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FIERAGRICOLA – «L’AUMENTO DELLE QUOTE LATTE? COSI’ L’UNIONE EUROPEA HA RICONOSCIUTO LA SITUAZIONE DEFICITARIA DELL’ITALIA»

 

Secondo il direttore dell’Osservatorio Latte della Smea, l’Alta scuola
in economia agroalimentare dell’Università Cattolica, può considerarsi un
«fatto positivo» l’incremento delle quote per l’agricoltura italiana.

 

Verona,  20 novembre 2008. «Questo aumento del 5,8 per cento delle quote latte concesso all’Italia
da subito corrisponde all’aumento che per gli altri Stati è stato deliberato
scaglionato di qui al 2013. L’Unione europea ha riconosciuto dunque il lavoro
del ministro per le Politiche agricole Luca Zaia e soprattutto la particolare
situazione deficitaria nella produzione del nostro Paese».

Così ha commentato il professor Daniele Rama, direttore
dell’Osservatorio Latte della Smea, l’Alta scuola di Economia agroalimentare
dell’Università Cattolica
, sull’esito del negoziato agricolo condotto a
Bruxelles dai ministri dei 27 Paesi dell’Unione europea.

«L’aumento del 5,8 per cento può considerarsi un fatto positivo – ha
proseguito Rama – e lo sarà tanto più se il ministero per le Politiche agricole
(come già chiarito dal ministro Luca Zaia ndr) e le Regioni investiranno questo
“pacchetto” di quote per regolarizzare le posizioni dei produttori. Questo
aumento deve essere interpretato come un “atterraggio morbido” in vista della
liberalizzazione del mercato dopo il 1° aprile 2015».

Sul fronte del prezzo, il professor Rama ha cercato di tranquillizzare il
mondo agricolo. «E’ comprensibile la preoccupazione dei produttori e delle
cooperative – ha sostenuto – ma bisogna allo stesso tempo sottolineare che il
prezzo del latte è influenzato anche dall’andamento del segmento caseario».

Questo significa che a fronte di un aumento delle quote la risposta del
mercato potrebbe non essere penalizzante per i produttori.

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