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ITALPIG, PARTE DA CREMONA LA BATTAGLIA PER LA SOPRAVVIVENZA DELLA SALUMERIA ITALIANA

Volete continuare a mangiare il Prosciutto di Parma,la Pancetta di Calabria, il Salame di Varzi e le altre centinaia di specialità della filiera suinicola italiana?

Pensare che le specialità della salumeria italiana possano un giorno scomparire sembrerebbe un’ipotesi quantomeno irreale, ma gli ultimi dati fotografano un comparto in grande difficoltà, soprattutto dal punto di vista della base della filiera: gli allevatori.

Se è vero che le produzioni italiane registrano comunque risultati soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni, è altrettanto vero che molto spesso si produce in perdita. Le cause di questo andamento? Impennata dei costi di produzione, prezzi troppo bassi pagati all’allevatore, un’agguerritissima concorrenza straniera che fa leva esclusivamente sul prezzo, mancanza di aggregazione da parte degli allevatori con conseguente debolezza contrattuale, e non da ultimo una normativa che non è in grado di tutelare adeguatamente le produzioni 100% italiane.

Questa situazione di crisi ha portato alla chiusura molti allevamenti e ha aperto la strada a prodotti esteri – o che contengono un’alta percentuale di carni estere – le cui caratteristiche di qualità e sicurezza alimentare non possono competere con le garanzie offerte dagli allevatori italiani. 

Ma non è solo una questione di salvaguardare l’allevamento nazionale; in gioco c’è una posta molto più alta. I prodotti della salumeria italiana hanno un grande valore intrinseco in termini culturali, di tradizione, e di know-how: questo valore aggiunto, che è sostanzialmente ciò che fa apprezzare così tanto i nostri prodotti all’estero, oggi rischia di essere spazzato via da un gioco al ribasso che appiattisce i gusti, omologa i prodotti, e soprattutto non garantisce sicurezza. Un enorme patrimonio che piano piano ci sta sfuggendo dalle mani.

Per questo è partita da Cremona, centro nevralgico della suinicoltura nazionale, una battaglia portata avanti dagli allevatori di suini, base su cui poggia l’intero sistema, per dare al settore il valore che merita e, senza rischiare di esagerare, per farlo sopravvivere. Cambiare rotta da tutti i punti di vista, in modo tale che nella filiera non vi siano anelli deboli su cui ricade tutto il peso del mercato.

CremonaFiere, riconosciuta come l’interlocutore più qualificato per questa operazione che deve fare emergere dati, criticità, lacune, e che deve proporre modelli aggregativi, di produzione e di commercializzazione delle eccellenze italiane, sarà uno degli strumenti di questa battaglia, che vedrà l’apice in occasione di Italpig, il Salone della Suinicoltura Italiana in programma a Cremona dal 27 al 30 ottobre 2011; l’occasione giusta per confrontarsi e cercare finalmente di uscire da questa crisi che dura ormai da troppo tempo.

 

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