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Facciamo prima, facciamo meglio

“Noi facciamo per professione ciò che ogni cittadino ha il dovere di fare”.

Giuseppe Zamberletti ha sintetizzato così, nel corso di un intervento più volte applaudito, l’impegno degli uomini, volontari o professionisti, attivi ogni giorno nell’ambito delle attività di protezione civile. L’occasione è stata il convegno “un patto per la protezione civile” che si è tenuto a CarraraFiere nell’ambito di PROT.COM davanti a una platea foltissima di amministratori, rappresentanti delle istituzioni e del volontariato interessati ad ascoltare dai massimi esponenti, a partire da Franco Gabrielli capo del Dipartimento, riflessioni e valutazioni sulle politiche necessarie per affrontare le emergenze che in Italia sono ormai una costante.

L’onorevole Zamberletti, per tutti “il ministro”, per il ruolo avuto nell’istituzione prima del dipartimento e poi del Ministero per la protezione civile, ha ripercorso le tappe che hanno portato all’adozione di leggi che hanno contribuito a creare una cultura della protezione civile permettendo anche interventi rapidi, efficaci e puntuali in situazioni di grave emergenza come terremoti, alluvioni, frane, incendi.

“Da quando, a partire dal 2011, sono state adottate leggi che hanno profondamente modificato l’impianto originale è stata fortemente depotenziata la sua capacità di intervento ma anche di operare per il ritorno alla normalità. Oggi sono qui – ha detto ancora Zamberletti – anche per ringraziare Franco Gabrielli per il lavoro fatto con la Concordia: ha dimostrato che la protezione civile è uno strumento prezioso e insostituibile. Quando, nel 1979 abbiamo iniziato a operare pensavamo proprio a uno strumento che consentisse di affrontare le emergenze come le alluvioni del Polesine e di Firenze, il terremoto del Belice, ma occorre anche prevenzione perché dobbiamo impedire che i cittadini perdano la vita nelle case costruite male o costruite dove non dovrebbero stare. Fin dall’inizio, con le missioni umanitarie in estremo oriente per soccorrere i profughi del Vietnam, abbiamo dimostrato ottime capacità e riscosso i complimenti di tuto il mondo. Abbiamo creato una cultura e una sensibilità. Oggi più che mai – ha detto infine Zamberletti – è indispensabile uno strumento d’intervento e prevenzione che si chiami Protezione Civile, che stia al centro di un sistema complesso di prevenzione e d’intervento in un Paese, come l’Italia, che ha la mappa dei rischi più ricca d’Europa”.

Prima del Ministro era intervenuto il presidente di CarraraFiere, Fabio Felici per salutare autorità e istituzioni ma anche per ricordare il successo di PROT.COM mostra convegno della protezione civile comunità attiva “realizzata in una struttura che è diventata, negli ultimi anni, il punto di riferimento in caso di calamità naturali che, purtroppo si ripetono in un territorio fra Liguria e Toscana toccato duramente da terremoto e alluvioni”.

Il Vice Sindaco di Carrara, Andrea Vannucci, ha preso brevemente la parola per portare il saluto dell’Amministrazione ma anche per  sottolineare come Carrara si sia dotata di un piano di intervento per affrontare le emergenze al passo con i tempi e con le esigenze ed ha voluto ringraziare pubblicamente volontari e professionisti che si sono prodigati e si prodigano per garantire servizi e interventi ad un eccellente livello come hanno dimostrato in diverse occasioni.

Elvezio Galanti, uno dei maggiori esperti del ramo, nel suo intervento ha affrontato il tema del “futuro della Protezione Civile: un patto per la società resiliente” che “deve essere un patto fra soggetti consapevoli di vivere in un’area pericolosa, ma anche un patto fra cittadini e amministrazioni per impedire interventi e insediamenti che non tengano conto delle caratteristiche naturali del territorio. In questo panorama – ha concluso Galanti – non dobbiamo mai mettere in secondo piano il ruolo e l’importanza del volontariato perché sono i volontari che, con la passione e la capacità di mobilitazione, costituiscono una risorsa fondamentale a sostegno delle popolazioni colpite prima degli interventi istituzionali ai quali, comunque devono seguire le azioni per riportare la normalità e mantenere in sicurezza il territorio”.

L’importanza e la disponibilità delle istituzioni ad intervenire con tutti gli strumenti disponibili sul territorio è stata evidenziata anche da Anna Mitrano, prefetto vicario di Massa Carrara il cui territorio è stato colpito da calamità che hanno reso necessario una mobilitazione di tutte le energie disponibili.

