, con l’inserimento del provvedimento nel Milleproroghe siamo arrivati finalmente a tracciare un primo bilancio dei risultati ottenuti. Emilio Sani di Italia Solare, facendo l’identikit delle comunità, ha segnalato come “in massima parte siano associazioni non riconosciute, con pochi soci, e ambiti territoriali molto piccoli”.
Le criticità riguardano i finanziamenti, che oggi arrivano dai Comuni e non dagli istituti di credito. Gianni Pietro Girotto, senatore pentastellato e Presidente della Commissione Industria Commercio e Turismo al Senato, ha detto: “Dopo settimane di lavori, la Commissione che presiedo ha espresso parere favorevole sia allo schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva RED II che a quello di recepimento della Direttiva Mercati. Per quanto riguarda la RED II, nello schema di parere reso al Governo si ribadisce la necessità di tutelare e sostenere adeguatamente la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, di accelerare le procedure che portano all’individuazione delle aree idonee, facilitando l’eolico anche al di fuori di quelle individuate come idonee per non rischiare di non raggiungere gli obiettivi del PNIEC e di incentivare il fotovoltaico nelle aree agricole non utilizzate, nel rispetto dell’uso agricolo o zootecnico del suolo”.
A KEY ENERGY IL PRIMO APPUNTAMENTO PER GENERAZIONE DISTRIBUITA
Debutto alla fiera di Rimini per Generazione Distribuita, l’Associazione dei produttori di sistemi per la generazione di energia costituita in Anima Confindustria, che ha tenuto il suo primo appuntamento questa mattina a Key Energy. Il presidente eletto Marco Monsurròha sottolineato che le imprese italiane sono chiamate ad un cambiamento epocale, che comporta il produrre e consumare energia in maniera diversa. “Come è noto – ha detto – il PNRR stanzierà 24 miliardi per rinnovabili, reti e idrogeno; noi crediamo però che ci sia un problema di prospettiva, perché verranno stanziati fondi per progetti che creano la domanda, ma solo in minima parte l’offerta. Se è vero che noi dipendiamo dall’estero a causa della mancanza di materie prime energetiche, come gas e petrolio, è anche vero che così non è per quanto riguarda i sistemi di conversione, come ad esempio macchine e motori, dove il Made in Italy ci rende orgogliosi. Noi di Generazione Distribuita chiediamo dunque alle istituzioni di focalizzarsi maggiormente sulla possibilità di accompagnare progetti e iniziative italiane, onde evitare il rischio che il nostro Paese diventi terra di conquista tecnologica per le imprese estere”.
LE BATTERIE SARANNO AL CENTRO DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA
I sistemi di accumulo saranno tra i protagonisti futuri della transizione ecologica, complice il passaggio all’elettrificazione dei consumi, sia per illuminazione sia per riscaldamento, con un progressivo ricorso alle energie rinnovabili. È quanto emerso all’incontro “Il futuro delle batterie: ruolo, sostenibilità ed opportunità nella transizione energetica per la filiera nazionale”, organizzato a Key Energy da Enea e Motus-e. Per Maria Valenti, ricercatrice di Enea in reti elettriche e smart grid, l’intervento dovrebbe far perno non solo sul vettore elettrico, ma anche sul riscaldamento, e quindi sulla possibilità che le pompe di calore sostituiscano progressivamente le caldaie a combustibili fossili nel settore residenziale. Secondo i dati forniti da Valenti, la Commissione europea rileva che la produzione energetica aumenterà dai 2750 TWh del 2015 ai 3030 TWh del 2030. Sul fronte della mobilità, e in particolare sulle colonnine elettriche, altro tema dell’incontro, i dati forniti da E-Motus evidenziano che in Italia sono stati installati 23mila punti di ricarica, con il Nord si conferma il principale installatore. L’ultima versione del PNRR promuove lo sviluppo della mobilità elettrica, con 750 milioni di euro di fondi per l’installazione di 21.400 punti di ricarica Fast ed Super-Fast al 2026. Si prevede inoltre che al 2030 ogni strada principale presenti almeno una stazione di ricarica da 600 kW ogni 60km. L’effetto sulla traiettoria d’installazione del paese si attende significativo nei prossimi 6 anni e favorirà lo sviluppo di potenze superiori ai 50kW.
