
DAILY REPORT SIGEP
La farina rappresenta un ricco patrimonio non solo alimentare, ma anche storico-culturale, un prodotto italiano sicuro, salutare e di grande qualità. In Italia, tuttavia, il consumo di pane si attesta ormai intorno ai 43 kg pro capite, un livello largamente inferiore a quello registrato in altri paesi (81 kg in Germania, 48 kg in Spagna e Regno Unito). Questa riduzione dei consumi va a penalizzare un settore vivo e altamente qualificato, ma che sta soffrendo di una crescente disinformazione.
Queste le linee tracciate oggi a SIGEP dal convegno “Abbiamo la farina che ci meritiamo” di Italmopa e Info Farine. “Tema fondamentale è l’informazione che arriva al consumatore, non sempre completa e corretta – ha commentato al convegno Patrizio Roversi – Il consumatore è diventato esigente, riflette su ciò che mangia, ma occorre studiare e approfondire di più. D’altro canto, gli stessi strumenti di comunicazione raramente si dedicano a vagliare in profondità queste tematiche, che sono sì complesse ma fondamentali perché la farina rappresenta un valore anche culturale in Italia”.
“Abbiamo la farina che ci meritiamo… ovvero le migliori al mondo! – la dichiarazione di Cosimo De Sortis, Presidente Italmopa – Non a caso i prodotti a base di farina, dalla pizza, al pane, la pasta, fino ai dolci, rappresentano tutto il meglio del Made in Italy alimentare nel mondo”.
PANE: CONSUMATORI ALL’INSEGUIMENTO DEL “NATURALE”
Un mercato sempre più orientato verso il ‘naturale’, che insegue il benessere anche a tavola, trasformandolo in un mito dei tempi moderni. E’ questo lo scenario attuale delineato oggi a SIGEP da AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients. Dalle rilevazioni effettuate dalla Cerved, emerge in particolare un’attenzione costante per il benessere, conquistato mangiando bene, quindi anche scegliendo con cura il pane, inteso come prodotto che dà salute. Proprio per questo, il pane oggi si moltiplica in prodotti diversi, che possono offrire opzioni e vantaggi diversificati.
“E’ una sorta di ritorno alle origini – ha spiegato al convegno Palmino Poli, presidente di AIBI – di rincorsa alla naturalità intesa come leggerezza e salute, che appartiene anche ad epoche diverse ed il pane, che fin dall’antichità è visto come ‘dono degli dei’, rappresenta al meglio questa tendenza di consumo, vecchia e nuova al tempo stesso”.
Tra il 2011 ed il 2016, è il pane a valore aggiunto, prodotto con materie prime selezionate, quello che ha guadagnato maggiori consensi, con una crescita del 10%. Oggi, secondo Cerved, il segmento più vivace del settore punta proprio sul binomio “naturale-salutare”: oggi, questa componente vale il 20% dell’intero mercato ma è destinata a crescere ancora.
Al convegno AIBI sono intervenuti anche Cesare Manetti (responsabile del corso in Biotecnologie Agro-Industriali e Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università La Sapienza), Roberto Capello (presidente della Federazione italiana panificatori) e Nadia D’Incecco (direttore commerciale di AB MAURI).