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I FIORI EDULI VANNO NELLO SPAZIO

Serre spaziali per produrre biomassa vegetale ad alto contenuto nutrizionale

LA PASSIONE PER LA METEOROLOGIA UTILE PER AUTOPROTEGGERSI

I consigli del meteorologo ignorante

I GIARDINI DELLA TOSCANA

Un viaggio nella capacità dell’uomo di dialogare tra arte e natura

A Euroflora – XIII Mostra internazionale del fiore e della pianta ornamentale in programma a Genova fino a domani, domenica 4 maggio – si è parlato oggi dei fiori eduli prodotti da Tastee.it con il CREA Orticoltura e Florovivaismo, nell’ambito dei progetti Europei INTERREG ALCOTRA ANTEA ed ANTES e del Progetto BIOFIORI del PSR Regione Liguria. Sono intervenuti Barbara Ruffoni e Andrea Copetta del CREA, Silvia Parodi e Marco Ravera della ditta Tastee.it, Angela Bisio del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Genova con la moderazione dell’astronauta Franco Malerba.

Grazie alla collaborazione con SPACE V, è possibile avvicinarsi ad una vera e propria serra spaziale nel piano terra del Padiglione Blu per vedere come crescono i fiori “buoni da mangiare”. Si tratta di una camera di crescita innovativa progettata per le coltivazioni di piante nello spazio a fini di sperimentazione di biologia botanica e più ancora per produrre cibo fresco vegetale per una migliore dieta degli astronauti nelle loro stazioni spaziali e nei prossimi “villaggi lunari”.   Sarà possibile coltivare anche fiori commestibili per produrre biomassa vegetale ad alto contenuto nutrizionale.

I fiori eduli, infatti, non sono solo un ornamento proposto dagli chef più innovativi per decorare le loro prelibate preparazioni, ma contengono preziosi micronutrienti benefici per la salute quali sali minerali e composti antiossidanti – quali carotenoidi, antociani e vitamina C – che aiutano a ridurre lo stress ossidativo cui gli astronauti sono particolarmente esposti; sono poveri di grassi e sono ideali quindi per completare una alimentazione equilibrata, anche nello spazio.  Molte specie di fiori eduli hanno una crescita veloce e consentono quindi raccolte ravvicinate, un rapido turn over che ben si adatta alle esigenze di una ipotetica dieta spaziale, in condizioni molto esigenti.

Tra le varietà riconosciute genericamente commestibili, il CREA – in collaborazione con le Università di Genova, di Torino e di Pisa – ne ha studiate in modo approfondito 50 delle più rappresentative, mettendo in evidenza tutte le caratteristiche che possono aiutare i coltivatori ad approcciarsi alla loro produzione e i consumatori ad orientarsi nell’utilizzo.

Nel piccolo mondo degli astronauti si racconta della relazione speciale dell’astronauta Scott Kelly con una Zinnia, coltivata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.  Scott Kelly è un recordman della permanenza prolungata nello spazio – più di un anno – e tra i mille compiti di bordo, doveva anche occuparsi di una piccola serra sperimentale ove era inserita anche una piantina di Zinnia.   [La Zinnia interessa particolarmente per il suo ciclo di sviluppo che è simile a quello del pomodoro; appartiene anch’essa alla categoria dei fiori.]  Questa piantina stentava a crescere e Scott decise di trasferirla nella Cupola, il modulo-osservatorio ove poteva essere esposta per qualche tempo ai raggi del sole.  La zinnia fiorì.   Questa cura speciale prestata con particolare dedizione ad un fiore da parte di un astronauta mentre viaggiava isolato nel suo laboratorio spaziale, lontano dalla Terra, suggerisce un altro beneficio che le piante, i fiori, ci portano mentre esploriamo faticosamente altri mondi, il sapore e il profumo della nostra Terra.

Grazie alla collaborazione con SPACE V, è possibile avvicinarsi aduna vera e propria serra spaziale nel piano terra del Padiglione Blu per vedere come crescono i fiori “buoni da mangiare”. Si tratta di una camera di crescita innovativa progettata per le coltivazioni di piante nello spazio a fini di sperimentazione di biologia botanica e più ancora per produrre cibo fresco vegetale per una migliore dieta degli astronauti nelle loro stazioni spaziali e nei prossimi “villaggi lunari”.   Sarà possibile coltivare anche fiori commestibili per produrre biomassa vegetale ad alto contenuto nutrizionale.

Grande apprezzamento per  il seminario tenuto dal blogger Gianfranco Saffioti, conosciuto con lo pseudonimo de “Il Meteorologo ignorante”, nello spazio di Confagricoltura al piano terra del padiglione Blu. Con oltre 110 mila follower che lo seguono regolarmente, il blogger con il suo humor genovese capace di stemperare anche tematiche serie, nel corso dell’evento ha insistito molto sull’importanza di formare le nuove generazioni sui fondamenti della meteorologia di  sapere  leggere i principali dati degli idrometri posizionati in corrispondenza dei ponti, di consultare periodicamente i siti e le app che mostrano in tempo reale la temperatura, la quantità di  precipitazioni e la loro intensità in tutte le parti del mondo,  con un’altissima precisione a livello areale.

