
JOB&ORIENTA 2012: PRESENTATI A JOB I FUTURI POLI TECNICO-PROFESSIONALI, IN RASSEGNA LE ECCELLENZE DI RETI FORMAZIONE E IMPRESA
Reti che annodino fra loro filiere formative e produttive: questa la mission affidata a imprese e scuola nella seconda giornata di JOB&Orienta, in fiera a Verona fino a sabato 24. Fra le best practice di integrazione fra istruzione, formazione, lavoro, i poli tecnico-professionali, finalmente in fase di avvio, dopo cinque anni dall’attuazione delle norme contenute all’art.13 della legge n.40/2007 e rimaste sino a questo momento sulla carta: network fra istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale di qualità, imprese e cluster tecnologici, che mettono a sistema risorse, strutture e competenze, lavorando in sinergia con gli ITS e i centri di ricerca, massimizzando le alleanze già esistenti e stringendone di nuove, sia entro i confini italiani, che a livello europeo e internazionale.
Se ne è parlato stamattina nel corso della prima convention nazionale delle reti scuola impresa, a cura di MIUR-Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, Regione del Veneto, Unioncamere e VeronaFiere.
«L’investimento nell’istruzione tecnica e professionale, la nascita dei Poli e il potenziamento degli ITS è il modo migliore con cui valorizziamo le vocazioni e i talenti dei ragazzi, contrastiamo la dispersione scolastica, e diamo un contributo significativo allo sviluppo economico del nostro Paese» ha dichiarato il sottosegretario MIUR Elena Ugolini, precisando: «È ora di collaborare per dare finalmente un futuro ai nostri ragazzi. Imprenditori, artigiani e professionisti hanno solo da guadagnare mettendosi a loro disposizione. Non c’è nulla di più gratificante, infatti, che trasmettere le proprie conoscenze e competenze a studenti che si stanno formando a stretto contatto con chi lavora».
Ambienti nuovi e condivisi in cui sviluppare la cultura del lavoro, i poli aiuteranno l’occupazione giovanile e sosterranno la competitività delle imprese con nuove idee, ricerca, sviluppo e innovazione permanente. Le esperienze da cui partire per farli nascere sono le reti scuola-impresa che già esistono e hanno provato tutta la loro efficacia.
A Job sono state presentate alcune eccellenze:
Polo automotive (Abruzzo): il Polo (che nasce da un consorzio di circa ottanta imprese del settore) e l’ITS (“Istituto tecnico superiore Nuove tecnologie per il made in Italy, sistema meccanica” di Lanciano) svolgono attività integrate al fine di costruire un sistema di trasporto merci intelligente ed ecologico e sperimentare progetti a livello nazionale ed europeo. Polo dell’economia del mare (Liguria): con sede presso l’Accademia italiana della marina mercantile di Genova, comprende la “Fondazione-ITS per la Mobilità sostenibile nei settori del trasporto marittimo e della pesca-Accademia italiana della marina mercantile”; con corsi rivolti alle produzioni di tecnologie avanzate e alle applicazioni portuali e marittime dell’high tech, l’ITS si configura come braccio operativo e di impulso per il cluster marittimo e per lo sviluppo del porto. ITS per Finmeccanica-Polo per la mobilità sostenibile: grazie a un protocollo d’intesa siglato fra Miur e Finmeccanica, oggi nelle aule degli ITS organizzati da Finmeccanica studiano circa 200 studenti; la holding partecipa a sette fondazioni ITS in altrettante regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Campania, Puglia, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria), a cui hanno aderito otto aziende del gruppo. In ogni regione la filiera formativa segue le richieste del business specifico: aerospazio, elicotteristica, sistemi elettronici e trasporti. Polo calzaturiero nazionale: la filiera del sistema moda vede cinque ITS in altrettante regioni; in Lombardia e Marche, rispettivamente l’ITS Machina Lonati di Brescia per le Nuove tecnologie per il made in Italy e, nell’ambito della Fondazione ITS moda e calzature di