SOSTENIBILITÀ E DIGITALIZZAZIONE DOVRANNO VIAGGIARE INSIEME NELL’EDILIZIA DI DOMANI
Digitalizzazione e sostenibilità vanno di pari passo nel settore dell’edilizia, laddove i sistemi di rating e di certificazioni di nuovi materiali possono essere messi a sistema per migliorare le prestazioni del parco costruito esistente e ristrutturato. Lo ha detto Gian Marco Revel, dell’Università Politecnica delle Marche, Piattaforma Tecnologica Italiana delle Costruzioni, intervenendo all’incontro “Sostenibilità e digitalizzazione, un connubio indispensabile per l’efficienza degli edifici, delle città e dell’intero settore dell’edilizia. I progetti internazionali innovativi partecipati dall’Italia”, organizzato dal CTS di Key Energy con Green Building Council. La situazione italiana, ha detto Revel, offre ampi margini di miglioramento. “Speriamo ora che, con i 14 miliardi di fondi del PNRR, si possano offrire un valido contributo nella lotta alla trasformazione delle attuali città ed edifici in luoghi sostenibili”
FOTOVOLTAICO E EOLICO, DAL REVAMPING E DAL REPOWERING GRANDI OPPORTUNITÀ PER IL PNIEC
In Italia ci sono 32 GW di impianti fotovoltaici ed eolici in esercizio, che tra il 2025 ed il 2030 avranno una vita di circa 20 anni; d’altro canto, il PNIEC fonda i suoi obiettivi al 2030 incrementando quasi esclusivamente la generazione fotovoltaica ed eolica, che si dovrà attestare per complessivi 70 GW. Il raggiungimento dell’obiettivo al 2030 non può dunque prescindere dal mantenere e implementare la potenza del parco rinnovabile intermittente attualmente installato, a fianco della costruzione di nuovi impianti. Il tema è stato analizzato da molteplici punti di vista nel corso del convegno “Opportunità e criticità per impianti fotovoltaici ed eolici: revamping, repowering e la sfida dell’idrogeno” organizzato da ANEV, ANIE Federazione, H2IT, che si è svolto stamani a Key Energy. AI lavori hanno preso parte Livio de Santoli dell’Università la Sapienza, Stefano Socci di Falck Renewables, Valeria Viti dello studio legale Legance, Giuseppe Cosentino di Erg, David Giordano Armanini di ANIE Rinnovabili e Diana de Rosmini di McPhy. Come ha commentato Davide Astiaso Garcia, segretario generale di Anev, “In Italia l’eolico ha una potenza installata di 10 GW; per arrivare a 20 è necessario installare 10 nuovi GW e tutelare le strutture già esistenti, ovvero permettere agli operatori di seguire procedure semplificate per attuare il revamping delle installazioni attualmente in funzione. Queste avranno comunque un impatto ambientale minore rispetto a quello attuale, perché grazie ai progressi tecnologici sarà possibile aumentare la produzione pur riducendo il numero delle pale. Inoltre, il sito è già occupato e la sottostazione è già esistente: l’ideale sarebbe, dunque, di non dover effettuare una valutazione di impatto ambientale ex novo, ma solo dell’adeguamento”.
EFFICIENZA ENERGETICA, FIRE PARLA DI CERTIFICAZIONE EGE E DI CERTIFICATI BIANCHI
Due sono gli eventi che FIRE, la federazione per l’uso razionale dell’energia, ha organizzato oggi a Key Energy. Nel primo evento, “La certificazione EGE: la nuova norma UNI CEI 11339” si è parlato dei cambiamenti nella certificazione, mantenimento e passaggio al nuovo schema. Oggi, è stato detto, l’Esperto in Gestione dell’Energia è spesso un consulente esterno che offre servizi trasversali: dall’uso degli incentivi, alle diagnosi energetiche, dalla ISO50001 al mercato dell’energia, alla contrattualistica ed alla transizione energetica. È in questo contesto generale che, nel gruppo UNI/CT 212 “Uso Razionale dell’Energia” al quale FIRE partecipa attivamente, è nata l’esigenza di rivedere i compiti e le competenze richieste per questa figura professionale.
Le novità emerse dal workshop sono tante: in particolare, se oggi abbiamo la UNI CEI 11339 che definisce i compiti e le competenze ed un decreto interdirettoriale, che descrive la procedura di certificazione, nel futuro avremo un solo documento contenente le conoscenze, le abilità, i compiti oltre che la descrizione del processo di certificazione e le modalità per mantenere un adeguato livello di qualificazione. Il secondo appuntamento odierno, “Certificati bianchi: le novità” , organizzato in collaborazione con Key Energy, ha illustrato i risultati raggiunti, gli strumenti attivati dal GSE per supportare gli operatori e le novità in vista, nell’ottica di favorire la partecipazione allo schema da parte degli operatori. “Le imprese si trovano a fronteggiare il caro energia e a mettere in pista progetti per realizzare i percorsi di decarbonizzazione in cui si sono impegnate o stanno per farlo – ha affermato Dario Di Santo, direttore FIRE -: lo schema dei certificati bianchi offre un incentivo interessante per interventi in molti settori e per molteplici soluzioni. Il decreto di maggio ha introdotto parecchie novità interessanti, volte a superare le difficoltà nella presentazione dei progetti che hanno caratterizzato il passato. Ma già negli ultimi due anni la situazione era migliorata, come mostrano i dati sulla percentuale di rigetto dei progetti comunicati dal GSE. È ora di smetterla di dire che lo schema è complicato e che le imprese hanno smesso di usarlo, ma piuttosto conviene sfruttarlo al meglio per realizzare azioni in grado di ridurre i consumi e le emissioni, nonché di supportare l’innovazione dei processi manifatturieri. FIRE continuerà a collaborare con le Istituzioni coinvolte per favorire al massimo uno sviluppo positivo di questo meccanismo.”