Dell’importanza sempre maggiore e del ruolo fondamentale del volontariato ha parlato Mirko Scalia del coordinamento operativo toscano del volontariato sottolineando la “necessità di un ruolo attivo e collaborativo del cittadino per passare, tutti assieme, da una cultura del soccorso a una cultura della prevenzione attiva e costante nel quale il volontariato è un asse portante e non elemento casuale”.

Nicola Casagli, dell’Università di Firenze ha portato il contributo della ricerca e della comunità scientifica, anche con statistiche aggiornate ed esempi che hanno fornito le dimensioni dei fenomeni e dei pericoli. “Purtroppo oggi si investe poco in ricerca e nella formazione di figure indispensabili per lo studio e la salvaguardia del territorio. I geologi sono in numero esiguo rispetto alle effettiva necessità nel corso del 2012 in Emilia si sono registrare oltre 50 frane che hanno inferto gravi danni all’agricoltura ma abbiamo scoperto anche che si è costruito in località che si chiamavano “la frana” a sottolineare la scarsa attenzione alla prevenzione. Purtroppo i disastri oltre che cause naturali hanno anche cause ascrivibili all’uomo, alla cementificazione e alla mancanza di interventi sui corsi d’acqua. Nei cinquanta anni fra il 1961 e il 2011 in Liguria e Toscana si sono avute 43 alluvioni e 31 frane di grandi dimensioni. In Italia negli ultimi due anni le frane sono state 3.000 e circa 3.200 gli eventi alluvionali. La cementificazione, nonostante il decremento demografico, è costante, si ruba territorio all’agricoltura e nonostante questo circa sei milioni di persone vivono in edifici non in regola. Sarebbe più bello e più sicuro – ha concluso Casagli parafrasando il presidente Barack Obama – vivere in un paese con meno avocati e più scienziati” .

Ha poi preso la parola il presidente dell’Associazione industriali di Massa Carrara, Giuseppe Baccioli, che ha sottolineato la necessità di “coinvolgere il mondo delle aziende anche nella prevenzione per arrivare ad un sistema integrato che possa utilizzare anche i mezzi e gli stessi dipendenti delle aziende. Colgo l’occasione per annunciare – ha detto ancora Baccioli – che abbiamo avviato un tavolo di lavoro, con l’ASL per studiare e intervenire sul rischio idrogeologico nelle cave”.

L’intervento conclusivo dell’intensa mattinata è stato del capo della protezione Civile, il prefetto Giuseppe Gabrielli che, di fronte ad una platea attentissima, ha ricordato che “quando si parla di protezione civile talvolta si ha difficoltà a comprendere la reale portate del concetto perchè la protezione civile è un “sistema” mentre troppo spesso viene ridotta alla pura emergenza e la prevalenza dell’emergenza non consente di pianificare. Pianificare significa “fare prima” anziché intervenire ad evento concluso. Dunque è indispensabile dare vita ad un sistema, con leggi adeguate, per poter finalmente passare dalla gestione di situazioni straordinarie con strumenti ordinari e dunque insufficienti. È necessario – ha detto ancora Gabrielli – uscire anche da una cultura “ragionieristica” dei costi affrontando, in parlamento e con una visione moderna e complessiva, il problema degli strumenti approntando un quadro normativo che ridefinisca le competenze e i ruoli di comuni, provincie, regioni e stato. Le Provincie, fortemente depotenziate e le Regioni, spesso inadeguate ad affrontare le emergenze, non sono in grado di dispiegare sui territori le azioni necessarie. Oggi i sindaci, che devono sostenere il “front office” nelle emergenze si rivolgono a noi perché non hanno interlocutori adeguati. Dobbiamo imboccare una strada da percorrere tutti assieme con assunzioni di responsabilità e compiti chiari. In Europa siamo il Paese che vanta le maggiori esperienze, abbiamo una mappa aggiornatissima dei rischi ma dobbiamo passare alla fase dell’impegno diretto di tutti. Il volontariato ha un ruolo fondamentale perché senza volontari non si va da nessuna parte, non si opera, ma anche il privato può avere un ruolo importante. Lo abbiamo sperimentato in occasione dell’operazione di recupero della Concordia. In questo caso abbiamo sperimentato un modello nuovo ed efficace: quello di un privato serio ha incontrato il “pubblico” che aveva ben chiaro l’obiettivo finale e l’interesse comune perché – ha concluso Gabrielli – coordinamento e coesione sono gli elementi che portano al successo e danno un’immagine positiva del Paese”.

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