Fermo, l’ITIS “Montani”; e ancora in Piemonte l’ITS di Biella per le Nuove tecnologie per il made in Italy, in Toscana l’ITS M.I.T.A. (Made in Italy Tuscany Academy) di Scandicci, e infine in Veneto l’ITS di Padova (Nuove tecnologie per il made in Italy-comparto moda e calzatura). Cometa Formazione (Lombardia): la “Fondazione Cometa” di Como rappresenta un centro di accoglienza, di educazione e di studio per molti giovani. I percorsi di istruzione e formazione professionale per ragazzi in obbligo formativo comprendono corsi triennali di operatore dell’area tessile, operatore dell’area ristorazione e operatore del legno e dell’arredamento, sperimentando il modello delle “botteghe scuola”, che ricostruisce l’ambiente di antiche botteghe artigiane; con dettagli curati anche nell’arredo: persino i banchi di legno riciclati sono pezzi di design. Polo della meccatronica (Veneto): l’ITS Meccatronico delle nuove tecnologie per il made in Italy di Vicenza opera nell’ambito delle soluzioni per realizzare, integrare e controllare macchine e sistemi automatici per diversi tipi di produzione e forma figure professionali capaci di utilizzare i dispositivi di interfaccia tra le macchine controllate e le macchine programmabili che le controllano. La formazione è organizzata secondo il modello duale tedesco, con i ragazzi che frequentano tre giorni in azienda e due giorni in aula. General Electric Technical Training Academy (Toscana): un vero e proprio cantiere per la formazione di tecnici altamente specializzati nell’industria del petrolio e del gas, per formare field engineer e project manager destinati agli impianti di estrazione e liquefazione di tutto il mondo. Ge Oil & Gas ha sviluppato collaborazioni con gli istituti tecnici aprendo la formazione on the job agli studenti, e sperimentando percorsi in alternanza scuola/lavoro. Rete della robotica (Piemonte): nasce dal “Protocollo di intesa per lo sviluppo dell’Istruzione tecnica e professionale nel campo della meccatronica e della robotica”, sottoscritto da enti e associazioni di categoria del territorio, e vede quindici istituti tecnici e professionali dell’area torinese collegati tra loro da un “accordo di rete”.
Un primo monitoraggio di queste esperienze è stato tracciato dal “Progetto Reti Scuola Impresa”, nato dalla collaborazione di Confindustria con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Ministero per la Coesione territoriale (inserito nel percorso di razionalizzazione della filiera tecnica e professionale previsto dall’art.52 della Legge 35/2012 e attuato con l’applicazione delle Linee guida per l’istruzione tecnica e professionale, approvate in Conferenza unificata il 26 settembre 2012).
«Il progetto è nato sulla scia delle oltre 500 reti industriali nate in Italia che hanno coinvolto migliaia di imprese: abbiamo voluto declinare le esperienze delle reti al settore della scuola» ha spiegato Aldo Bonomi, vicepresidente Confindustria per le Reti d’impresa. «Per rilanciare l’occupazione giovanile è necessaria una maggiore integrazione fra scuola e lavoro. Certo nelle regioni industrializzate questo è più facile da realizzare, ma studieremo assieme al Miur soluzioni ad hoc per estenderla a tutti i territori.
Le trentatré associazioni confindustriali (territoriali e di settore/categoria) partecipanti al monitoraggio, presentato oggi a Job, hanno dichiarato nel complesso 93 collaborazioni in reti, la maggior parte nel settore meccanica e meccatronica (18%). Seguono energia e rinnovabili (9%), ITC (8%), consulenze e servizi, moda e alta tecnologie con un 5% a testa, infine aeronautica e aerospazio, chimico e farmaceutico, agroindustria e nautica. Guardando alle forme di intervento individuate, i poli formativi e tecnico professionali sono il 34%, gli ITS/IFTS contano per il 17% e i laboratori di impresa aperti alle scuole per il 16%; chiudono la classifica i parchi scientifici e tecnologici, i CTS e i progetti di orientamento.