Partendo dalla consapevolezza che il clima sta cambiando e che ormai i fenomeni meteorologici estremi non sono più limitati a particolari periodi dell’anno, il blogger ha invitato il pubblico di Euroflora a mettere in atto strategie di autoprotezione attiva per prevenire situazioni potenzialmente pericolose.  Saffioti ha ricordato che le vittime di molte alluvioni degli ultimi anni avrebbero potuto essere evitate o ridotte numericamente, monitorando e sapendo interpretare correttamente le informazioni reperibili dai dati forniti dalle stazioni meteo, ufficiali e amatoriali, sparse sul territorio.

Infine, la domanda di una persona tra il pubblico, è stata l’occasione per fornire un utilissimo chiarimento sulle allerte che vengono diramate. Saffioti ha invitato il pubblico a non fidarsi ciecamente delle previsioni di piogge diffuse su aree troppo estese, sottolineando l’esistenza di un sistema parallelo di allertamento che rileva i fenomeni temporaleschi localizzati, quelli che potenzialmente possono causare danni imprevisti in poco tempo in aree circoscritte.  In questo secondo caso, i provvedimenti da attuare sono lasciati alla valutazione dei sindaci, che non sempre sono in possesso di dati così specifici.

“Sotto il segno dei Medici”, la presentazione di Toscana Promozione a Euroflora 2025 – XIII Mostra internazionale del fiore e della pianta ornamentale in programma a Genova fino a domani, 4 maggio – è stato più di un semplice viaggio, un vero e proprio itinerario esperienziale attraverso giardini, paesaggi e memorie culturali che raccontano l’essenza più profonda della Toscana. Questo percorso ideale nei giardini rinascimentali, illustrato dal direttore generale di Toscana Promozione Francesco Tapinassi e dalla responsabile delle relazioni internazionali Clara Svanera, ha offerto uno sguardo artistico privilegiato sul ricco patrimonio verde della Regione, dove natura e cultura si intrecciano in un dialogo antico, ma sempre attuale.

Il viaggio “Sotto il segno dei Medici” si configura come un invito a riscoprire i giardini della Toscana non soltanto come bellezze estetiche, ma come espressioni profonde del legame tra l’uomo e l’ambiente. I giardini sono luoghi in cui l’uomo ha imparato a dialogare con la natura, trasformandola in arte e rendendola accessibile, sostenibile e parte di un patrimonio condiviso. Il viaggio nei giardini rinascimentali toscani è stato, infatti, un’immersione nella millenaria interazione tra uomo e ambiente, nella ricerca di equilibrio, bellezza e armonia. Questi spazi verdi, celebri in tutto il mondo, non sono solo scenari di grande fascino estetico, ma anche il risultato di un pensiero umanista che riconosce l’uomo come artefice consapevole del proprio mondo, l’Homo Faber, capace di modellare il paesaggio senza mai sopraffarlo. Le radici di questa filosofia affondano nel tempo, fino alla civiltà etrusca, che già concepiva il “vivere bene” in connessione armonica con la natura. Da questa visione nasce il concetto di giardino come luogo dell’anima, espressione del paesaggio collinare toscano sapientemente antropizzato, con una natura trasformata con sobrietà e intelligenza, capace di riflettere l’equilibrio interiore dell’uomo.

È nel Rinascimento, sotto l’influenza della Famiglia Medici, che i giardini toscani raggiungono il loro apice simbolico e stilistico. Il Giardino di Boboli, con il tocco elegante di Eleonora da Toledo, e il Giardino di Pratolino, con i suoi sorprendenti giochi idraulici, testimoniano ancora oggi la vocazione della Toscana all’ospitalità, all’arte e all’innovazione. Fondamentale è anche il Giardino della Villa di Castello – che Cosimo de’ Medici fece ristrutturare affidandola al celebre architetto Niccolò Tribolo-, primo modello di giardino all’italiana, oggi sede dell’Accademia della Crusca, un luogo in cui piacere, conoscenza e natura convivono in perfetta armonia.

Con l’avvento della dinastia degli Asburgo-Lorena nel tardo Rinascimento, l’eredità medicea si rinnova. La Toscana si apre alla modernità sviluppando un’economia del verde che getta le basi del florovivaismo, ancora oggi uno dei pilastri del territorio. I giardini, pur mantenendo la loro ispirazione originaria, si evolvono restando fedeli al principio umanista di armonia tra arte e natura, confermandosi espressione di dialogo fecondo tra uomo e paesaggio.

Un aspetto affascinante, spesso dimenticato, è che i giardini rinascimentali toscani non erano solo decorativi, ma anche produttivi, dove i trovavano posto orti, alberi da frutto e colture commestibili, con i fiori come elemento ornamentale. Un’idea di giardino “utile e bello” che oggi rivive nel distretto vivaistico di Pistoia, uno dei più grandi d’Europa, dove centinaia di aziende portano avanti con passione e competenza l’antica tradizione toscana del verde pensato e vissuto.

CARTELLA STAMPA/FOTO E VIDEO

https://drive.google.com/drive/folders/13LPJaKXudkAgJTgALYh1lFe7CRqeHTnt

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