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Illuminations, un rapporto moderno e maturo fra arte e città

Momenti di grande crisi e di difficoltà per i singoli, per l’economia e per la società nel suo complesso, come quello che ormai da anni caratterizza il mondo occidentale, diventano occasione e motivo per riscrivere in termini positivi e guardando al futuro anche il rapporto fra chi produce arte, chi la accoglie e chi la fruisce.
Dunque gli Artisti, intesi come produttori dell’arte in tutte le sue declinazioni, anche sperimentali, le città intese come luoghi fisici dell’accoglienza delle opere, e cittadini-fruitori, sono chiamati a rivedere il loro rapporto con l’arte guardando al presente ma anche al futuro con l’obiettivo di creare anche nuovi scenari e rapporti più profondi con l’arte.
È questo l’obiettivo dichiarato di “Illuminations: idee per l’arte in città” una riflessione a più voci che si è ripetuta per il secondo anno con il coordinamento di Pietro Gaglianò  nell’ambito di Carrara Marble Weeks l’evento che ha come obiettivo quello di rafforzare e rendere più cosciente e partecipato il rapporto fra il marmo, materia di arte e di creatività, e una comunità sollecitata a recuperare le proprie radici più profonde.
Hanno portato testimonianze inedite e riflessioni stimolanti al dibattito Santa Nastro, Francesca Pasini, e Gabi Scardi, giornaliste, operatrici culturali e critiche d’arte, con contributi originali che offrono a Carrara materia di riflessione anche sugli strumenti da utilizzare per dare una prospettiva nuova al percorso di valorizzazione non solo del patrimonio storico e culturale fatto di tradizioni e competenze ma anche di una formidabile eredità rappresentata da opere, spazi, edifici di grande valore e suggestione.
È in questi spazi che l’arte può trovare nuove dimensioni “perché l’opera, per sua natura è “pubblica” – ha sostenuto Francesca Pasini aprendo le riflessioni – e la sua presenza negli spazi deve sollecitare un cambio di atteggiamento dalla semplice passività della fruizione a una partecipazione cosciente e, di conseguenza, una funzione attiva sia nella scelta che nella valorizzazione, perché – ha aggiunto – non tutti comprano opere ma tutti possono goderne e il ruolo del “pubblico” è quello di contribuire a valorizzare gli spazi creando momenti di suggestione positiva”.
Gabi Scardi ha invece affrontato il tema della spinta alla condivisione da parte dell’artista dell’opera e dei risultati della sua ricerca sottolineando che “l’arte non ha bisogno di una definizione ma si offre spontaneamente al cittadino che ne è il fruitore e sceglie, istintivamente tanto a livello individuale quanto su quello collettivo l’opera, perché – ha aggiunto – gli artisti elaborano e comunicano la realtà e offrono l’opera ad un interlocutore che, interpretandola, guarda e indirettamente interpreta se stesso”.
Del tema del rapporto fra pubblico e privato e delle sinergie che possono essere generate da questo rapporto (se interpretato correttamente) si è invece occupata Santa Nastro sostenendo che “pubblico e privato non sono in antitesi ma devono trovare un indirizzo condiviso nel perseguimento del “bene comune” il cittadino oggi chiede partecipazione a tutti i livelli e in tutti i contesti ed è necessario coinvolgerlo non solo nella fruizione ma anche nella definizione dei progetti che costituiscono una ricchezza collettiva insostituibile come la cultura in tutte le sue articolazioni”.
Tutto questo contribuisce a costruire uno scenario interessante nel quale istituzioni ma anche soggetti come CarraraFiere, organizzatrice di Carrara Marble Weeks, possono agire collettivamente diventando “motori” culturali ma anche strumenti per una ridefinizione delle attività dunque per nuove idee che mettano l’arte in rapporto diretto con il cittadino.
“Dunque un’arte che si viene a connotare come sensibilità e risposta ad istanze collettive con la necessità di individuare spazi non rigidi nei quali ritrovarsi – ha detto fra l’altro Pietro Gaglianò – indispensabili in un’epoca in cui la società si sta sfilacciando e ciascuno è portato a trovare risposte singole che possono invece essere arricchite da esperienze vissute collettivamente”. Su questi “appunti di riflessione” la Città ha molti elementi dai quali muovere per costruire non solo arte ma anche offerta di spazi e di partecipazione.

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