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CREMONA, FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DEL LATTE: CHIUSURA DA RECORD!

Il dato di fatto che più di ogni altro fa ben sperare per il futuro prossimo della zootecnia è che gli operatori italiani e internazionali stanno ritrovando la fiducia e, di conseguenza, stanno investendo.
La 65° edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte, che si è conclusa oggi dopo quattro giorni fitti di scambi commerciali, appuntamenti convegnistici di alto livello, e concorsi zootecnici di primo piano, ha mostrato un settore vivo e vitale nonostante la consapevolezza che la crisi è ancora lontana dall’essere lasciata completamente alle spalle.

Stranieri in fortissima crescita
E il secondo dato che emerge prepotente dalla rassegna è che CremonaFiere è stata ormai eletta come principale marketplace internazionale per il settore. “Il numero di operatori esteri che quest’anno sono arrivati a Cremona – ha dichiarato Antonio Piva, presidente di CremonaFiere – è di gran lunga superiore a quello registrato da qualsiasi altra manifestazione italiana agricola, zootecnica e agroalimentare. Parlo sia degli operatori professionali (il numero dei visitatori esteri registrati supera i 10.000), sia della stampa presente: la Fiera Internazionale del Bovino da Latte è stata seguita da giornalisti provenienti da Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Croazia, Bulgaria, solo per fare qualche esempio; questo ci conferma che gli occhi di tutto il mondo zootecnico sono puntati su Cremona.”

Fatturato espositori in aumento e zootecnia traino strategico per il settore industriale e dei servizi
A sottolineare la ripresa della fiducia e degli investimenti nel settore sono gli stessi espositori della Manifestazione, che in alcuni casi hanno dichiarato un incremento del fatturato in fiera del 20%. Un vero traino per molti settori su cui l’agricoltura e la zootecnia riversano un importante indotto: industriale, metalmeccanico, dei sistemi di controllo, chimico, alimentare, dei servizi. E’ noto infatti che si tratta del più grande volano economico a livello mondiale. A dimostrazione di questo, alla Fiera Internazionale del Bovino da Latte erano presenti più di 600 marchi industriali da 14 Paesi.

Fatto il punto sui temi più attuali e scottanti dell’economia e della ricerca applicata
Questo non significa naturalmente che tutte le questioni politiche ed economiche legate alla zootecnia siano risolte, come è emerso nei 25 convegni e seminari che si sono svolti durante la quattro-giorni. Oltre 5.000 allevatori, veterinari, tecnici e agronomi hanno affollato le sale convegno, soprattutto per quegli appuntamenti, come gli Stati Generali del Latte, in cui si sono potuti avere aggiornamenti sulla situazione politica e sulle prospettive del comparto.
“Questa è una Manifestazione propulsiva – ha sottolineato Piva – dove gli operatori professionali ottengono risposte concrete alle loro esigenze, siano esse tecniche (moltissime sono state le novità tecnologiche presentate in fiera), o politiche per sapere quale direzione è più conveniente prendere in questo momento di grande incertezza. Possiamo dire che la Fiera Internazionale del Bovino da Latte serve proprio a questo: fissare dei punti di partenza su cui costruire il futuro della zootecnia”.

”Miss Europa” dei bovini

Una zootecnia che a Cremona ha dimostrato, nonostante le difficoltà di mercato, di essere in grande forma, perlomeno dal punto di vista della qualità – altissima – come è emerso dal Confronto Europeo di Razza Holstein e Red Holstein, il principale concorso zootecnico internazionale, ospitato quest’anno all’interno della Fiera Internazionale del Bovino da Latte.
17 Paesi in gara con oltre 150 capi bovini provenienti dai migliori allevamenti europei: la palma di “Miss Europa”, assegnata in un caldissimo clima da stadio tra migliaia di allevatori, è andata ad una bovina svizzera di 6 anni e 60 kg di latte al giorno.

In contemporanea si è svolto Italpig, il salone punto di riferimento nazionale della suinicoltura
Ma non sono stati solo i bovini a dimostrarsi in gran forma a Cremona; la 65° Fiera Internazionale del Bovino da Latte ha visto anche il ritorno all’interno del propri spazi di Italpig, il salone della suinicoltura italiana. Un ritorno in grande stile che ha evidenziato la forte volontà degli operatori di questa filiera, al pari dei colleghi allevatori di bovini da latte, di far valere la qualità che producono. Anche in questo caso sono stati i costi di produzione troppo elevati a tenere banco nel principale appuntamento convegnistico del Salone: i Primi Stati Generali della Suinicoltura, che ha puntato l’attenzione sulla redditività dell’allevamento suinicolo.

Visitatori record a quota 73.560

A conferma della vivacità del comparto e di un’aria che se non si può dire positiva, sta diventando almeno respirabile per gli operatori del settore, arriva anche il numero dei visitatori di questa edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte: 73.560, di cui oltre il 14% provenienti dall’estero.

Dall’importante joint venture con la tedesca DLG nasce BioEnergy Italy

“Uno dei temi principali che in questo momenti gli operatori agricoli e zootecnici si trovano a dover affrontare – ha concluso il presidente Piva – è quello della produzione di energia. Si tratta di un’opportunità importante per creare nuovo reddito, ma è necessario approfondirne con competenza tutti gli aspetti. Per questo dò l’appuntamento a tutti a BioEnergy Italy (Cremona, 18-20 marzo 2011), nuova Manifestazione che CremonaFiere organizzerà a quattro mani con DLG (Agritechnica, EuroTier) in cui le aziende agricole, le amministrazioni territoriali e l’industria alimentare potranno trovare uno strumento di lavoro per sviluppare questo nuovo business.”

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