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FSC CERTIFICA 200 MILIONI DI ETTARI E 33.826 AZIENDE IN 122 PAESI. UN SISTEMA PER COMBATTERE IL COMMERCIO ILLEGALE DI LEGNAME, UN FENOMENO DA MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO

 

 

(Verona, 22 febbraio 2018) La giornata di apertura di ieri di Progetto Fuoco a Veronafiere ha dedicato un ampio spazio alle problematiche legate all’ambito forestale, toccando temi come la deforestazione, il degrado e il commercio illegale durante l’incontro AIEL su progetti innovativi per dar valore al legno locale. Un appuntamento che ha visto la partecipazione di FSC (Forest Stewardship Council), organizzazione internazionale senza fini di lucro che promuove la gestione responsabile di foreste e piantagioni e che ha tra i fondatori anche WWF e Greenpeace.

 

Il responsabile certificazioni ENplus® e ariaPulita™ presso AIEL, Matteo Favero, ha parlato, in particolare, del marchio del pellet ENPlus che permette di tracciare tutte le fasi di vita del prodotto e quindi di garantirne la corrispondenza ai requisiti dichiarati. Compare sui sacchi di pellet distinguendo con tre loghi i diversi gradi di qualità. Con tale marchio è possibile conoscere anche chi sono i distributori certificati e le autobotti certificate in cui viaggia il pellet. In Europa il 67% del pellet risulta certificato ENPlus: tra i distributori certificati l’Italia è seconda nel Vecchio Continente e quarta nel mondo con 360 distributori certificati e 411 produttori certificati.

 

Ma se i più sono produttori e distributori onesti, ve ne sono anche di meno limpidi, quindi pure nel settore della legna da ardere le frodi non mancano. “Sessanta su 100 – ha spiegato Favero – riguardano i marchi e il 10% i certificati falsificati. Per conoscere chi si comporta male basta cercare le ditte sulla black list che compare sul sito http://www.enplus-pellets.it/”. Un elenco che vede 13 aziende dell’Ucraina, 9 dell’Italia e della Polonia, 7 del Belgio, 5 del Camerun, ma anche aziende da Bulgaria, Cina, Egitto, Estonia, Kosovo, Lettonia, Lituania, Malesia, Moldavia, Olanda, Regno Unito, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Tailandia, Turchia, Ungheria.

 

Ilaria Dalla Vecchia di FSC Italia ha invece ricordato che le foreste mondiali ricoprono 4 miliardi di ettari (il 31% delle terre emerse) e che la deforestazione, calata del 3% tra il 1990 e il 2015 (3.999 milioni di ettari), è superata oggi dal degrado forestale provocato dall’abbandono e dal commercio illegale. “La vendita illegale di legname raggiunge il 15-30% del volume commercializzato, pari a cifre che variano dai 30 ai 100 miliardi di dollari all’anno. Essendo l’Italia il terzo importatore europeo di prodotti forestali e il sesto a livello mondiale, è evidente che si rifornisca anche di legna illegale”. Ed essendo il nostro Paese primo importatore al mondo di legna da ardere e quarto mondiale di cippato, anche in questo segmento servono controlli.

 

Tra le certificazioni di garanzia del legname c’è FSC che è attenta anche al rispetto dei diritti e delle condizioni dei lavoratori del settore e delle popolazioni indigene, al benessere delle comunità locali, all’impatto ambientale.

 

La produzione mondiale di legno certificato FSC è di 800 milioni di metri cubi pari all’8% del totale. FSC certifica 200 milioni di ettari e 33.826 aziende in 122 Paesi.

 

www.progettofuoco.com

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