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FIERA DI CREMONA, A IL BONTA’ ARTE E GASTRONOMIA SI FONDONO IN UN RICETTARIO RICCO DI STORIA E DI GUSTO

E’ stato presentato stamattina a Cremona nell’ambito de Il BonTà, il salone delle eccellenze enogastronomiche artigianali, il quarto volume di ricette della Collana Il Bontà. Quest’anno si è voluto prendere spunto dall’arte, e in particolare dalle nature morte di famosi pittori seicenteschi del territorio cremonese. Oltre agli autori ormai collaudati Carla Bertinelli Spotti e Ambrogio Saronni, che hanno collaborato anche nella realizzazione dei precedenti ricettari della collana, quest’anno per la parte più prettamente artistica è stato coinvolto il conservatore della Pinacoteca di Cremona, Mario Marubbi.
“Vista e gusto vanno di pari passo in questo volume di ricette – ha esordito Antonio Piva presidente di CremonaFiere – . Abbiamo voluto dare un esempio di come anche dall’arte si possa prendere spunto per elaborare piatti che vanno a valorizzare sia la qualità del prodotto che l’estetica, perché nel momento del pasto anche l’occhio vuole la sua parte”.

Il lato A di questo ricettario double-face vede i capitoli curati da Mario Marubbi e Carla Bertinelli Spotti. Marubbi fa un excursus delle origini della natura morta, mentre Carla Bertinelli Spotti avvicina le immagini agli antichi ricettari di Bartolomeo Stefani e Carlo Nascia, “chef” dell’epoca che nella seconda metà del Seicento erano al servizio di due potenti casate vicine e rivali: i Gonzaga di Mantova e i Farnese di Parma. Si passa poi attraverso il trattato di agricoltura ricco di nozioni gastronomiche del marchese bolognese Vincenzo Tanara, e poi ancora dallo scrittore e viaggiatore modenese Giacomo Castelvetro, che ispirato dai suoi numerosi viaggi in lungo e in largo per l’Europa del Seicento, scrisse un volume sulla “frutta e le erbe”.

Con lo sguardo ai dipinti raccolti nel ricettario, Carla Bertinelli Spotti crea quindi degli ipotetici menù.
Il lato B del volume, che racchiude decine di ricette “colorate” è curato dal gastronomo Ambrogio Saronni: “Così come il pittore accosta e fonde i colori per arrivare a comporre un quadro – spiega Saronni – il cuoco assembla materie prime, sapori e profumi. Anche la base su cui lavora il cuoco può, con i suoi colori, dare vita a un quadro, che in questo caso, più che ammirato, verrà gustato.”

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