
IMM-Carrara Marmo aziende toscane miglior performance d’Italia
Nel 2013, le aziende del settore lapideo che operano nel comprensorio lapideo apuo-versiliese hanno registrato una performance di fatturato e occupazionale migliore di quelle collocate nel resto d’Italia. È un risultato da ascrivere principalmente alla capacità di internazionalizzazione delle aziende, alla disponibilità di un materiale di pregio come il marmo e alla presenza di maestranze di eccellenza, selezionate e qualificate attraverso una tradizione che lega indissolubilmente industria, arte e materiali che hanno fatto della Toscana la regione con il più alto valore assoluto dell’export di settore, per i lavorati, anche nei primi nove mesi del 2013.
Sono questi gli elementi che emergono con chiarezza dall’analisi congiunturale realizzata dall’Internazionale Marmi e Macchine Carrara sul settore, nazionale e locale, su un campione di 202 aziende di cui 65 in Toscana (60 nel comprensorio apuo-versiliese) e 137 nel resto d’Italia.
“Come ogni anno l’analisi è stata impostata in un’ottica di confronto dei risultati del comprensorio apuano con il resto d’Italia ed offre importanti elementi di valutazione. L’ elevato grado di internazionalizzazione delle imprese Apuane – sottolinea il presidente di IMM Carrara, Fabio Felici – fa registrare un’incidenza media dell’export sul fatturato del 56,6%, percentuale destinata a crescere perché la crisi e il calo della domanda interna hanno innescato un processo di apertura ai mercati internazionali che si consolidano anno dopo anno. Anche a livello nazionale l’incidenza dell’export sul fatturato, che era mediamente pari al 32% nel 2012 oggi risulta intorno al 38%. Sono risultati importanti affiancati però da un mercato interno oggi ancora su livelli assolutamente insufficienti, per il quale sembra tuttavia delinearsi un trend di ripresa, seppure modesta”.
Dai risultati dell’indagine IMM, infatti, emerge la crescita, rispetto al 2012, della percentuale di aziende che dichiara un fatturato sul mercato italiano in lievissimo aumento (si passa dall’11,2% del totale aziendale nel 2012, al 13% del 2013) mentre la percentuale di aziende che nel 2013 ha realizzato utili è leggermente superiore a quella delle aziende in perdita al contrario del 2012 quando il saldo era negativo.
Nel comprensorio apuano (provincie di Massa Carrara e Lucca) la percentuale di aziende che ha dichiarato di avere conseguito un utile nel 2013 supera di 33 punti percentuali quella delle aziende che dichiara una perdita.
Continua invece ad essere negativo il trend degli investimenti anche a causa delle difficoltà di accesso al credito: a livello nazionale il 48% delle aziende lapidee afferma di aver richiesto credito al sistema bancario ma quasi la metà dichiara di aver incontrato difficoltà nell’accedervi con un conseguente impatto negativo sugli investimenti e, in particolare, sulla base dei dati disponibili si stima che nel settore lapideo italiano le difficoltà di accesso al credito oggi riducono di 23 punti percentuali la probabilità di investimento dell’azienda nell’anno successivo.
Per quanto riguarda occupazione e mercato del lavoro, gli addetti del settore lapideo italiano per il 2013 sono stati stimati nel numero di 67.366 unità. L’88% delle aziende sono microimprese con meno di 10 dipendenti e la dimensione media del settore è stimata intorno a 6,26 addetti. Nel 2013 rispetto al 2012, si stima un calo degli occupati del settore a livello nazionale del -3,42% mentre il comprensorio sembra aver generato un leggero aumento dei livelli occupazionali che, in termini assoluti, saranno valutati attraverso un apposito censimento nei prossimi mesi.
A livello nazionale si prospetta però, nel 2014, un’ulteriore perdita di posti di lavoro perché la differenza tra chi dichiara di avere intenzione di assumere e chi ha intenzione di licenziare presenta un saldo negativo di 11 punti percentuali. La situazione più preoccupante riguarda soprattutto le aziende al di fuori della Toscana considerato anche che anche le ore di cassa integrazione, rimaste sostanzialmente stabili a livello nazionale, sono leggermente diminuite nel comprensorio apuano.
Si prospetta dunque una situazione di espansione a livello internazionale e di timida ripresa sul mercato nazionale per un settore che, soprattutto nell’area toscana ha retto alla crisi meglio di altri ribadendo il trend anticiclico grazie alla sua solidità e alla specializzazione che hanno come punti di forza aziende capaci di competere sui mercati, disponibilità di materia prima unita a competenze professionali nel ciclo della lavorazione con pochi concorrenti al mondo. Dunque un settore del made in Italy da tutelare, promuovere, valorizzare e, soprattutto, sul quale investire perchè ha mostrato, anche in un periodo difficile come quello attuale, un ruolo fondamentale nel generare occupazione e ricchezza.