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FIERA DI VERONA, JOB&ORIENTA 2011: INNOVAZIONE TECNOLOGICA PER IL MADE IN ITALY

Sono 16 (su 20) le regioni italiane che hanno visto ad oggi la nascita degli Istituti Tecnici Superiori (ITS): si tratta di percorsi post diploma biennali/triennali, alternativi alla formazione universitaria e fortemente professionalizzanti, che si inseriscono nella cornice del riordino dell’istruzione pubblica per una governance integrata del sistema formativo e del mondo del lavoro; vengono attivati da fondazioni pubblico-private che coinvolgono scuole, imprese, università e centri di ricerca, strutture formative e enti territoriali.
I dati del primo monitoraggio nazionale del MIUR (aggiornati al 23 novembre) sono stati presentati oggi in anteprima a Job&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro (che chiude domani alla Fiera di Verona), e permettono di tratteggiare un primo bilancio dei nuovi percorsi, nonostante si tratti di stime ancora provvisorie, non essendo ancora scaduti alcuni bandi e dunque non essendosi ancora concluse le rispettive selezioni.
Gli ITS ad oggi esistenti sono 59, di cui il 35% concentrato fra Emilia Romagna (7), Lazio (7) e Lombardia (7); seguono Veneto (6), Sicilia (5) e Liguria (4). Tre gli ITS per regione in Abruzzo, Campania, Marche, Piemonte, Puglia e Toscana, due in Friuli Venezia Giulia e uno in Molise, Sardegna e Umbria. A loro è affidata la speranza che possano garantire a tanti giovani un inserimento nel mondo del lavoro. «In quasi un caso su cinque – commenta Domenico Mauriello, del Centro studi Unioncamere -, le imprese considerano necessaria per l’assunzione di un diplomato una formazione ulteriore e specializzante, che spazia dalla formazione terziaria degli IFTS alla “filiera” dei neonati ITS. Percorsi, questi ultimi, oggi ancora poco conosciuti dagli imprenditori, ma che potrebbero costituire una scelta sempre più apprezzata, perché in grado di arricchire la formazione scolastica con competenze specifiche sviluppate in ambito lavorativo».

Raimondo Murano, direttore generale della Direzione istruzione e formazione tecnica superiore evidenzia: «Quello degli ITS è un progetto inedito, che allinea l’Italia alle realtà più avanzate d’Europa, quali Svizzera, Francia e Germania, dove è consolidato da decenni. Un progetto trasversale: pensato dal centrosinistra con un provvedimento che porta la firma di Prodi e Fioroni, e attuato nella scorsa legislatura dal centrodestra, continuerà ora col governo tecnico che, dalle parole del ministro Profumo, gli riserverà massima attenzione. Questo primo ciclo sperimentale sarà la risposta ai giovani per il terziario post secondario non universitario, e offrirà loro un’alta formazione in forte connessione col mondo dell’impresa: non è la panacea per il problema della disoccupazione giovanile, ma è di sicuro un importante passo».

I primi ITS a partire, esattamente lo scorso 26 settembre, sono stati due istituti veneti: l’ITS “Nuove tecnologie per il made in Italy-comparto meccatronico” di Vicenza e l’ITS di Padova “Area tecnologica dell’efficienza energetica-risparmio energetico e nuove tecnologie in bioedilizia”. Il 40% circa del numero complessivo ha iniziato le attività in questo mese di novembre, poco più del 20% nel mese di ottobre, mentre tutti gli altri cominceranno i percorsi fra dicembre e gennaio  2012.  
Guardando alle aree tecnologiche di riferimento, 28 ITS (il 47%) afferiscono a quella delle nuove tecnologie per il made in Italy, e di questi in dettaglio 10 al sistema meccanica, 9 al sistema agroalimentare, 5 al sistema moda, 3 ai servizi alle imprese e uno al sistema casa. A contare più ITS nelle nuove tecnologie per il made in Italy sono Emilia Romagna (4), Lombardia (4) e Veneto (3). La seconda area per numerosità è quella della mobilità sostenibile (10), segue efficienza energetica (7), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali-turismo (6), tecnologie dell’informazione e della comunicazione (6) e nuove tecnologie della vita (2).
Per quanto riguarda le domande di iscrizione (3.462), è la Puglia a registrarne il maggior numero, 369 (11%), a poca distanza Lazio (345), Lombardia (338) e Liguria (331) con un 10% circa di richieste ciascuna, seguono con il 9% di domande a testa gli ITS di Emilia Romagna e Veneto (rispettivamente 313 e 295). Gli aspiranti corsisti che sono stati ammessi alla fase di selezione risultano 2.758, mentre gli ITS che hanno concluso questa fase (e comunicato i dati relativi) sono 49. Ammessi alla frequenza, ad oggi, in 1.470, di cui 188 (13%) in Lombardia e 154 (10%) in Veneto, le due regioni che finora registrano più selezionati. Seguono Piemonte, Liguria, Marche ed Emilia, ognuno con circa un altro 10% di ammessi alla frequenza.

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